Il 30 luglio si celebra la Giornata Internazionale dell’Amicizia: un’occasione per riscoprire storie che hanno lasciato un segno profondo nella letteratura e nella vita di chi l’ha attraversata. Tra queste, spicca il legame profondo, intellettuale, emotivo e, forse, anche amoroso, tra Virginia Woolf e Victoria Ocampo, due donne che hanno sfidato i limiti del loro tempo, della loro geografia e del ruolo assegnato alle donne nella cultura.
Nel cuore di una Londra invernale del 1934, due donne si incontrano. Una è Virginia Woolf, la scrittrice inglese che con “Una stanza tutta per sé” ha scosso le fondamenta della cultura patriarcale e affermato, con spietata lucidità, il bisogno di spazio, tempo e libertà per le donne.
L’altra è Victoria Ocampo, intellettuale argentina, fondatrice della rivista Sur, impegnata a ritagliarsi un posto nel mondo letterario dominato da uomini e a costruire un ponte tra le letterature europee e sudamericane. Da quel primo incontro nasce un legame unico, fatto di stima, passione intellettuale e affetto profondo.
Un’amicizia trasversale ai continenti e alle convenzioni, oggi finalmente ricostruita grazie al volume “Corrispondenza” , edito da Medhelan, tradotto da Francesca Coppola. Non è soltanto una raccolta di lettere: è il diario intimo di una relazione fatta di ammirazione e di interrogativi, di desiderio e di distanza. È il racconto di due donne che, pur provenendo da mondi lontanissimi, si sono riconosciute, amate, sfidate. Ed è forse questo l’aspetto più straordinario: che l’amicizia, intesa qui come forma di incontro tra anime libere, possa diventare uno spazio di libertà assoluta, di critica reciproca e di affetto consapevole.
Curiosità su Virginia Woolf e Victoria Ocampo:
Virginia Woolf fu ispirata da Victoria per il personaggio di una viaggiatrice sudamericana in un racconto mai pubblicato.
Victoria Ocampo conservò tutte le lettere di Virginia con cura ossessiva.
Quando seppe della morte della Woolf, Victoria rimase in silenzio per giorni e scrisse un saggio struggente sull’amicizia perduta.
Virginia Woolf e Victoria Ocampo due donne senza tempo
L’amicizia tra Virginia Woolf e Victoria Ocampo ci ricorda quanto possa essere profonda una connessione tra due intellettuali, tra due donne libere, tra due anime affini. Un’amicizia che è sopravvissuta al tempo, alle distanze, alle incomprensioni. E che oggi ci invita a coltivare legami che sappiano anche essere pensiero, desiderio, cambiamento.
«I’m in love with Victoria Ocampo»
La frase, scritta da Virginia a Vita Sackville-West, sua compagna di vita e di lettere, non è casuale. È la dichiarazione di un incanto, ma anche di un turbamento. Victoria Ocampo non è come le altre: è una donna colta, audace, cosmopolita, che osa prendere parola e sostenere il peso della sua voce in un’Argentina ancora soffocata dal conservatorismo. E Woolf, che ha passato la vita a scrivere dell’esclusione delle donne dalla sfera pubblica e creativa, rimane profondamente colpita da questa figura femminile che incarna una versione internazionale e sofisticata della “donna nuova”.
Ma non idealizziamo: il loro rapporto non è lineare, né del tutto simmetrico. Woolf è ironica, a volte persino dura. In alcune lettere prende le distanze dall’entusiasmo quasi febbrile di Ocampo. Ma ciò che si costruisce nel tempo, nonostante la distanza fisica, la differenza linguistica, gli impegni, è una relazione fatta di autenticità, che si nutre di dialoghi, di divergenze, di riflessioni sulla scrittura, sulla politica e sul ruolo delle donne nella cultura.
L’intellettuale e la mecenate
Victoria Ocampo non fu solo una lettrice appassionata: fu anche la prima a pubblicare in Argentina scrittori come Woolf, Camus, Tagore, Sartre, Borges. Attraverso la rivista Sur, fondata nel 1931, costruì un canale per far circolare idee, traduzioni e talenti tra Europa e Sudamerica.
In questo senso, il suo rapporto con Virginia Woolf va letto anche come un legame culturale: un’alleanza tra due donne che, in forme diverse, usarono la parola per rompere i silenzi.
Nel libro, le lettere sono arricchite da documenti autografi, fotografie rare e appunti che rendono ancora più vivido il mondo in cui si muovevano. Alcune lettere sono brevissime, altre più intense. Ma tutte restituiscono un’atmosfera di complicità. E anche di resistenza.
L’amicizia come spazio politico
Non è esagerato affermare che l’amicizia tra Woolf e Ocampo sia stata anche un atto politico. In un mondo in cui le donne erano “generiche”, come scrisse Borges ricordando Victoria Ocampo alla sua morte, loro ebbero il coraggio di essere individui.
Di non rientrare nei ruoli previsti. Di vivere, ognuna a modo suo, nella tensione tra desiderio e libertà. Nel loro epistolario non mancano i riferimenti a questioni cruciali: la guerra in Europa, il colonialismo, la posizione della donna nella società.
Sono lettere che riflettono su cosa significhi essere una scrittrice, una intellettuale, una viaggiatrice. E lo fanno con una lucidità che sorprende ancora oggi.
Un’eredità da riscoprire
Il libro edito da Medhelan non solo colma un vuoto editoriale, ma restituisce a lettori e lettrici contemporanei la forza emotiva e intellettuale di un rapporto rimasto nell’ombra.
Se Ocampo è ancora poco conosciuta in Italia, questo epistolario può essere un punto di partenza per esplorarne il pensiero, la scrittura, il ruolo pionieristico nella cultura argentina. E può anche farci rileggere Woolf sotto una nuova luce: non solo come grande romanziera, ma come donna capace di amare, di scrivere con tenerezza e con umorismo, di lasciarsi toccare dalla vita altrui.