Agosto di Dorothy Parker è una pungente poesia in cui emerge con forza la ribellione femminile contro gli stereotipi di genere imposti dalla società. La poetessa americana, con i suoi versi, dipinge il ritratto di una donna che desidera rompere con i meccanismi tipici e rituali che la società impone alle donne, per conquistare la propria libertà e identità.
Dorothy Parker si rivolge direttamente al mese principe dell’estate, non come mese di gioia, ma come forza opprimente, capace di risvegliare fantasmi, desideri corrosi e figure femminili caricaturali che invadono la scena sociale. La stagione estiva diventa un martire nel nome della liberazione femminile, e la prima vittima è proprio quel romanticismo che spesso si associa al vivere leggero del mese estivo. Curiosamente, “agosto” è anche il mese in cui nacque questa geniale poetessa: segno che la rivoluzione contenuta nei suoi versi non può che coinvolgere anche il giorno in cui venne al mondo come donna.
Agosto è contenuta nella prima parte della raccolta di poesie Enough Rope di Dorothy Parker, pubblicata per la prima volta da Horace Liveright a New York nel 1926. Il libro raccoglie poesie originariamente apparse su Life, Vanity Fair, The New Yorker e The New York World. Enough Rope ottenne recensioni per lo più positive e fu un best seller. Il volume è in genere apprezzato per i suoi versi arguti, ma nasconde anche un lato oscuro, riflesso delle lotte interiori di Parker contro la depressione. Le poesie affrontano con intelligenza le dinamiche di potere, in particolare quelle di genere, nella società americana.
Non mancarono però le critiche: alcuni giornali definirono la sua poesia come “leggera”. Tra questi, il New York Times che liquidò le sue opere come “versi da flapper”, inquadrando Parker tra le giovani donne degli anni ’20 – soprattutto negli USA e nel Regno Unito – che scrivevano versi per affermare il proprio spirito libero e indipendente. Essere una “flapper” era anche una moda: capelli a caschetto, gonne corte, amore per il jazz e un atteggiamento più disinvolto verso il sesso e la società.
Leggiamo ora questa originale poesia di Dorothy Parker per esplorarne il significato.
Agosto di Dorothy Parker
Quando i miei occhi saranno erbacce,
E le mie labbra petali, che vorticano
Nel vento che nasce
Dove i faggi contorti cominciano
In una frangia di giunchi salati;
Quando le mie braccia saranno sambuchi,
E il selvatico lillà spingerà
Verso l’alto, verso l’alto, attraverso il mio cuore;Estate, fai del tuo peggio!
Accendi la tua luna d’orpello, e invoca
Le tue stelle rampanti a cadere
A capofitto nel tuo cielo di carta;
Non sarò mai più maledetta
Da una sfrontata e amorosa sgualdrina,
Con il motivo dei suoi pizzi impolverati
Che si trascina mentre mi passa accanto.(Trad. Libreriamo)
August, Dorothy Parker
When my eyes are weeds,
And my lips are petals, spinning
Down the wind that has beginning
Where the crumpled beeches start
In a fringe of salty reeds;
When my arms are elder-bushes,
And the rangy lilac pushes
Upward, upward through my heart;Summer, do your worst!
Light your tinsel moon, and call on
Your performing stars to fall on
Headlong through your paper sky;
Nevermore shall I be cursed
By a flushed and amorous slattern,
With her dusty laces’ pattern
Trailing, as she straggles by.
Il significato di “August”: Dorothy Parker contro l’estate dei cliché al femminile
Agosto è una poesia di Dorothy Parker che possiamo considerare geniale nella forma e nel contenuto. Nella prima parte la donna si riconnette alla natura per liberare sé stessa dagli stereotipi di genere imposti dagli umani. la natura non posso essere in nessun modo inquadrata e sottomessa alle logiche degli umani e rende evidente il senso di profonda trasformazione che la poetessa vuole sottolineare con i suoi versi.
La poesia si apre con immagini visionarie e surreali. L’io lirico immagina se stessa trasformata in elementi naturali: occhi che diventano erbacce, labbra ridotte a petali trasportati dal vento, braccia simili a cespugli di sambuco. La natura diventa un’estensione del corpo, o meglio, la sua dissoluzione.
La metamorfosi come forma di liberazione
La trasformazione selvatica immaginata da Dorothy Parker non è un abbellimento poetico, non è una ricerca estetica o un abbellimento del sesso femminile. È un atto di sottrazione. La donna della poesia non vuole più essere parte del mondo artificiale costruito attorno a lei, soprattutto in estate, stagione spesso mitizzata come tempo di bellezza, amore, libertà.
Parker rovescia questo immaginario e propone una metamorfosi dolorosa ma liberatoria. Il corpo si disfa, torna alla terra, si nasconde nel paesaggio. È un gesto radicale, che ha tutta la potenza di una rivolta silenziosa: “non mi vedrete più, non sarò più parte del vostro gioco.”
In soli otto versi la poetessa americana rivoluziona il costume poetico di generazioni di artisti. Rompe anche con molti schemi di rappresentazione che i grandi classici hanno lasciato nelle loro opere della figura femminile. Possiamo definire questi versi come un “momento di rottura” rispetto alla rappresentazione femminile classica.
Agosto come simbolo di oppressione femminile
L’estate, tradizionalmente associata a eros, libertà e leggerezza, viene qui presentata come una stagione teatrale e soffocante. La poetessa la descrive in modo tagliente:
Accendi la tua luna d’orpello, e invoca
Le tue stelle rampanti a cadere
A capofitto nel tuo cielo di carta;
La luna, icona per definizione della donna, ha gli orpelli, le stelle sono “rampanti”, “splendenti”. “luminose”, il cielo è fatto di carta. Niente è autentico. L’intero scenario è una scenografia fragile e finta, come lo è l’ideale della donna che Dorothy Parker intende rivoluzionare, superare, ma che la società in cui è immersa pretende: seducente, frivola, accessoria.
La donna “slattern” e la satira del femminile imposto
Il culmine della poesia è la feroce invettiva contro la figura della “sfrontata e amorosa sgualdrina”, ovvero una donna volgare, arrossata e sessualmente invadente. È una figura caricaturale, che Parker tratteggia con sarcasmo e disprezzo, simbolo di una femminilità imposta e vuota.
Questa “sgualdrina amorosa” non è un personaggio reale, ma un fantasma sociale. Rappresenta ciò che la donna dovrebbe essere nella sua associazione con lo spirito estivo, secondo lo sguardo maschile e il costume dominante. Parker, attraverso l’io lirico, rifiuta con forza questa rappresentazione, proclamando: “mai più sarò maledetta da lei”.
Femminismo ironico e poesia trasgressiva
August è un perfetto esempio del femminismo ironico di Dorothy Parker: una poesia breve, tagliente, capace di smontare i modelli di genere senza mai predicare. La sua forza sta nell’intreccio tra lirismo e satira, tra immagine e giudizio.
Dorothy Parker non chiede comprensione: esige libertà. Libertà di non piacere, di non essere desiderabile, di non aderire a un canone. È una poesia che anticipa molte riflessioni della critica femminista del Novecento, ma lo fa con una voce unica: quella di una donna intelligente, arrabbiata, eppure ironica fino all’ultimo verso.
Purtroppo, l’immagine della donna è ancora spesso legata a canoni estetici che la poetessa americana ripudia, proprio per questo è una poesia che resta di un’attualità sorprendente. Agosto invita a cambiare punto di vista e lo fa partendo proprio dalle donne. Celebra il coraggio alla disobbedienza, al fine di poter svelare la trappola sotto l’apparenza. Ricorda come la libertà non sia mai un gesto superficiale, ma un atto radicale.
Dorothy Parker nacque proprio ad agosto, nel 1893. È come se avesse voluto riformulare da dentro il proprio mese di nascita, rifiutando ogni narrazione prestabilita. Il suo agosto non è quello delle vacanze e dei flirt, ma quello della resistenza poetica, dello smascheramento sociale, dell’identità che non vuole più essere definita dagli altri.