Fu un momento di Fernando Pessoa è una poesia che evidenzia come anche un piccolo gesto, come sfiorarsi inavvertitamente, può scatenare emozioni intense e destinate a durare nel tempo. Ciò è più evidente quando due persone vivono un’attrazione inespressa, non detta, non dichiarata.
Molte volte il linguaggio del corpo, la gestualità, i sensi riescono a raccontare, ad esprimere ciò che le parole non riescono a fare. Serve sensibilità e quel fluido magico che riesce a far scattare la molla tra due anime, anche senza volerlo.
Fu un momento fu scritta il 9 maggio 1934 e fa parte della raccolta Poesias di Fernando Pessoa, pubblicata da Atica a Lisbona nel 1942.
Leggiamo questa come sempre originale poesia di Fernando Pessoa per coglierne il significato.
Fu un momento di Fernando Pessoa
Fu un momento
quello in cui posasti
sul mio braccio,
in un movimento
più di stanchezza
che di pensiero,
la tua mano
e la ritirasti.
Sentii o no?Non so. Ma ricordo
e sento ancora
qualche memoria
fissa e corporea
ove posasti
la mano che ebbe
qualche senso
incompreso,
ma tanto lieve!…Tutto questo è nulla:
su una strada però
com’è la vita
c’è molto
d’incompreso…Che so io se quando
la tua mano
sentii posarsi
sul mio braccio,
e un poco, un poco,
sul cuore,
non ci fu un ritmo
nuovo nello spazio?Come se tu,
senza volerlo,
mi toccassi
per dire
qualche mistero,
improvviso ed etereo,
che neppure sapevi
dovesse esistere.Così la brezza
dice sui rami
senza saperlo
un’imprecisa
cosa felice.
Foi um momento, Fernando Pessoa
Foi um momento
O em que pousaste
Sobre o meu (braço,)
Num movimento
Mais de cansaço
Que pensamento.
A tua mão
E a retiraste.
Senti ou não?Não sei. Mas lembro
E sinto ainda
Qualquer memória
Fixa e corpórea
Onde pousaste
A mão que teve
Qualquer sentido
Incompreendido,
Mas tão de leve!…Tudo isto é nada,
Mas numa estrada
Como é a vida
Há uma coisa
Incompreendida…Sei eu se quando
A tua mão
Senti pousando
Sobre o meu braço,
E um pouco, um pouco,
No coração,
Não houve um ritmo
Novo no espaço?Como se tu,
Sem o querer,
Em mim tocasses
Para dizer
Qualquer mistério,
Súbito e etéreo,
Que nem soubesses
Que tinha ser.Assim a brisa
Nos ramos diz
Sem o saber
Uma imprecisa
Coisa feliz.
La magia di un gesto che accende l’anima
Fu un momento è una poesia di Fernando Pessoa si concentra su un attimo inespresso che lascia un segno profondo, malgrado sia all’apparenza privo di significato.
Il tema centrale è la natura effimera delle pulsioni umane e l’impatto che riescono ad avere nelle relazioni e il misterioso impatto che, anche in un gesto tanto breve quanto quello di posare una mano sul braccio, può avere sull’interiorità.
Fernando Pessoa tende a sottolineare quei segni impercettibili che possono mutare l’essere e connettere all’altro attraverso un desiderio, un’attrazione difficile da comprendere e dare senso. È quell’attimo in cui accade qualcosa di magico, di memorabile, di inatteso, ma che riesce a cambiare qualcosa dentro.
Lo scrittore portoghese riesce a contrapporre ciò che sembra “nulla”, con quella rivoluzione interiore che diventa tutto. Un momento insignificante si trasforma in emozioni inaspettate.
Fernando Pessoa inizia la poesia sancendo l’attimo del contatto, “fu un momento”, definisce immediatamente che si tratta di un istante, di un tempo brevissimo, in cui è accaduto qualcosa che lascia una traccia sensoriale profonda nel suo essere, lasciando aperto il dubbio sulla reale volontà di quanto accaduto. “Sentii o no?” dice Pessoa, proprio per lasciare aperto il senso della reale volontà o di qualcosa d’istintivo.
Nella strofa successiva evidenzia la generazione della nascita di un ricordo persistente. Nonostante l’apparente insignificanza del gesto, il ricordo resta “fisso e corporeo”. Qui Pessoa suggerisce che alcune sensazioni, per quanto delicate, rimangono impresse dentro. La mano “ebbe qualche senso incompreso”, sottolineando che il gesto porta con sé un significato che non è facilmente decifrabile, quasi come se si trattasse di un messaggio nascosto o di mera sensibilità.
Sebbene il gesto sembri “nulla” nel grande schema della vita, lo stesso percorso esistenziale è costellato di “incompreso”. Questo mette in luce l’idea che ogni istante, per quanto piccolo, può contenere elementi misteriosi che sfuggono alla razionalità.
Nella terza e quarta strofa, arriva la consapevolezza che qualcosa è cambiato. Il poeta si chiede se quel lieve tocco non abbia alterato qualcosa in lui, creando “un ritmo nuovo nello spazio”. La “nuova” pulsazione, quasi impercettibile, rappresenta una trasformazione emotiva o l’apertura a nuove percezioni.
Il passaggio dal braccio al cuore indica che il gesto ha attraversato il mero contatto fisico, incidendo anche sul campo più intimo delle emozioni.
Nella quinta strofa si ha la sensazione che tutto sembra avvolto da un involontario mistero. il gesto non fu un atto deliberato, ma un’azione spontanea che ha rivelato “qualche mistero”.
Questo mistero è qualcosa di così sottile da sfuggire alla consapevolezza immediata di chi lo compie. Il fatto che “neppure sapevi dovesse esistere” enfatizza l’idea che certi momenti hanno una valenza che va oltre la volontà e la comprensione ordinaria.
La poesia si conclude con un’immagine divina, nell’ultima strofa. Fernando Pessoa utilizza la metafora della “brezza” che parla ai “rami” degli alberi al suo passaggio, dicendo loro qualcosa che genera felicità. L’“imprecisa cosa felice” esprime quel senso di gioia e mistero che, pur essendo ineffabile, lascia un segno positivo nel modo di percepire la vita.
È quell’ebrezza che scatta quando si avverte che si è creata una connessione sentimentale senza aver ancor definito se tutto prenderà davvero forma o meno. La sensazione è come se fosse l’anticamera dell’innamoramento. Qualcosa di magico può accadere, in fondo è questo ciò che scatena la felicità.