Così non andremo più a zonzo (So, we’ll go no more a roving) di Lord Byron è una poesia sull’addio alla vita da giovani e sulla volontà di voler, o dover, diventare adulti e posati.
Una poesia che si sposa bene anche con la fine delle prossime vacanze, perché si finisce purtroppo o per fortuna, di vivere le giornate senza nessuna meta o impegno, di andare in giro a zonzo e di dover rientrare nella “vita degli impegni”, del lavoro o dello studio.
Ma, che può essere indicata anche per coloro che vogliono o devono cambiare vita, iniziare a lavorare o studiare seriamente, e quindi entrare nel “routinario” mondo degli adulti.
La poesia riserva in questo addio un tono di malinconia, nella convinzione che si possa presto o tardi tornare a “vagabondare”, ad andare in giro senza meta, senza dover dare conto a niente e a nessuno.
Scritta nel 1817 e pubblicata postuma in Letters and Journals di Lord Byron, pubblicata nel 1830, So We’ll Go No More a Roving è rimasta una delle sue poesie brevi più popolari.
Leggiamo questa poesia di Lord Byron, il cui vero nome George Gordon Byron, sesto barone di Byron, per coglierne appieno il significato.
Così non andremo più a zonzo di di Lord Byron
Così, non andremo più a zonzo
Così tardi nella notte,
Anche se il cuore è ancora così amorevole,
e la luna sia ancora così luminosa.Perché la spada è fuori dal suo fodero,
e l’anima consuma il petto,
E il cuore deve fermarsi a respirare,
e l’amore stesso deve riposare.Anche se la notte è stata fatta per amare,
e il giorno ritorna troppo presto,
Ma non andremo più a zonzo
Al chiaro di luna.**********************
So we’ll go no more a roving, Lord Byron
So, we’ll go no more a roving
So late into the night,
Though the heart be still as loving,
And the moon be still as bright.For the sword outwears its sheath,
And the soul wears out the breast,
And the heart must pause to breathe,
And love itself have rest.Though the night was made for loving,
And the day returns too soon,
Yet we’ll go no more a roving
By the light of the moon.
I dubbi se dover crescere e diventare adulti o continuare a rimanere giovani
Così non andremo più a zonzo di Lord Byron è la rielaborazione di un’antica ballata scozzese, è un addio alla giovinezza selvaggia da parte di un poeta la cui giovinezza era scandalosamente senza freni, vista anche la sua origine aristocratica (poteva permetterselo). I “noi” della poesia si impegnano a smettere di fare festa tutta la notte, ma la promessa suona malinconica e forse a metà.
Ci sarebbe la volontà di diventare più assennati, più adulti, ma risulta doloroso dover rinunciare a quel magico andare in giro senza meta, alla ricerca solo dei piaceri e della gioia di vivere in modo sfrenato.
Nella poesia Lord Byron afferma che è giunto il momento con la sua compagnia di non stare fuori fino a tardi e di non andare più a caccia di piaceri notturni come un tempo, anche se siamo ancora pieni di desiderio di vita come un tempo e la notte è ancora molto attraente.
Anche se la notte è il momento perfetto per le avventure romantiche, e anche se l’alba pone fine troppo rapidamente al divertimento notturno, subentra la volontà di non andare più a caccia dei piaceri al chiaro di luna.
Quando anche il piacere inizia a diventare routine
Così non andremo più a zonzo fu composta quando il poeta aveva 29 anni, e in un attimo forse di “stanchezza” da quella vita senza freni, Lord Byron proclama la fine della fase selvaggia della sua vita e quindi della giovinezza.
Il barone di Byron annuncia un “noi maiestatis”, vista anche la sua origine e volendo evidentemente coinvolgere il gruppo di “compagni di nottate” di voler smettere di “vagabondare”, alla ricerca di feste e di piacere sessuale, fino a tarda notte, perché si sente stanco e ha bisogno di riposo.
Come una sorta di elegia della giovinezza selvaggia, tuttavia, la poesia contiene un tocco di malinconia. L’autore accenna al fatto che la loro bramosia di vita non è sparita, lasciando aperte le porte ad un possibile vicino ritorno al piacere della vita notturna.
In questo modo, la poesia mette in evidenza il conflitto e l’angoscia di doversi comportare come un adulto quando, interiormente, si sente ancora l’eccitazione della giovinezza.
Lord Byron inizia la sua ballata dichiarando che smetterà di fare festa fino a tarda notte, suggerendo che sistemarsi fa parte della crescita.
La parola iniziale “Così” sottolinea che la dichiarazione è una conseguenza di qualcosa. È come se chi parla fosse stato costretto a prendere tale decisione, perché sta invecchiando e si sta stancando. È possibile che tali notti siano diventate una routine e ciò che prima veniva vissuto come piacere, inizia a diventare noia, già visto, privo di stimoli.
La scelta della locuzione “andare a zonzo” nel titolo
La parola “roving” del testo originale della poesia, invece, suggerisce attività chiassose a tarda notte, feste, ricerca di sesso ed esperienza fuori dal limite (“loving”). Roving letteralmente significa vagabondare, andare in giro senza meta. Noi abbiamo voluto tradurlo utilizzando un modo di dire “andare a zonzo”, perché ci sembra più comprensibile, contemporaneo e popolare e riesce a dare il senso del vero significato del termine in italiano.
L’andare a zonzo ha stancato il corpo, la psiche e spento le emozioni di lord Byron. I compagni di nottate non hanno perso il desiderio di divertirsi fino a tarda notte, ma, almeno per il momento, non possono perseguirlo con lo stesso ritmo.
“La spada consuma il fodero“, dice l’autore, riferendosi in modo ammiccante al sesso, ovvero ”spada” e ‘fodero’ indicano l’anatomia maschile e femminile, sottintendendo che sono logorati dall’avventura sessuale.
Anche il riferimento del poeta “l’anima che consuma il petto” evoca una sorta di stanchezza spirituale. Potrebbe anche suggerire la consapevolezza della propria mortalità, dal momento che l’anima, in alcune tradizioni, esce dal corpo morente.
Infine, George Gordon Byron segnala la sua stanchezza emotiva affermando che “il cuore” a volte ha bisogno di riposare, che “deve fare una pausa per respirare”. La parola “pausa” solleva la possibilità che questo riposo sia temporaneo.
L’elogio dell’autore ai piaceri della “notte” aggiunge una sfumatura di dubbio fatto che non saranno più “vagabondi”. L’ammissione che la notte è (ancora) intrinsecamente allettante riflette un conflitto tra le aspettative della maturità e i veri desideri del poeta inglese.
Le due affermazioni che iniziano con “Anche se” sottolineano che la notte è romantica come sempre e il desiderio di romanticismo dell’oratore è altrettanto forte.
Le affermazioni “la notte è fatta per amare” e “il giorno torna troppo presto” hanno un tono malinconico, a indicare la persistente passione dell’oratore per i piaceri notturni. La promessa di “non andare più in giro senza meta” chiude il cerchio della poesia, ma questa ripetizione suggerisce che il parlante potrebbe ancora cercare di convincere se stesso.
Il finale illustra come le persone possano ancora essere tentate dalla lussuria e dall’eccitazione anche quando sanno che “dovrebbero” sistemarsi.
La poesia cattura una fase di transizione tra la fine della giovinezza e l’inizio della maturità, sia che questa venga davvero abbracciata o meno. Essendo una persona che ha vissuto velocemente e alla fine è morta giovane, Lord Byron potrebbe aver adattato il tema di una ballata tradizionale alla sua situazione personale, ammettendo che doveva smettere, o almeno mettere in pausa la sua sfrenata ricerca di piacere.
Il significato della poesia traslato nell’attualità
Il testo di Lord Byron si presta bene nell’indicare il cambiamento che si è costretti a fare quando si è decisi di voler dire addio al “dolce far niente” tipico della fase giovanile della vita.
C’è un momento nella vita di tutti gli esseri umani in cui è importante dover dire basta al “vagabondare” con gli amici alla ricerca del solo piacere. Questo momento segna il passaggio dalla gioventù esistenziale verso la maturità.
Un passaggio che dipende da ogni singola persona e dalle condizioni economico-sociali in cui queste vivono. La maturità non è sinonimo di età, ma di scelta. Basti pensare che quando Lord Byron scrisse la poesia aveva 29 anni, che all’epoca si era ampiamente adulti.
E un passaggio importante nella vita delle persone e può essere vissuto in modo più o meno traumatico. Ma, la vita imporrebbe questo passaggio come necessario. Come afferma il poeta inglese o prima o poi ci si stanza di tutto, anche del vivere del solo piacere.
Considerando il buonsenso la poesia ci dona una suggerimento non banale. Che bisogna fare ogni cosa senza “tirare mai la corda”. Che si tratti di piacere, di lavoro o di studio bisogna non andare mai oltre, non bisogna mai esagerare.
Bisogna saper prendere dalla vita tutto, bisogna impegnarsi nelle cose degli adulti, ma ogni tanto non bisognerebbe rinunciare ad “andare a zonzo”.