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Una poesia di Adam Zagajewski contro la violenza

Il mondo che descrive Zagajewski nella sua poesia sembra un'utopia. Ma goccia dopo goccia, il cambiamento può avvenire. Non dovremmo almeno provare a lottare per rendere il luogo in cui abitiamo un posto migliore?

Una poesia di Adam Zagajewski che ci invita ad avere uno sguardo diverso.

In che mondo vorremmo abitare? Quello in cui viviamo oggi appare sempre più intriso di violenza. Gli avvenimenti degli ultimi giorni non fanno che confermare la deriva verso cui ci stiamo dirigendo: il tentato golpe in Brasile primo fra tutti, ma anche l’uso sconsiderato delle armi e le continue notizie che riguardano attentati e atti di violenza di ogni genere.

Il componimento con cui vogliamo concludere la giornata, “La città in cui vorrei abitare” di Adam Zagajewski, è un’immagine utopistica, è vero, ma noi ci auguriamo che un giorno le nostre città possano somigliare a quella sognata dal poeta e scrittore polacco.

L’assalto alla democrazia in Brasile

All’indomani dall’assalto ai palazzi del potere brasiliani, i messaggi di solidarietà nei confronti del presidente Lula si moltiplicano, dopo che migliaia di sostenitori del ex presidente Jair Bolsonaro si erano organizzati ed avevano fatto irruzione nei palazzi delle istituzioni di Brasilia. Le immagini dell’attacco ricordano i momenti tristi e concitati di due anni fa a Capitol Hill.

Diversi feriti, anche gravi ed operati d’urgenza, il palazzo presidenziale violato: mobili distrutti, finestre rotte, vetri in frantumi, tracce di una violenza che pare assurda, proveniente da un altro mondo in cui regnano caos e barbarie. Straniamento, timore, delusione. Sono le prime parole che vengono in mente guardando le testimonianze di ciò che è avvenuto la notte scorsa in Brasile.

Si è trattato di un vero e proprio assalto alla democrazia e a ciò che di buono l’uomo ha costruito nel corso della storia. La condanna è ferma ed unanime. A noi non resta che sperare, e augurarci che le città della terra che abitiamo non siano più costrette a vivere questi momenti bui.

La città in cui vorrei abitare di Adam Zagajewski

È una città silenziosa al crepuscolo,
quando pallide stelle riprendono i sensi,
e a mezzogiorno sonora per le voci
di ambiziosi filosofi e mercanti
che hanno portato velluti dall’Oriente.

Vi ardono i fuochi delle conversazioni
non certo i roghi.
Le vecchie chiese, le pietre muscose
di antiche preghiere sono la sua zavorra
e il suo razzo diretto verso il cosmo.

È una città imparziale
che non condanna gli stranieri,
una città che rapida ricorda
e lentamente scorda,
che tollera i poeti e perdona ai profeti
la mancanza di humour.

È una città eretta
in base ai preludi di Chopin,
da cui ha preso solo la gioia e la tristezza.
Un largo anello di colline
la circonda; vi crescono
i frassini campestri e il pioppo slanciato
che è il giudice del popolo degli alberi.

Un fiume vivace che vi scorre in mezzo
notte e giorno sussurra
saluti incomprensibili
delle sorgenti, delle montagne, del cielo.

Adam Zagajewski

Adam Zagajewski è nato a Leopoli il 21 giugno 1945. Poeta, scrittore e saggista polacco, ha studiato psicologia e filosofia, e nel 1967 ha esordito nel mondo delle lettere pubblicando alcuni componimenti su varie riviste culturali polacche.

Zagajewski è celebre per aver partecipato alla “New wave”, movimento che si proponeva di “resistere alle falsificazioni della realtà e all’appropriazione del linguaggio da parte dell’ideologia comunista e della propaganda”, e per aver firmato nel 1975 la Lettera dei 59, un documento in cui gli intellettuali polacchi denunciavano le modifiche costituzionali imposte dal Partito Comunista. In seguito a tale presa di posizione, le opere dell’autore sono state censurate per molto tempo nel suo paese. Nel 1981 Adam Zagajewski si è trasferito a Parigi, dove ha vissuto per molti anni prima di sposarsi a Cracovia.

La produzione poetica di Zagajewski è oggi molto apprezzata, tanto in patria quanto all’estero. Le opere dell’autore sono state tradotte in molte lingue e hanno ricevuto il plauso della critica internazionale: il critico americano Robert Pinsky ha osservato che i versi di Zagajewski riguardano “la presenza del passato nella vita di tutti i giorni: la storia non nel senso della cronaca dei morti […] ma come una forma immensa, talvolta sottile, inerente a ciò che la gente vede e sente tutti i giorni – e ai modi in cui vediamo e sentiamo”.

La poesia che abbiamo appena letto, “La città in cui vorrei abitare”, è tratta dalla raccolta “Dalla vita degli oggetti“, edita in Italia da Adelphi. Zagajewski è morto a Cracovia il 21 marzo del 2021, e ci ha lasciato una meravigliosa eredità poetica.

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