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“Certi alberi vicini alle case” di Mariangela Gualtieri: quanto avremmo da imparare dalla natura

Gli alberi ci osservano placidi, ci chiamano pazienti, mentre noi "distratti abitatori del mondo", viviamo con inquietudine i nostri giorni.

Scopriamo “Certi alberi vicini alle case“, una significativa poesia di Mariangela Gualtieri tratta dalla raccolta Bestia di gioia (2010), che accosta gli alberi agli esseri umani e ci fa comprendere quanto avremmo da imparare dalla natura, che saggia e silenziosa assiste al dipanarsi delle nostre vite caotiche e violente.

Un componimento molto emozionante, perfetto per celebrare la Giornata nazionale degli alberi – che ricorre in Italia ogni 21 novembre – e per ricordare quanto valore questi elementi naturali abbiano per il nostro corpo e la nostra anima.

La poesia di Mariangela Gualtieri

Mariangela Gualtieri è una delle voci più interessanti della poesia italiana contemporanea.

Fra i suoi componimenti più celebri c’è senza ombra di dubbio “Bello mondo“, che è stato recitato da Jovanotti sul palco dell’Ariston a Sanremo 2022 e ha emozionato i milioni di spettatori del Festival.

Gratitudine, amore, tenerezza nei confronti del sé, del mondo che ci circonda e della cultura, delle lettere che ci hanno plasmato: questa è la cifra della poetica di Mariangela Gualtieri, fatta di armonie, pause, parole semplici che associate ad altre creano commoventi accostamenti.

Bestia di gioia, la raccolta più strutturata di Gualtieri

Per la prima volta Mariangela Gualtieri ha scritto una raccolta poetica fortemente strutturata, con un ritmo meno magmatico delle precedenti, scandito da sezioni che articolano il libro alternando temi e toni diversi, in particolare il canto gioioso, quasi francescano, della natura e la riflessione sulle cose umane, sullo strappo del tempo, sul momento finale, più misterioso che triste, che trasforma il niente in “un niente più grande”.

In realtà le cinque sezioni del libro, se danno una sensazione di maggiore classicità (come i cinque atti del teatro antico), sono legatissime fra loro, in parte concatenate, in parte attraversate da fili addirittura lessicali, e proseguono fedelmente il discorso poetico dell’autrice, sempre fortemente ispirato.

Non mancano dunque scissioni interiori, proliferare di voci profonde e laceranti, come nelle raccolte passate, ma la prospettiva trascendente è perlopiù proiettata all’esterno, su un albero, sull’aria che sta fra i corpi, sul silenzio che lega le cose.

E questa prospettiva, in misura ancora maggiore che in “Senza polvere senza peso”, traccia un percorso di felicità istintivo e infuocato, ma nello stesso tempo pacificante.

Anche a livello metrico il libro mostra un rapporto più pacato con la tradizione, con una forte disseminazione di endecasillabi e altri versi regolari, senza perdere il senso più profondo dell’originaria aggressività.

“Certi alberi vicini alle case”, la poesia

Certi alberi vicini alle case
sostano in una pace inclinata
come indicando come chiamando
noi, gli inquieti, i distratti
abitatori del mondo. Certi alberi
stanno pazientemente. Vicini
alle camere nostre dove gridiamo
a volte di uno stare insieme
che ha dentro la tempesta
noi che devastiamo facce care
per una legge del pianto.

L’insegnamento della natura

Che voi viviate in un luogo incontaminato o in una città trafficata, avrete di certo modo di tenervi in contatto con la natura intorno a voi.

È un bisogno fortissimo, quasi fisico, ancestrale, che ci fa riflettere su quanto sia prezioso ciò che ci circonda e che spesso diamo per scontato.

Gli alberi sono testimoni silenziosi dello scorrere del tempo, osservatori delle nostre vite che, caotiche e rumorose, si dipanano giorno dopo giorno.

Noi ci agitiamo, fremiamo, saltiamo da un impegno all’altro dimenticandoci di chi ci sta accanto, o gettandovi contro le nostre frustrazioni. Gli alberi stanno proprio lì, fuori dalle finestre delle nostre case, a scrutarci negli occhi richiamandoci all’equilibrio.

Di questo parla la meravigliosa poesia di Mariangela Gualtieri. L’autrice accosta gli alberi agli uomini, mettendone in luce caratteristiche opposte: gli alberi sono attenti, pazienti, ci chiamano ma in silenzio. Gli esseri umani sono inquieti e distratti. Laddove gli alberi “stanno” – verbo che sembra quasi richiamare lo stabat evangelico -, gli uomini “gridano”.

Stiamo insieme, sì, ma in modo discontinuo e doloroso. Noi uomini ci affanniamo tanto per noi stessi e poco per chi sta intorno a noi. Siamo spesso distratti, incuranti, superficiali, violenti.

Non possiamo che trarre grande esempio dai “certi alberi vicini alle case” che “sostano in una pace inclinata”.

Mariangela Gualtieri

Mariangela Gualtieri (Cesena, 1951) è una poetessa e scrittrice italiana.

Laureata in architettura allo IUAV di Venezia, ha scoperto la vocazione poetica dopo il 1983, dopo aver fondato, insieme al regista e amico Cesare Ronconi, l’innovativa compagnia Teatro Valdoca.

L’opera di Mariangela Gualtieri spesso accentua l’inadeguatezza della parola alla comunicazione umana (“per il linguaggio che può simulare la sapienza”) ed il bisogno di ricerca di semplicità nel codice linguistico per poter narrare la bellezza del mondo.

Le sue poesie sono intrise di bellezza, di delicata armonia, di gratitudine nei confronti del mondo e delle lettere.

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