“È una tale bellezza nel mondo”. La poesia di Hermann Hesse sul valore della vera felicità

19 Agosto 2025

Scopri una sana lezione di vita grazie a "È una tale bellezza nel mondo", la riflessione lirica di Hermann Hesse che insegna ad essere felici.

"È una tale bellezza nel mondo". La poesia di Hermann Hesse sul valore della vera felicità

È una tale bellezza nel mondo di Hermann Hesse è una splendida riflessione poetica che ci dona un’importante lezione su come affrontare la vita di tutti i giorni. C’è tanta bellezza nel mondo che è davvero un peccato sprecare la propria esistenza nel malessere quotidiano.

La vita non va rimandata, né lasciata scivolare nell’abitudine e dal grigiore esistenziale. Va presa per ciò che sa offrire: attimi, immagini, incontri. Anche i momenti bui, se accolti, diventano parte di un mosaico che rende più preziosa la luce.

È una tale bellezza nel mondo fu scritta nel 1902 e fa parte di Glück un libro a cura di Volker Michels che propone una raccolta di riflessioni, aforismi e pensieri di Hermann Hesse, che esplorano il significato della felicità e del gioire. La prima edizione del libro fu pubblicata nel 1952 da  Suhrkamp Verlag a Francoforte e Lipsia.

L’edizione italiana del volume è stata tradotta da Nicoletta Salomon per Arnoldo Mondadori Editore nel 2002, permettendo ai lettori italiani di riscoprire una parte luminosa e meditativa della produzione hessiana.

Leggiamo questa splendida poesia di Hermann Hesse per goderne l’atmosfera e fare nostro il contenuto dei suoi versi.

È una tale bellezza nel mondo di Hermann Hesse

È una tale bellezza nel mondo
E non ne sei mai sazio
E lei ti serba fedeltà
E tu la scorgi sempre nuova:

La vista di creste alpine,
Nel mare verde vie dentro al silenzio,
Un ruscello che salta sulle rocce,
Un uccello che canta nel buio,

Un bambino che ride ancora nel sogno,
Un brillare di stelle di notte d’inverno,
Un rosso tramonto su un limpido lago
In corona di pascoli e neve ghiacciata,

Un canto carpito a una siepe per via
Un saluto scambiato ai viandanti,
Un pensiero all’infanzia,
Un tenero e desto perenne dolore,

Che di notte grazie alla pena
Ti allarga il cuore fattosi stretto
E oltre le stelle pallide e belle
Ti crea un regno remoto di nostalgie.

 

Es gibt so Schönes in der Welt, Hermann Hesse

Es gibt so Schönes in der Welt,
Daran du nie dich satt erquickst
Und das dir immer Treue hält
Und das du immer neu erblickst:

Der Blick von einer Alpe Grat,
Am grünen Meer ein stiller Pfad,
Ein Bach, der über Felsen springt,
Ein Vogel, der im Dunkel singt,

Ein Kind, das noch im Traume lacht,
Ein Sterneglanz der Winternacht,
Ein Abendrot im klaren See
Bekränzt von Alm und Firneschnee,

Ein Lied am Straßenzaun erlauscht,
Ein Gruß mit Wanderern getauscht,
Ein Denken an die Kinderzeit,
Ein immer waches, zartes Leid,

Das nächtelang mit feinem Schmerz
Dir weitet das verengte Herz
Und über Sternen schön und bleich
Dir baut ein fernes Heimwehreich.

La lezione di Hermann Hesse: non sprecare la vita, ma goderne ogni attimo

È una tale bellezza nel mondo è una poesia di Hermann Hesse che svela non una teoria astratta e incomprensibile, ma una semplice lezione sulla vita che tutti possono facilmente comprendere. Attraverso immagini concrete, vicine a tutti, l’autore tedesco ci svela la chiave del suo messaggio. La bellezza del mondo non è qualcosa da inseguire lontano, ma una presenza quotidiana che accompagna la vita di tutti e che, se s’impara a riconoscere, può cambiare il modo di vivere dell’intera umanità.

La bellezza del mondo è davanti agli occhi, fedele e sempre nuova

La poesia si apre con una dichiarazione che è quasi un manifesto: la bellezza è inesauribile.

È una tale bellezza nel mondo
E non ne sei mai sazio
E lei ti serba fedeltà
E tu la scorgi sempre nuova:

Hermann Hesse intende sottolineare che la bellezza non ci abbandona mai, resta fedele, eppure si mostra ogni volta diversa. La bellezza non dipende dalle circostanze esterne, ma dalla capacità di rinnovare lo sguardo. Chi sa osservare non si stanca mai della vita, perché ogni giorno custodisce una promessa di novità.

Quindi, esprime un principio di volontà personale molto importante. È l’approccio alla vita che cambia il sentire, percepire, vivere ciò che ci circonda. Bisogna avere lo stato d’animo predisposto a vedere in un modo nuovo i giorni che si presentano davanti e scorrono dettando il ritmo della vita.

Dalla psicologia al misticismo insegnano ciò che Hermann Hesse esprime in questi brevi versi. È l’animo umano che offre la giusta prospettiva. Il mondo è già bello di natura.

La Terra è lo specchio della nostra felicità

Il poeta rivolge lo sguardo a ciò che lo circonda.

La vista di creste alpine,
Nel mare verde vie dentro al silenzio,
Un ruscello che salta sulle rocce,
Un uccello che canta nel buio,

Montagne, mare, corsi d’acqua, canti nel silenzio: sono immagini essenziali, che non hanno bisogno di spiegazioni. Hesse sceglie ciò che appartiene a tutti, ciò che ognuno può incontrare lungo il cammino. La bellezza della Terra non risiede nel grandioso, ma nella sua armonia quotidiana: nei paesaggi che ci accompagnano da sempre e che, se solo impariamo a guardarli, sanno parlarci con un linguaggio universale.

Il verso sull’“uccello che canta nel buio” diventa una delle metafore più potenti: anche quando regna l’oscurità, c’è sempre una voce capace di rompere il silenzio e ricordarci che la speranza non muore. È la natura che insegna la più grande delle lezioni: la vita continua a fiorire anche dentro la notte, e noi possiamo specchiarci in essa per ritrovare fiducia.

Dal sorriso di un bambino alle stelle del cielo

Nella terza strofa Hermann Hesse accosta il più piccolo al più grande, l’intimo al cosmico.

Un bambino che ride ancora nel sogno,
Un brillare di stelle di notte d’inverno,
Un rosso tramonto su un limpido lago
In corona di pascoli e neve ghiacciata

Da una parte c’è il sorriso di un bambino che sogna, simbolo della fiducia e dell’innocenza; dall’altra il cielo stellato d’inverno, vasto e silenzioso. In mezzo, un tramonto che incendia un lago limpido, incorniciato da pascoli e neve. È un paesaggio in cui i contrasti, caldo e freddo, luce e ghiaccio, convivono in equilibrio.

Il poeta in questa parte della poesia ricorda che la vita è fatta di opposti. Il calore dell’affetto e la freddezza delle prove, la vicinanza dell’intimità e la distanza delle stelle. La vera armonia nasce proprio dalla loro unione.

Ecco perché ogni cosa che accade nella vita all’apparenza brutta, finisce per avere senso, serve per godere e apprezzare il realmente bello. Troppe distrazioni fanno spostare lo sguardo verso il nulla. Si finisce per apprezzare l’effimero a scapito di ciò che merita di essere vissuto, perché concreto, vivo, vero.

La felicità nei gesti di ogni giorno

In tal senso nella strofa successiva, il geniale poeta tedesco porta l’attenzione anche sui gesti semplici della vita quotidiana.

Un canto carpito a una siepe per via
Un saluto scambiato ai viandanti,
Un pensiero all’infanzia,
Un tenero e desto perenne dolore,

Un frammento di canto ascoltato per strada, un saluto a chi passa accanto, il pensiero rivolto all’infanzia. Sono attimi che sembrano banali, ma che racchiudono la vera ricchezza della vita. L’incontro con l’altro, anche se fugace, è già bellezza. La memoria dell’infanzia, lontana ma viva, ci riconnette a ciò che di più autentico abita in noi.

È un invito a riscoprire la felicità che si nasconde nelle cose che non costano nulla, ma che danno senso al nostro cammino. Bisogna diventare curiosi del vivere. Innamorarsi delle avventure delle cose concrete. Alzarsi la mattina e iniziare la giornata è già il dono più grande perché si ha la possibilità di sperimentare qualcosa di nuovo, magari semplici elementi che erano davanti agli occhi e non si erano mai scoperti.

La nostalgia come forza interiore

Il viaggio poetico si conclude con un’immagine cosmica: oltre le stelle si apre un “regno di nostalgie”.

Che di notte grazie alla pena
Ti allarga il cuore fattosi stretto
E oltre le stelle pallide e belle
Ti crea un regno remoto di nostalgie.

Hermann Hesse non vede la nostalgia come un sentimento sterile, né come un peso che trattiene al passato. Al contrario, la interpreta come una energia vitale, capace di trasformare la sofferenza in apertura. È nella notte, nel silenzio che accompagna la pena, che il cuore si dilata: ciò che sembrava chiuso e angusto si fa ampio, pronto ad accogliere di più.

La nostalgia diventa allora una forza che costruisce. Non solo ricordo, ma architettura interiore, un regno in cui emozioni, memorie e desideri si intrecciano fino a formare un’identità più ricca e più consapevole.

In questa prospettiva, il dolore non viene negato: rimane presente, ma è trasformato. Grazie ad esso, la nostalgia ci dona un orizzonte che va “oltre le stelle”: un paesaggio dell’anima dove possiamo ritrovare le radici, custodire ciò che abbiamo amato e al tempo stesso aprirci al futuro.

Hesse ci insegna così che la nostalgia non è chiusura, ma una finestra spalancata sulla profondità dell’esistenza. È ciò che ci permette di riconciliare passato e presente, di dare un senso al nostro cammino e di restare fedeli a noi stessi senza smettere di guardare avanti.

La poesia di Hermann Hesse, un dono vero per chi vuole amare la vita

È una tale bellezza nel mondo non è soltanto un elenco di immagini suggestive. È una meditazione sull’essenza stessa dell’esistenza. Nei suoi versi, Hermann Hesse mostra che la vita non può essere ridotta a un calcolo di successi e fallimenti, né a una fuga dal dolore. La vita è una trama di luce e ombra, di nostalgia e di gioia, e la sua grandezza nasce proprio dall’intreccio degli opposti.

Il poeta invita a riscoprire l’amore per il vivere. Serve fermarsi davanti al mondo e imparare a riconoscere i doni che già circondano l’essere. Non c’è bisogno di viaggi lontani o di avventure straordinarie per incontrare la bellezza. Essa si rivela nel sorriso di un bambino, in un canto ascoltato per strada, in un saluto scambiato per caso. È la fedeltà della realtà che parla, se solo si hanno gli occhi per ascoltarla.

Allo stesso tempo, Hermann Hesse non cancella il dolore. Lo trasforma in strumento di conoscenza. È la sofferenza a dilatare il cuore, a insegnare la profondità delle cose, a condurre oltre le stelle in quel “regno remoto di nostalgie” che è la memoria viva dell’umana interiorità. La nostalgia non è una condanna al rimpianto, ma una forza creativa che custodisce ciò si è amato e lo trasfigura in energia per il presente.

La vera eredità di questa poesia è dunque duplice. Da un lato, un invito etico a non sprecare la vita nella distrazione e nel malessere, dall’altro un invito spirituale a trasformare il dolore in apertura, la nostalgia in fondamento di senso.

Ecco perché leggere oggi Hermann Hesse è un atto necessario ricorda che la bellezza non è un privilegio raro, ma la condizione stessa del vivere e che la responsabilità di accoglierla, con gratitudine e consapevolezza, è tutta nostra.

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