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“Addio”, la poesia di Iosif Brodskij dedicata a chi va via

Scopri tutti i sentimenti dell'addio nella poesia di Iosif Brodskij e il modo per affrontare la separazione con positività
Addio è una poesia di Iosif Brodskij che letta tutta d’un fiato rischia di togliere il respiro. Una poesia che ci sentiamo di condividere in uno dei momenti dell’anno in cui in molti, dopo le vacanze, sono costretti a dirsi addio.
 
Purtroppo, l’addio di Brodskij fu un atto necessario per sfuggire alla persecuzione politica. Ma, ci dona la speranza che l’addio sia un arrivederci. Purtroppo, sappiamo che le distanze finiscono per separare, allontanare, dividere.
 
La bellezza della poesie è che contengono le infinite emozioni dei loro autori. Sono il manifesto della parte più intima della loro vita. Addio di Iosif Brodskij è l’esempio più vero di ciò che affermiamo.

Addio una poesia piena di altruismo scritta con il cuore

Addio di Iosif Brodskij è una poesia che esprime i sentimenti e le emozioni migliori. E’ ricca di positività, anche se tra le parole serpeggia quella malinconia di chi ha vissuto il distacco. 
 
Leggendola si avverte l’esperienza di un poeta che ha dovuto abbandonare la propria terra in virtù di un regime che non ammetteva la libertà.
 
Addio,  per certi versi, è anche il suo viaggio. E’ il sentimento di un uo0mo costretto a partire a lasciare la terra e gli affetti che ama.
 
Addio è una poesia di un grande uomo in grado di augurare il meglio a tutti coloro che come lui sono stati costretti a vivere in esilio e a subire le ingiuste cattiverie che purtroppo il viaggio dell’esistenza ci propone tutti i giorni.
Addio,
dimentica
e perdona.
L’inizio di Addio ci aiuta a comprendere la ricchezza umana di Iosif Brodskij, dimentica e perdona è il più chiaro dei messaggi contro il rancore e contro la vendetta. 
E che sia il tuo viaggio
coraggioso,
che sia dritto
e semplice.
In questi versi c’è quell’augurio che tutti noi dovremmo fare nostro nel momento in cui ci si rapporta agli altri.
 
Ci sono troppi conflitti in giro, troppi rancori resi evidenti da tutto ciò che seguiamo in Tv e nel nei social. Non c’è mai spazio per il dialogo, per la comprensione, per l’accettazione.

Addio è una parola che interrompe, che chiude spazio all’accettazione e all’incontro futuro. Ma, anche quando si dice “addio” molte volte è un semplice invito a ritrovarsi.

Brodskij riesce a raccontare la malinconia dell’inevitabile, quella dell’accettazione vissuta con un pizzico di amarezza e un macigno sul cuore.

Nella poesia c’è la magica delicatezza dell’autore, il quale manifesta il massimo rispetto della persona, con un saluto senza astio ne rimproveri, solo parole di speranza, gratitudine.

Addio, Josif Brodskij 

Addio,
dimentica
e perdona.

E brucia le lettere,
come un ponte.

E che sia il tuo viaggio
coraggioso,
che sia dritto
e semplice.

E che ci sia nell’oscurità
a brillare per te
un filo di stelle argentato,
che ci sia la speranza
di scaldare le mani
vicino al tuo fuoco.

Che ci siano tormente,
nevi, piogge
e lo scoppiettio furioso della fiamma,
e che tu abbia in futuro
più fortuna di me.

E che possa esserci una possente e splendida
battaglia
che risuona nel tuo petto.

Sono felice
per quelli che forse
sono
in viaggio con te.

Iosif Brodskij il Premio Nobel in eterno esilio

Iosif Brodskij nacque il 24 maggio 1940 a San Pietroburgo in Russia. In esilio dal suo paese come tanti altri intellettuali ritenuti un pericolo per il regime morì il  28 gennaio 1996 a Brooklyn Heights, New York, Stati Uniti. Per suo espresso desiderio è stato sepolto a Venezia.
 
Brodskij era un poeta per scelta e per cuore, così ingenuamente innamorato delle parole tanto da costruirne una vita.
Scrive versi intrisi di malinconia, versi al di fuori di ogni tempo, di un intenso tepore lì, proprio lì, sul petto, vicino al cuore, per pervadere poi ogni frammento del nostro essere.

Inizia a scrivere a 18 anni

Stando allo stesso Brodskij, comincia a scrivere poesie a 18 anni. Tuttavia esistono alcune poesie datate 1956-1957.  
 
Cominciò a pubblicare le sue poesie nel 1958. Non passa molto dall’inizio della carriera poetica di Brodskij che iniziano anche i problemi con la censura sovietica.
 
Le prime avvisaglie della persecuzione si manifestano con la pubblicazione di un articolo datato 29 novembre 1963 sul Večernij Leningrad nel quale si bollava Brodskij di parassitismo sociale, adducendo come prova citazioni dalle sue poesie, stravolte ed estrapolate dal loro contesto.
 
Brodskij si accorge delle calunnie ma è più concentrato su problemi personali e in particolare sulla separazione dalla moglie Marina Basmanova.
 
A questo periodo risale anche il tentato suicidio. L’8 novembre 1964 viene pubblicata una raccolta delle lettere alla redazione del Večernij Leningrad, in cui i lettori esigono una punizione per Brodskij e il 13 gennaio fu arrestato.
 
Processato per “parassitismo”, subì un periodo di reclusione tra il 1964 e il 1965.
 
Fu espulso dalla Russia nel 1972, ha vissuto negli USA, dove sono apparse tutte le sue raccolte di versi.

Le opere di Iosif Brodskij 

Tra le opere di Iosif Brodskij da segnalare “Poesie e poemi” (1965), Fermata nel deserto (1970), “Fine di una bellissima epoca” (1977), “Parte del discorso” (1977), “Elegie romane” (1982), “Nuove stanze ad Augusta” (1983), Poesie 1972-1985 (1986), Poesie italiane (1996),
 
Ha pubblicato anche una raccolta di saggi, ricordi e ritratti, quali Fuga da Bisanzio, 1987, e Il canto del pendolo, 1987.
 
Josif Brodskij  morì il 28 gennaio 1996 a Brooklyn Heights (New York, Stati Uniti). Il suo corpo riposa a San Michele in Isola per una curiosa controversia tra la famiglia e il governo russo.
 
Iosif Brodskij con Venezia ebbe sempre un rapporto particolare, reso vivo nel suo “Fondamenta degli Incurabili”, senza alcun dubbio una delle maggiori opere mai scritte sulla Venezia intima e dei sentimenti, composta poco dopo il conseguimento del Nobel per la letteratura nel 1987.
 
Per una letteratura di livello universale, piena di lucidità e di intensità poetica
Questa la motivazione con cui i delegati decisero di assegnare il Premio Nobel a Josif Brodskij.

Alessandro Barbero racconta Iosif Brodskij

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