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“Cambio d’immagine” (2025), la potente poesia di Wislawa Szymborska sull’incanto della vita

Con una metafora sorprendente, “Cambio d’immagine” di Wislawa Szymborska ci invita a vivere il nostro tempo con gioia e incanto.

Come potremmo descrivere il tempo e la vita che abitiamo ogni giorno da quando siamo nati? Ci sono poeti che in poche e semplici battute sono riusciti a farlo, regalando punti di vista nuovi per guardare al nostro presente. È il caso di “Cambio d’immagine”, un’intensa poesia di Wislawa Szymborska.

“Cambio d’immagine” di Wislawa Szymborska

Il tempo come un vecchio dalla lunga barba bianca?
E perché non come un cucciolo dal pelo scuro
che corre
e con le zampe sporche salta sopra il letto
a noi appena generati, svegliati dal sonno?

Il significato di questa poesia

Dove leggere “Cambio d’immagine”

La poesia “Cambio d’immagine” proviene dalla raccolta postuma Racconto antico, pubblicata recentemente da Adelphi.

Questo libro raccoglie testi che Wislawa Szymborska non aveva mai deciso di pubblicare mentre era in vita, ad eccezione di pochi versi apparsi in riviste polacche, come echi discreti di una voce che parlava quando e se lo riteneva necessario.

La raccolta, dunque, ha qualcosa di sacro e intimo: è uno scrigno aperto con pudore, dove ogni poesia è una reliquia di pensiero, un frammento che ci racconta una poetessa ancora in costruzione, o forse semplicemente silenziosa per scelta.

Non sono poesie minori, ma testimonianze di una sensibilità che osserva il mondo con la stessa grazia affilata che ha caratterizzato tutta la sua produzione. In queste pagine respira il tempo lungo del pensiero, il tempo breve dell’intuizione, il tempo interrotto dei fogli abbandonati e poi ritrovati: proprio il tempo che Cambio d’immagine si incarica di raccontare in tre versi e un salto.

Lo stile della poesia

Szymborska ha sempre avuto una voce poetica unica: lieve come una piuma, ma capace di incidere profondamente nel lettore.

Il suo stile si nutre di semplicità apparente e disincanto filosofico, e questa poesia ne è una miniatura perfetta. Bastano poche parole – un’immagine appena – per ribaltare millenni di rappresentazioni del tempo.

L’incipit ci guida su un sentiero conosciuto: “Il tempo come un vecchio dalla lunga barba bianca?” – è la figura canonica, quella che associamo all’eternità e al passaggio inesorabile delle ore. Ma subito la domanda si spezza, ed ecco il guizzo: “E perché non come un cucciolo dal pelo scuro?”.

È questo il colpo di teatro, il cambio d’immagine appunto. Il tono è interrogativo, come spesso accade nella poesia di Szymborska, dove le domande sono più importanti delle risposte.

L’animale giovane, scuro e scalciante contrasta con il vegliardo immobile e saggio. Il tempo, qui, non è più una clessidra che ci osserva con pazienza, ma una presenza affettuosa e scomposta che ci sveglia, ci sporca, ci sorprende.

Il linguaggio è quotidiano e domestico, ma proprio per questo profondamente universale. Come sempre, la poesia di Szymborska non alza la voce: sussurra, sorride, e poi lascia un graffio.

Abitare la vita con incanto

Il cuore della poesia sta tutto in quell’immagine così inaspettata e vivida: il tempo che corre come un cucciolo e ci salta addosso.

È un’idea che rifiuta l’aura minacciosa del tempo come destino ineluttabile. Al contrario, il tempo è gioco, è imprevedibilità, è presenza che ci tocca e ci coinvolge nel suo disordine tenero.

Non c’è giudizio, né paura: c’è vita. La poesia ci invita a cambiare sguardo, a uscire dalla retorica della perdita, del tempo che scivola via, e a pensarlo invece come ciò che ci sveglia, che ci spinge a vivere. Szymborska sembra dirci che il tempo non ci condanna: ci chiama, ci lecca il viso, ci sporca i sogni con le sue zampe leggere.

È la creatura che ci accompagna sin dal nostro primo giorno, quella che interrompe il sonno e ci mette in cammino.

Con questa metafora, poetessa e lettrice della realtà, Szymborska reinventa un mito antico e ci regala una chiave nuova per attraversare le ore: con leggerezza, con stupore, con l’affetto di chi sa che ogni secondo è un cucciolo che corre, e che la vita – come un letto invaso da zampe impazienti – è un luogo da abitare con gioia, anche nel disordine.

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