“Attimo”: si intitola così la poesia di Wisława Szymborska dedicata al qui e ora, al saper godere del presente, che possiamo vivere attivamente, padroneggiare, cambiare, amare in tutta la sua imprevedibilità.
La vita è fatti di momenti che si susseguono tutti importanti da vivere, non bisogna tralasciare niente dal grande dono che la vita rappresenta. Proprio per questo la poetessa ci offre dei versi che sensibilizzano sulla capacità di saper cogliere l’esistenza in ogni forma e dimensione.
Scopriamo “Attimo” di Wisława Szymborska in tutta la sua bellezza.
“Attimo” di Wisława Szymborska
Cammino sul pendio d’una collina verde.
Erba, tra l’erba fiori
come in un quadretto per bambini.
Il cielo annebbiato, già tinto d’azzurro.
La vista si distende in silenzio sui colli intorno.Come se qui mai ci fossero stati cambriano e siluriano,
rocce ringhianti l’una all’altra,
abissi gonfiati,
notti fiammeggianti
e giorni nei turbini dell’oscurità.Come se di qua non si fossero spostate le pianure
in preda a febbri maligne,
brividi glaciali.Come se solo altrove fossero ribolliti i mari
e si fossero rotte le sponde degli orizzonti.Sono le nove e trenta, ora locale.
Tutto è al suo posto e in garbata concordia.
Nella valletta un piccolo torrente in quanto tale.
Un sentiero in forma di sentiero da sempre a sempre.
Un bosco dal sembiante di bosco pei secoli dei secoli, amen,
e in alto uccelli in volo nel ruolo di uccelli in volo.Fin dove si stende la vista, qui regna l’attimo.
Uno di quegli attimi terreni
che sono pregati di durare.
Il significato di questa poesia
Dove leggere “Attimo”
“Attimo” è tratta dall’omonima raccolta che Wisława Szymborska pubblica nel 2002. La poesia che apre l’opera dell’autrice polacca potrebbe anche essere considerata il manifesto della poetica di Szymborska, soprattutto nella fase finale della sua produzione.
Il componimento, che abbiamo letto nella traduzione curata da Pietro Marchesani, si può leggere all’interno del volume “Wisława Szymborska. La gioia di scrivere. Tutte le poesie”, edito da Adeplhi.
Fotografare il presente
Scorre fluida e leggera, la poesia con cui Wisława Szymborska vuole raccontarci il presente. Inizia con un verbo d’azione in prima persona: “cammino”.
E subito ci immaginiamo lei, Wisława, che passeggia su una “collina verde” pensierosa. Mentre contempla il mondo che la circonda, nasce l’ispirazione, che si instilla fra un dubbio e una suggestione: chissà, in questo posto antico e incontaminato, dove ora non ci sono che i miei passi, cosa c’è stato prima. Chissà com’era, secoli fa. Ma importa davvero, poi?
“Sono le nove e trenta, ora locale”
La risposta è “no”. Adesso importa solo l’adesso. La poetessa ce lo insegna verso la metà del componimento, quando interrompe il flusso di pensieri e ipotesi sul passato facendo irrompere il tempo, attraverso l’immagine dell’orologio. “Sono le nove e trenta, ora locale”, scrive. Ed è questo ciò che importa.
È questo che adesso rende il posto in cui sta passeggiando così speciale. “Fin dove regna la vista, qui regna l’attimo”. Un po’ come ci racconta Hirayama nel film di cui è protagonista, “Perfect days”: “Un’altra volta è un’altra volta. Adesso è adesso”.
Chi è Wisława Szymborska
Wisława Szymborska (2 luglio 1923 – 1° febbraio 2012) è la più celebre poetessa polacca mai esistita. Dopo aver studiato Lettere e Sociologia e aver intrapreso i più disparati mestieri, fra cui quello di operatrice ferroviaria, ha iniziato a scrivere. Il suo primo componimento esce nel 1945.
Da questo momento, il successo della poetessa cresce a dismisura, e l’autrice inizia a ricevere incarichi editoriali presso diverse riviste polacche. Tra le più amate e apprezzate dal grande pubblico, le sue raccolte hanno raggiunto numeri di vendita incredibili, pari ai più importanti autori di prosa, nonostante Szymborska abbia più volte ironizzato sul fatto che la poesia piace a non più di due lettori su mille.