Sei qui: Home » Poesie » “Era venuto per leggere” (1924) di Kavafis, la poesia che celebra la gioia naturale della vita

“Era venuto per leggere” (1924) di Kavafis, la poesia che celebra la gioia naturale della vita

La vita e l’amore che vincono sugli artifici e sulle apparenze. Questo è il tema di “Era venuto per leggere”, la sorprendente poesia di Kavafis.

In “Era venuto per leggere”, il poeta greco Kostantinos Kavafis racconta con sguardo tenero e privo di moralismi il momento in cui il desiderio supera ogni altra intenzione.

I libri aperti, la storia e la poesia diventano accessori di un tempo che si arrende alla forza più primordiale: quella dell’amore, del piacere, della bellezza giovane.

“Era venuto per leggere” di Konstantinos Kavafis

Era venuto per leggere. Aveva aperto
due o tre libri: storia e poesia.
Ma dopo solo dieci minuti
li ha posati. Ora sonnecchia
sul divano. Appartiene, certo, ai libri,
ma ha ventitré anni ed è assai bello;
e oggi pomeriggio è passato Amore,
sulla sua carne perfetta, sulle labbra.
Sulla sua carne, che è bellezza pura,
è transitato, erotico, il calore;
senza ridicolo pudore per la forma del godimento…

Il significato di questa poesia

Dove leggere la poesia

Composta nel 1924, “Era venuto per leggere” è contenuta nel volume Kavafis. Poesie (Garzanti, a cura e traduzione di Andrea Di Gregorio), una raccolta che restituisce tutta la grazia sommessa e l’intensità sensuale del poeta greco. All’interno del volume, molte delle poesie tradotte sono accompagnate da un commento curato dallo stesso traduttore, Andrea Di Gregorio, che aiuta il lettore a decodificare i versi di Kavafis.

La poesia è costruita con endecasillabi e alessandrini, lievemente increspati da alcune rime, che le conferiscono un andamento morbido, musicale, quasi cullante.

Kavafis utilizza immagini semplici ma potentissime: i libri aperti e subito abbandonati, il giovane che sonnecchia, l’Amore, personificato, che passa lieve sulle sue labbra e sulla sua pelle perfetta. Sono figure tattili, immediate, che sfiorano il lettore con la stessa delicatezza con cui il calore erotico sfiora il giovane.

La scena è colta in un eterno presente: non vi è azione tumultuosa, ma piuttosto un lento adagiarsi alla pienezza del desiderio, una resa dolce che fa sembrare il tempo sospeso.

Natura e cultura

Il commento di Andrea Di Gregorio, che accompagna la poesia nell’edizione Garzanti, coglie un nodo essenziale dell’opera: il pudore, pur apparendo ridicolo e artificiale, rimane un elemento necessario della convivenza sociale.

La poesia e la storia — come il pudore — sono strumenti, veli preziosi che filtrano la brutalità della vita, eppure, nel momento della verità, non sono loro a contare. Quando Amore attraversa il giovane, non è più il sapere dei libri a governare il suo corpo e il suo spirito, ma l’istinto puro.

Di Gregorio sottolinea come la poesia stessa, in questo caso, non sia fine a se stessa: è un mezzo, un veicolo che accompagna verso la verità più profonda, che è il piacere, l’amore, l’esperienza vissuta nella sua pienezza.

Così, nella scena minima dipinta da Kavafis, la bellezza del giovane e il suo abbandono naturale non sono un tradimento della cultura, ma piuttosto la sua espressione più vera e carnale.

La pienezza della vita

Il significato profondo di “Era venuto per leggere” risiede proprio nella celebrazione della vita che vince su ogni artificio.

Il giovane appartiene ai libri, certo, ma appartiene di più alla propria carne, al suo splendore, al richiamo insopprimibile del desiderio. In questa visione, Kavafis invita a guardare oltre le convenzioni, oltre il pudore che, seppur necessario, resta un abito provvisorio.

Non c’è condanna né celebrazione euforica: c’è solo la constatazione tenera e partecipe di una verità umana. I libri possono attendere; la bellezza fiorita del corpo e l’estasi di un bacio non possono essere rimandati, pena il loro svanire.

In pochi versi, con una delicatezza struggente, Kavafis ci ricorda che esiste un tempo per leggere e un tempo per vivere, e che ogni cosa, persino la cultura, si inchina davanti al sacro, semplice, potente passaggio di Amore.

© Riproduzione Riservata