Gazzella dell’amore imprevisto di Federico García Lorca è una poesia su una storia d’amore finita. Il poeta andaluso presenta l’angoscia che l’essere innamorati può causare, soprattutto quando questo amore non può durare per sempre.
Il poema presenta una serie di immagini volte a trasmettere la disperazione del poeta che desidera la persona amata senza riuscire più a raggiungerla. Ma anche un’infinità passione e una carica di sensualità che traborda nell’erotismo.
Gacela del amor imprevisto, questo il titolo originale, è la prima poesia della sezione Gacela di Il Divan di Tamarit, raccolta di poesie di Federico García Lorca, pubblicata postuma nel 1940, sebbene le poesie siano state scritte tra il 1931 e il 1934.
Ma leggiamo la poesia per coglierne il sensuale significato e la raffinatezza stilistica.
Gazzella dell’amore imprevisto di Federico García Lorca
Nessuno comprendeva il profumo
dell’oscura magnolia del tuo ventre.
Nessuno sapeva che martirizzavi
un colibrì d’amore tra i denti.Mille cavallini persiani dormivano
nella piazza con la luna della tua fronte,
mentre io stringevo per quattro notti
la tua vita, nemica della neve.Tra gesso e gelsomini, il tuo sguardo
era un ramo pallido di sementi.
Cercai nel mio cuore, per dartele,
le lettere d’avorio che dicono sempre,sempre, sempre: giardino della mia agonia,
il tuo corpo per sempre fuggitivo,
il sangue delle tue vene nella mia bocca,
la tua bocca senza luce ormai per la mia morte*****************
Gacela del amor imprevisto, Federico García Lorca
Nadie comprendía el perfume
de la oscura magnolia de tu vientre.
Nadie sabía que martirizabas
un colibrí de amor entre los dientes.Mil caballitos persas se dormían
en la plaza con luna de tu frente,
mientras que yo enlazaba cuatro noches
tu cintura, enemiga de la nieve.Entre yeso y jazmines, tu mirada
era un pálido ramo de simientes.
Yo busqué, para darte, por mi pecho
las letras de marfil que dicen siempre,siempre, siempre: jardín de mi agonía,
tu cuerpo fugitivo para siempre,
la sangre de tus venas en mi boca,
tu boca ya sin luz para mi muerte.
Quando l’amore lascia l’amaro in bocca e ci si sente morire
Gazzella dell’amore imprevisto è una poesia di Federico García Lorca scritta in quattro strofe. La lirica presenta una serie di immagini, molte delle quali attingono al mondo naturale, per catturare l’essenza dell’amore irraggiungibile.
L’uso del tempo passato suggerisce che l’amante del narratore se n’è andata e l’angoscia del poeta è indescrivibile.
Partendo dalla prima strofa il poeta andaluso, come nel suo stile, riesce a rappresentare il proprio racconto attraverso i cinque sensi. Sensualità e sensorialità echeggiano immediatamente dai suoi versi.
Una poesia che emana sensualità ed erotismo
Questa prima stanza della poesia sembra contenere tutto l’universo di Lorca. Ciò che il poeta vuol fare emergere è l’erotismo. Un tema che attraversa surrettiziamente l’opera di García Lorca.
L’intera raccolta di poesie trabocca di immagini erotiche nascoste nel simbolismo e che vanno sempre di pari passo con l’idea della morte, come figure gemelle che non possono sopravvivere l’una senza l’altra. L’amore porta solo distruzione. Il desiderio si manifesta attraverso la violenza.
La poesia inizia con l’affermazione iperbolica che nessuno poteva capire la sensualità dell’amante. La descrizione della “magnolia scura”, le magnolie sono spesso bianche, potrebbe riflettere il fatto che l’amore è allo stesso tempo leggero e idilliaco quando lo si vive, ma scuro e deprimente quando lo si perde.
Il poeta continua con il fatto che nessuno poteva mai immaginare il potere seduttivo dell’amante. Poteva fare del poeta ciò che voleva. Lorca si sente come il colibrì martirizzato dalla sua musa. Il poeta si è sentito intrappolato mentre era innamorato di lei, anche se sembra desiderare quell’intrappolamento ora che è finito.
L’uso del discorso diretto crea un’intimità che rispecchia l’atmosfera amorosa della poesia.
La passione è fatta di purezza e desiderio
Nella seconda strofa i versi evocano la purezza e la passione apparentemente incongrue della relazione amorosa, che ora è finita. I cavalli metaforici che vengono cullati per addormentarsi, evocano una serenità che implica che l’amante sia gentile e mite.
Le connotazioni di purezza e innocenza della luna bianca confermano questo concetto. Tuttavia, a queste immagini gentili si contrappone l’affermazione metaforica che la vita dell’amante era “nemica della neve”.
Poiché la neve è associata anche all’innocenza e alla purezza, la metafora oppone l’amante a queste qualità. Inoltre, per essere “nemica della neve”, la vita dell’amante può emettere quel calore, che è associato alla passione e al desiderio sessuale. In questo modo Lorca presenta la figura come pura e allo stesso tempo oggetto di desiderio.
Quando una storia finisce
Nella terza strofa, Federico García Lorca utilizza un’altra metafora descrivendo lo sguardo del destinatario come un “ramo pallido di sementi”.
Questo è significativo in quanto i semi connotano una nuova vita e una nuova crescita che, insieme alla precedente menzione del grembo dell’amante, implica che il narratore non solo sente la perdita del partner, ma anche la perdita del figlio che avrebbero potuto avere insieme.
Inoltre, i semi rappresentano una parte del processo naturale e ciclico del mondo naturale, a cui Lorca contrappone la menzione dell’avorio, che non decade o si rompe. Ciò implica che il poeta nega la fine della loro relazione e desidera che rimanga immutata.
La sofferenza della fine
La quarta e ultima strofa inizia con la ripetizione della parola “siempre”, che si traduce come “sempre” o “per sempre”, per mostrare come, nonostante la fine della relazione, i sentimenti del narratore rimangano immutati.
La poesia si conclude con l’inquietante descrizione metaforica del sangue del destinatario nella bocca del poeta, che implica che il suo amore ha lasciato il posto a un’ossessione che scorre dentro, che lascia quel gusto amaro in bocca che non si più abbandonare.
Allo stesso modo, la bocca dell’amante viene descritta come priva di luce e l’autore menziona la propria morte, forse a simboleggiare come, agli occhi del poeta, una parte di entrambi sia morta con la fine della loro relazione.