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Weekend di lettura, 5 libri da leggere per viaggiare da sotto le coperte

Se in questo freddo fine settimana hai voglia di una lettura che ti faccia viaggiare stando comodamente sotto le coperte, scopri con noi questi 5 libri.

Quello in arrivo è il weekend della Merla, il più freddo – almeno secondo la tradizione – dell’inverno. Se hai in programma una sessione di lettura avvincente sotto le coperte, con una bevanda calda e un po’ di serenità per sciogliere le tensioni di una lunga settimana di fatiche, ecco cinque libri che potrebbero fare per te.

Cinque libri per viaggiare da sotto le coperte

La Compagnia dell’Anello” di J.R.R. Tolkien

Iniziamo da un classico: i libri di Tolkien, che compongono la saga del “Signore degli Anelli”, sono perfetti da leggere in inverno avvolti dalle coperte se si è alla ricerca di un viaggio inaspettato e colmo di avventure. L’intensità della trama, unita al mondo, alle ambientazioni e ai personaggi creati dall’autore fanno sì che questo sia uno dei capolavori fantasy più amati di sempre.

La Compagnia dell’Anello si apre nella Contea, un idilliaco paese agricolo dove vivono gli Hobbit, piccoli esseri lieti, saggi e longevi. La quiete è turbata dall’arrivo dello stregone Gandalf, che convince Frodo a partire per il paese delle tenebre, Mordor, dove dovrà gettare nelle fiamme del Monte Fato il terribile Anello del Potere, giunto nelle sue mani per una serie di incredibili circostanze. Un gruppo di hobbit lo accompagna e strada facendo si aggiungono alla banda l’elfo, il nano e alcuni uomini, tutti uniti nella lotta contro il Male.

Cronache di un gatto viaggiatore” di Hiro Arikawa

Se invece ti appassionano il Giappone e i libri ambientati in questo Paese così ricco di tradizioni interessanti, fra i libri che ti proponiamo per il tuo weekend di viaggio immaginario dovresti scegliere proprio “Cronache di un gatto viaggiatore”, un vero caso editoriale in Giappone e all’estero.

Nana è un gatto randagio che vive di espedienti. Con la sua bizzarra coda a forma di sette, è fiero della sua indipendenza. Ma un giorno ha un incidente. A salvarlo e a prendersi cura di lui è Satoru.

Nana all’inizio non si fida di lui, graffia e si ritrae. Non è abituato all’affetto degli uomini. Anche Satoruda tanto tempo non permette a nessuno di avvicinarsi. Eppure capisce subito come far cambiare idea a Nana: un po’ di cibo, una cuccia calda, qualche coccola furtiva. E tra i due nasce un’amicizia speciale che riempie la loro vita.

Fino al giorno in cui Satoru, dopo aver perso il lavoro, deve trasferirsi e non può più occuparsi di Nana. È allora che i due decidono di fare un viaggio, su una vecchia station wagon color argento, per trovare un nuovo padrone tra le amicizie di Satoru.

Tra filari di betulle bianche, peschi e canne di bambù, attraverso un Giappone pieno di colori, profumi e panorami dal fascino infinito, incontrano il migliore amico di Satoru da bambino, la primadonna che ha amato e poi perso e il suo compagno di scorribande delle medie. Ma nessuno di loro può prendersi cura di Nana.

Piccola grande isola” di Bill Bryson

Molto diversa è l’idea del viaggiare che propone Bill Bryson nel primo libro che abbia mai dedicato alla Gran Bretagna: un itinerario rilassato e disteso alla scoperta di una “piccola grande isola” attraverso chi, ogni giorno, traccia dal proprio piccolo la sua storia. Questa è una lettura adatta a chi ama le scoperte, ma soprattutto per chi ricerca atmosfere malinconiche.

Bill Bryson parte per un nuovo viaggio attraverso la Gran Bretagna. Questa volta si inventa un percorso che è anche una sfida: la Bryson Line, la linea retta più lunga che si possa tracciare tra due località britanniche, partendo dal suo estremo meridionale, Bognor Regis, una sonnacchiosa cittadina marittima sulla Manica, per risalire fin sulla punta della Scozia, a Cape Wrath.

Lungo il tragitto, concedendosi qualche deviazione, passa dal tripudio di grattacieli di Londra alla nostalgica decadenza dei centri turistici costieri, dai pascoli immacolati del Sussex alle gloriose fabbriche inglesi in cui ebbe inizio la Rivoluzione industriale, dalla selvaggia brughiera scozzese ai deliziosi laghetti del Nord dell’Inghilterra, osservando estasiato il miracoloso equilibrio tra natura e intervento umano, che ha fatto del paesaggio britannico una sorta di giardino paradisiaco.

E intanto il viaggio attraverso l’amato Paese adottivo diviene per l’autore un pretesto per dar sfogo alla sua inesauribile vena affabulatoria, ripercorrere aneddoti storici e personali e raccontare con irresistibile comicità gli incontri più disparati.

La città che profuma di coriandolo” di Marie Fadel e Rafik Schami

Per chi preferisce “viaggiare” in direzione di una meta più calda, suggeriamo “La città che profuma di coriandolo”; un libro che dona un’esperienza di lettura calorosa e umana alla scoperta di un luogo che, purtroppo, non esiste più come lo leggiamo. È Damasco, culla della civiltà siriana, che qui torna a risplendere attraverso pagine innamorate, in cui ci si imbatte in storie, ricette, vicoli… un po’ come se anche noi fossimo proprio lì.

È facile perdersi nei tortuosi vicoli di Damasco, nel suo intricatissimo groviglio di strade. Ma se ci si fa prendere per mano, lasciandosi condurre da una guida esperta, sarà una passeggiata strabiliante, un viaggio alla scoperta dei giardini segreti, delle minuscole botteghe, dei sapori, dei profumi, dei colori della città.

Dietro ogni porta si celano tradizioni e cucine odorose di spezie. E ogni cucina nasconde una storia e una ricetta per raccontarla. Come il tabbuleh di zia Salime, un piatto dai pungenti aromi di erbe, una festa per il palato che non può essere preparato nei momenti tristi; i falafel al coriandolo e cumino dell’artista delle ombre; il riso con mandorle e uvetta dell’anziana levatrice sciita; il fragrante pane allo yogurt della donna che aveva dimenticato come si faceva ad amare.

“La città che profuma di coriandolo e di cannella” nasce da una telefonata e da una promessa tra fratello e sorella. Rafik Schami ormai da anni è stato esiliato dalla Siria per motivi politici e la sua idea di scrivere un libro in onore della cucina della sua città, la regina d’Oriente, sembrava destinata a non realizzarsi mai. Almeno finché sua sorella non si è offerta di aiutarlo. Così Marie raccoglie le ricette e le detta per telefono, accompagnando suo fratello ma anche i lettori alla scoperta di un universo affascinante e profumato.

Viaggio d’inverno” di Attilio Bertolucci

Infine, per il freddo weekend di chi ama la poesia, o di chi vuol provare ad avvicinarvisi attraverso opere contemporanee che parlino anche di noi, suggeriamo “Viaggio d’inverno” di Attilio Bertolucci. Un libro contemplativo, che invita al raccoglimento e alla riflessione silenziosa che ci concilia con noi stessi e con la natura.

In “Viaggio d’inverno” Attilio Bertolucci si fa cantore della propria città, Parma, della sua pianura e delle sue montagne: qui, come in un luogo privilegiato, l’esistenza in ogni sua forma è nobilitata, e memoria e presente s’incontrano fondendosi in nitidissime immagini.

Con abilità quasi pittorica – frutto forse dell’insegnamento di Roberto Longhi, durante gli anni dell’università a Bologna – Bertolucci dipinge con vivida esattezza «l’ora lucente dopo il pasto il sole il vino», le «corolle vermiglie» delle rose, «l’erba cresciuta» e la «fina sabbia» delle «chiare rive».

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