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“Disattenzione” (2005) di Wisława Szymborska, una poesia per ricordarci di vivere consapevolmente

Quante volte viviamo senza accorgerci nemmeno di farlo? In “Disattenzione”, la poetessa polacca Wisława Szymborska ci invita ad essere più attenti, a disattivare la modalità automatica.

Apriamo gli occhi al mattino, ci laviamo, ci vestiamo e siamo pronti per affrontare un’altra giornata. La pensiamo monotona, questa vita che ci è donata e che è preziosa in ogni suo istante.

Nella poesia “Disattenzione”, la poetessa polacca Wisława Szymborska ci ricorda di disattivare la modalità automatica, di guardare alle nostre giornate con gli occhi attenti di chi sa che ogni angolo di questo mondo è prezioso, così come lo è il tempo che ci è concesso.

“Disattenzione” di Wisława Szymborska

Ieri mi sono comportata male nel cosmo.
Ho passato tutto il giorno senza fare domande,
senza stupirmi di niente.

Ho svolto attività quotidiane,
come se ciò fosse tutto il dovuto.

Inspirazione, espirazione, un passo dopo l’altro,
incombenze,
ma senza un pensiero che andasse più in là
dell’uscire di casa e del tornarmene a casa.

Il mondo avrebbe potuto essere preso per un mondo folle,
e io l’ho preso solo per uso ordinario.

Nessun come e perché –
e da dove è saltato fuori uno così –
e a che gli servono tanti dettagli in movimento.

Ero come un chiodo piantato troppo in superficie nel muro
oppure
(e qui un paragone che mi è mancato).

Uno dopo l’altro avvenivano cambiamenti
perfino nell’ambito ristretto d’un batter d’occhio.

Su un tavolo più giovane, da una mano d’un giorno
più giovane,
il pane di ieri era tagliato diversamente.

Le nuvole erano come non mai e la pioggia era
come non mai,
poiché dopotutto cadeva con gocce diverse.

La Terra girava intorno al proprio asse,
ma già in uno spazio lasciato per sempre.

È durato 24 ore buone.
1440 minuti di occasioni.
86.400 secondi in visione.

Il savoir-vivre cosmico,
benché taccia sul nostro conto,
tuttavia esige qualcosa da noi:
un po’ di attenzione, qualche frase di Pascal
e una partecipazione stupita a questo gioco
con regole ignote.

Il significato di questa poesia

Dove leggere “Disattenzione”

Come tutte le poesie di Wisława Szymborska, “Disattenzione” si può leggere in traduzione italiana grazie al volume edito da Adelphi intitolato “La gioia di scrivere“, che raccoglie l’opera omnia dell’autrice polacca con testo originale a fronte e con una traduzione curata da Laura Rescio.

Una poesia che nasce dall’autocritica

“Ieri mi sono comportata male nel cosmo./ Ho passato tutto il giorno senza fare domande,/ senza stupirmi di niente”.

“Disattenzione” nasce dall’esperienza personale della sua autrice. Il componimento, come sempre caratterizzato da una forma fluida e libera, di agevole lettura, ha inizio con una presa di coscienza, con una frase forte che ci fa entrare media in res nell’interiorità dell’autrice. Qual è la colpa di cui si è macchiata?

Non si è stupita di niente, ha svolto le azioni quotidiane dandole per scontate. Inizia, poi, un agile elenco di momenti e movimenti che vanno dalla respirazione al pensiero, e che vanno quasi in automatico.

Come un chiodo in superficie

C’è una similitudine che, nella parte centrale di “Disattenzione”, descrive alla perfezione come la maggior parte di noi vive tutti i giorni: come “un chiodo piantato troppo in superficie nel muro”.

Quando agiamo in modo automatico, ci perdiamo la straordinarietà dell’attimo in cui siamo immersi. Le azione che svogliamo ogni giorno possono essere ogni volta diverse, per un dettaglio infinitesimale che solo un occhio attento riesce a percepire. E l’occhio attento appartiene a chi ha un cuore altrettanto attento, pronto a cogliere la bellezza che lo circonda:

“Le nuvole erano come non mai e la pioggia era/ come non mai,/ poiché dopotutto cadeva con gocce diverse”. Con il suo componimento, la poetessa polacca ci invita a “piantarci” più in profondità, a osservare e vivere con consapevolezza. Perché siamo fortunati a poter abitare il nostro tempo e il nostro spazio. E troppo spesso ce ne dimentichiamo.

Wisława Szymborska

Wisława Szymborska è la più celebre poetessa polacca mai esistita. Tra le più amate e apprezzate dal grande pubblico, le sue raccolte hanno raggiunto numeri di vendita incredibili, pari ai più importanti autori di prosa, nonostante Szymborska abbia più volte ironizzato sul fatto che la poesia piace a non più di due lettori su mille.

Nata il 2 luglio del 1923 in una piccola città della Polonia occidentale di nome Kornik, l’autrice di “Prospettiva”  è cresciuta a Cracovia, dove ha studiato Lettere e Sociologia.

Abbandonati gli studi per via dei problemi economici della famiglia, ha iniziato a lavorare nelle ferrovie. Grazie a questo lavoro, è riuscita a scampare alla deportazione tedesca della Seconda Guerra Mondiale.

Szymborska ha poi lavorato come segretaria per una rivista di didattica e, allo stesso tempo, come illustratrice di libri. Molto attiva nella vita culturale della città, ha collaborato nel dopoguerra alla rivista “Walka” (Lotta).

Le poesie di Wisława Szymborska sono state pubblicate su varie riviste prima di essere racchiuse in vere raccolte poetiche. Il primo componimento, “Cerco una parola”, è uscito nel marzo 1945 sul quotidiano Dziennik Polski.

In seguito a numerosi premi e riconoscimenti, ottenuti tanto in Polonia quanto all’estero, è stata insignita del Premio Nobel per la Letteratura nel 1996.

Wisława Szymborska ci ha lasciati il 1° febbraio del 2012 nella sua casa a Cracovia, morta nel sonno a causa di una malattia che l’ha consumata in pochi mesi.

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