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“Ella passa radiosa”, la poesia di Lord Byron sull’amore a prima vista

200 anni fa scompariva Lord Byron. Lo ricordiamo leggendo "Ella passa radiosa", la poesia che racconta il colpo di fulmine.

Quando incontriamo qualcuno che ci folgora gli occhi e il cuore. Quando sembra che niente possa tornare come prima, perché scoppiamo di desiderio e felicità. “Ella passa radiosa” è la poesia con cui Lord Byron racconta il colpo di fulmine. E, nonostante siano trascorsi duecento anni dalla scomparsa di questo grande poeta, i suoi versi sembrano destinati a raccontare l’essere umano e i suoi stati d’animo per sempre.

“Ella passa radiosa” di Lord Byron

Ella passa radiosa, come la notte
Di climi tersi e cieli stellati
E tutto quel che v’è di meglio in tenebra e luce
S’incontra nel suo aspetto e nei suoi occhi;
Sebbene addolciti da quella tenera luce
Che il Cielo nega al giorno volgare.
Un’ombra in più, un raggio in meno,

Avrebbero per metà guastato l’indescrivibile grazia
Che ondeggia in ogni ricciolo corvino,
O morbidamente riluce sopra il suo viso,
Dove pensieri serenamente dolci esprimono,
Come pura e cara è la loro dimora.
E su quella guancia e sopra quella fronte

Così morbido e calmo, seppur eloquente,
Il sorriso che conquista, il rossore che brilla
Soltanto raccontano di giorni trascorsi in bontà,
D’una mente in pace con tutto ciò che è intorno,
D’un cuore il cui amore è innocente.

Quando gli occhi parlano al cuore 

Non è possibile leggere “Ella passa radiosa” senza sentire un brivido lungo la schiena. Che crediate che l’amore a prima vista esista o meno, di certo vi è capitato di incontrare una persona per la prima volta e di sentirvi del tutto travolti dalla sua bellezza.

Non una bellezza fisica. O, almeno, non solo quella. Ci sono persone che ci fanno battere il cuore all’istante. Ci fanno sentire come se le avessimo conosciute da sempre, come se tutto il resto del mondo scomparisse per un istante, oscurato dalla meraviglia di un cuore che batte.

Lord Byron scrisse “Ella passa radiosa” una sera di giugno nel 1815, quando si imbatté in una ragazza dalla bellezza straordinaria in occasione di una festa londinese. Era Anne Beatrix Wilmot, moglie di Sir Robert Wilmot, cugino di primo grado del poeta, che la mattina successiva prese in mano il calamaio per dare voce al suo cuore stupito.

Immaginiamo l’impazienza e l’emozione, il bisogno che si celava dietro alla scrittura dei versi di “Ella passa radiosa”. In essi si condensa tutto il pathos di un’anima che, per un attimo, ha trovato un’anima a sé affine.

George Gordon Byron

George Gordon Noel Byron, meglio conosciuto come Lord Byron, nasce a Londra il 22 gennaio 1788 da un’illustre famiglia di origine normanna per parte di padre, e imparentata con Giacomo I di Scozia per parte di madre. Il piccolo George, affetto da una malformazione del tendine d’Achille, è zoppo sin dalla nascita.

Trascorre i primi anni di vita ad Aberdeen, in Scozia, vivendo un’infanzia per niente felice: il padre, fuggito in Francia a causa dei grossi debiti contratti in Gran Bretagna, muore nel 1791 forse suicida. È in questi anni che in George Byron nasce l’amore smisurato nei confronti della selvaggia terra scozzese, con i suoi paesaggi mozzafiato e solitari.

L’autore di “Ella passa radiosa” diventa Lord Byron nel 1798, quando il prozio muore e lui ne eredita il titolo. Adesso, George è il sesto barone Byron di Rochdale, e può non solo disporre di cospicui beni, ma anche ambire ad un’educazione adeguata al titolo che porta. Il giovane si trasferisce immediatamente in una delle proprietà ereditate dal prozio: l’abbazia di Newstead, splendida ma ormai trascurata e fatiscente. Per Lord Byron, comincia una nuova vita.

Nel 1809 rispetta le usanze tipiche dell’alta società intraprendendo il Grand Tour, e al suo ritorno pubblica i primi due canti di “Childe Harold’s Pilgrimage”, ottenendo un incredibile successo. Celebre, nobile e colto, Lord Byron vive di eccessi sfrenati, ha popolarità con le donne, e le relazioni che intraprende sono innumerevoli: ragazzine, donne sposate, fanciulle speranzose…

Si sposa pure, una volta, ma il matrimonio non è destinato a durare. Fra viaggi, relazioni sentimentali e amicizie fra cui spiccano i nomi di Madame de Staël, Percy Bysshe Shelley e di sua moglie Mary, Lord Byron continua a scrivere poemi e short poems, divenendo uno dei massimi esponenti del secondo Romanticismo inglese.

Lord Byron muore in Grecia, a causa di febbri reumatiche, nel 1824. Vi si era recato l’anno precedente per allontanarsi dai moti politici che interessavano il Regno Unito.

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