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Il gioco non vale la candela, Perché si dice…

Prosegue il nostro viaggio alla scoperta delle origini storiche e gli aneddoti che si celano dietro le espressioni che usiamo quotidianamente durante la vita di tutti i giorni. Oggi vi spieghiamo l'origine dell'espressione 'Il gioco non vale la candela'...

Il gioco non vale la candela è un espressione idiomatica, un modo di dire molto comune nel linguaggio utilizzato tutti i giorni. La locuzione è utilizzata quando si vuole esprimere la propria riluttanza a compiere un sacrificio che non farà ottenere un utile proporzionato. Più semplicemente, quando si evita di fare qualcosa, perché il risultato finale non avrà un valore proporzionale agli sforzi compiuti per ottenerlo.

Il gioco non vale la candela, origine medievale 

Il gioco non vale la candela è di origine medievale (del XVI secolo secondo altre fonti). A quei tempi era necessario usare candele o lampade ad olio per qualunque attività notturna. E il costo delle candele, specialmente per le classi sociali più basse, poteva diventare una spesa considerevole. Era quindi consuetudine, per i giocatori di carte, lasciare una piccola somma (o una candela) al proprietario della casa che li ospitava o all’oste della locanda.

Il modo di dire si diffuse rapidamente tra i giocatori d’azzardo. Inizio ad essere utilizzato per indicare partite in cui si era perso molto denaro. O in quelle partite nelle quali le vincite erano state così basse da non coprire nemmeno la piccola spesa lasciata per la candela. 

 

L’origine religiosa

Secondo una diversa ipotesi, Il gioco non vale la candela avrebbe origine dal mondo ecclesiastico.  Alcuni fedeli, quando si recano in chiesa, sono abituati ad accendere un lumino in onore di un particolare santo. Questo per far sì che lui possa ascoltare ed esaudire le loro preghiere, e lo facevano anche in passato.

C’erano però beati di serie A, quelli che a quanto pare erano “attenti” e “realizzavano” quanto richiesto, e beati di serie B, che invece non “davano risposta” o comunque non “facevano granché”.

Per questi ultimi allora perché doversi prendere la briga di accendere una candela se tanto poi il più delle volte “rimanevano in silenzio” o facevano prodigi molto scialbi e solo di rado.

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