Sei qui: Home » Lingua Italiana » “Indigeno”, quando una parola racconta la nostra storia

“Indigeno”, quando una parola racconta la nostra storia

Il 9 agosto ricorre la Giornata internazionale dei popoli indigeni. Per l'occasione, scopriamo le origini e la storia del termine "indigeno", che nel corso dei secoli ha assunto molte accezioni diverse.

Indigeno. Prima di raccontare le origini e le evoluzioni semantiche di questa parola, proviamo a interrogarci su cosa significhi per ciascuno di noi. Ha un’accezione positiva, negativa o neutrale? Ci ricorda un’etnia in particolare? Ha un rimando universale?

Oggi, 9 agosto, si celebra la Giornata internazionale dei popoli indigeni. Ecco la ragione per cui vogliamo approfondire, da un punto di vista linguistico, il concetto di indigeno, che racconta tanto della nostra storia, perché il suo significato si è evoluto con il tempo.

Indigeno, l’etimologia del termine

Ricercando il lemma Indigeno sul vocabolario, ci rendiamo subito conto che si tratta di una parola di matrice latina, composta da “indu”, variante dotta di “in” che significa “dentro” e “genus”, suffisso derivante dal verbo “gignere”, “generare” in italiano, coniugato al participio passato.

Questa parola dotta, dunque, indica “colui il quale è stato generato qui dentro”, che abita nel posto in cui è nato. Per dirlo alla greca, un indigeno è un autoctono. Ma è anche un “aborigeno”, un “nativo”. Con questo termine, infatti, indichiamo tutte quelle popolazioni che sono stanziate da sempre in un dato territorio, senza aver mai migrato.

La storia della parola, alle origini del colonialismo

Se ci soffermiamo, però, a pensare all’accezione che diamo al termine indigeno, probabilmente molti fra noi noteranno come sia geograficamente e storicamente collocata. Con questa parola, infatti, i colonizzatori europei indicavano tutte le popolazioni che sin dall’antichità abitavano le terre appena scoperte. Gli indigeni erano selvaggi, uomini, donne e bambini senza regole né cultura, da plasmare a immagine e somiglianza dei nuovi arrivati, da controllare e, spesso, da sterminare.

L’assonanza del termine con le Indie, poi, ha fatto il resto. Tanto che in molti, ancora oggi, sono convinti che la parola in questione derivi da “India”.

Curiosa risulta invece la prima attestazione di indigeno, che risale ad uno scritto in cui l’arcivescovo Alessandro Piccolomini ripescava il termine per designare la nobiltà di una città laddove i popoli che la abitano non si siano mescolati con i forestieri. A chiosa dell’uso di indigeno, l’alto prelato scriveva: “per non aver altro vocabolo più propriamente nostro, con vocabolo latino Indigeni chiameremo”. Ironico pensare a come questa parola sia stata pescata dal latino, per la prima volta, per rivolgersi alla purezza, alla nobiltà e alla civiltà delle etnie occidentali, e a come dopo abbia indicato i “selvaggi” d’America.

La Giornata internazionale dei popoli indigeni

La Giornata internazionale dei popoli indigeni è una ricorrenza fortemente voluta dal Parlamento dell’Unione Europea, che infatti per l’occasione ha rilasciato il seguente comunicato stampa:

In occasione della Giornata internazionale dei popoli indigeni del mondo (9 agosto 2023), l’Unione europea ribadisce il suo impegno forte e costante per il rispetto, la tutela e l’esercizio dei diritti dei popoli indigeni, sanciti dal diritto internazionale dei diritti umani e dalla Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti dei popoli indigeni.

Poiché quest’anno la Giornata internazionale è dedicata ai “Giovani indigeni quali artefici del cambiamento per l’autodeterminazione”, intendiamo rendere omaggio in particolar modo alle loro voci e alla loro azione. Questi giovani sono in prima linea in alcune delle crisi più urgenti che l’umanità si trova ad affrontare oggi, come la perdita di biodiversità e i cambiamenti climatici.

Allo stesso tempo, però, non dispongono dei mezzi per partecipare pienamente alla vita politica e pubblica, per far fronte a sfide quali la perdita di territori, mezzi di sussistenza e risorse o per sostenere l’autodeterminazione e difendere i loro diritti. L’UE continua a promuovere la partecipazione dei leader indigeni e dei difensori dei diritti umani dei popoli indigeni, compresi i giovani, ai processi di sviluppo e ai principali consessi decisionali mondiali.

Quest’anno l’UE ha investito 2,3 milioni di EUR nella nuova iniziativa Dialoghi con i giovani dell’Artico al fine di coinvolgere i giovani artici ed europei, anche i giovani indigeni, nella definizione delle politiche e nel processo decisionale per un futuro pacifico, sostenibile e prospero della regione, in linea con la politica dell’UE per l’Artico e il piano d’azione per i giovani nell’ambito dell’azione esterna dell’UE.

Oggi l’UE è al fianco degli oltre 476 milioni di indigeni, nell’Artico e nel mondo, e ne celebra la resilienza e l’eccezionale diversità culturale.

© Riproduzione Riservata