Da poco ci sono stati i Goodreads Choice Awards 2025, i premi letterari più “democratici” del web. Ma cosa sono esattamente? Per i più profani, abbiamo deciso di spiegarli in poche parole: non vengono assegnati da una giuria di critici, ma direttamente dai lettori.
Ogni anno, a partire da novembre, Goodreads – la più grande piattaforma social dedicata ai libri – seleziona per ciascuna categoria una rosa di titoli usciti nell’ultimo anno solare, scelta in base alle recensioni e alla popolarità sulla piattaforma. Da quel momento, sono gli utenti a votare il loro preferito, con varie tornate di selezione fino alla proclamazione dei vincitori.
L’importanza dei Goodreads Choice Awards
È un premio che fotografa molto bene l’immaginario di lettura del momento e non sempre coincide con i gusti della critica; spesso intercetta invece fenomeni di costume, libri amatissimi sui social, romanzi di intrattenimento che hanno saputo conquistare migliaia di persone sui social. Proprio per questo, è una miniera d’oro se state cercando idee di lettura aggiornate, o se avete intenzione di capire “di cosa parlano tutti” quest’anno.
Nell’articolo che segue passeremo in rassegna i vincitori dell’edizione 2025, tra i pubblicati in Italia e non.
Con la speranza che alcuni titoli possano incontrare i vostri gusti, vi lasciamo alle trame…
“Atmosfera” di Taylor Jenkins Reid– vincitore Historical Fiction
Il libro parla di Joan Goodwin, una donna che ha sempre avuto la testa fra le stelle, ma i piedi ben piantati a terra. È una brillante docente di Fisica e Astronomia alla Rice University, ama il proprio lavoro e il tempo passato con la nipote Frances, ragazzina curiosa che condivide con lei la passione per il cielo. La sua vita sembra tracciata: corsi, ricerca, qualche conferenza, un’esistenza appartata ma soddisfacente.
Tutto cambia quando, a fine anni Settanta, la NASA annuncia di essere alla ricerca delle prime donne scienziate da inserire nel programma Space Shuttle. All’improvviso, per Joan non basta più raccontare le stelle: vuole andarci. Decide di candidarsi, consapevole di essere una donna in un mondo ancora pesantemente maschile, in piena Guerra Fredda e con gli Stati Uniti in competizione continua sulla conquista dello spazio.
Selezionata tra centinaia di aspiranti, nell’estate del 1980 Joan entra nel cuore del sogno americano: Houston, i simulatori, gli addestramenti massacranti. Conosce i compagni di squadra che diventeranno la sua nuova famiglia scelta: Hank Redmond, pilota Top Gun, tutto carisma e disciplina; John Griffin, scienziato brillante e sorprendentemente empatico; Lydia Danes, che ha lavorato più di tutti per meritarsi quel posto; Donna Fitzgerald, che sorride mentre nasconde segreti ingombranti; e Vanessa Ford, ingegnere magnetica, capace di aggiustare ogni motore ma molto meno disposta a lasciarsi leggere dentro.
Tra tute arancioni, prove in assenza di gravità e test sempre più rischiosi, Joan scopre un lato di sé che non conosceva: la capacità di rischiare, di desiderare, di innamorarsi. Mentre la missione STS-LR9 prende forma, il libro intreccia ambizione personale, politica della NASA, rivalità e solidarietà femminile, fino al volo decisivo del dicembre 1984, quando un singolo istante cambierà per sempre il modo in cui Joan guarda lo spazio, la Terra e il proprio posto nell’universo.
“Not quite dead yet” di Holly Jackson – vincitore Mystery & Thriller
Jet Mason ha ventisette anni e una vita in stand-by. Lavora, rimanda, scrolla, ripete a se stessa “lo farò più tardi”, convinta di avere tutto il tempo del mondo per mettere ordine nei sogni lasciati a metà. Fino alla notte di Halloween, quando un intruso entra in casa sua e la aggredisce. Si salva per un soffio, ma il referto del pronto soccorso è peggiore di qualsiasi mostro in costume: il trauma le ha provocato una lesione al cervello, destinata quasi certamente a trasformarsi in un aneurisma fatale nel giro di una settimana.
Tra sette giorni Jet sarà morta.
La polizia archivia l’accaduto con troppa fretta, ma c’è qualcosa che non torna. Jet è certa che l’attacco non sia stato casuale: qualcuno voleva eliminarla e ha approfittato del caos di Halloween per farlo. All’improvviso, ogni volto familiare diventa sospetto. La famiglia iperprotettiva, l’ex migliore amica che ora è sua cognata, l’ex fidanzato possessivo che non ha mai smesso di orbitare attorno alla sua vita… tutti potrebbero avere un motivo, un rancore, un segreto inconfessabile.
Con il tempo che le scivola via e i primi sintomi neurologici che cominciano a farsi sentire, Jet decide di fare qualcosa che non ha mai fatto: prendere in mano la propria storia. L’unico alleato in cui riesce davvero a fidarsi è Billy, l’amico d’infanzia che la conosce da sempre e che non si tira indietro di fronte a una caccia all’uomo (e alla verità) contro il tempo.
Holly Jackson costruisce un thriller a orologeria in prima persona, claustrofobico e ironico allo stesso tempo, dove la protagonista indaga sul proprio “delitto annunciato” sapendo di essere la prossima – e unica – vittima certa. Not Quite Dead Yet è perfetto per chi ama i mystery pieni di colpi di scena, ma anche i personaggi imperfetti che, messi all’angolo, trovano finalmente il coraggio di vivere davvero.
“Great big beautiful life. Un amore da romanzo” di Emily Henry– vincitore Romance
La vita di Margaret Ives sembra uscita da un romanzo: erede di una delle famiglie più scandalose del Novecento, un tempo regina dei tabloid, oggi è un fantasma mondano. Da anni è scomparsa dalla scena pubblica e nessuno sa davvero dove sia finita, né cosa sia accaduto alle persone che le stavano intorno. Quando una donna ottantenne sostiene di essere proprio lei e invita due scrittori su una piccola isola, Little Crescent Island, la promessa è irresistibile: raccontare, una volta per tutte, la sua storia.
I prescelti per contendersi il “caso Ives” non potrebbero essere più diversi. Alice Scott è l’eterna ottimista: sogna da sempre la grande occasione, ma si sente invisibile – soprattutto agli occhi della sua famiglia, che non l’ha mai presa davvero sul serio. Per lei, ottenere l’incarico significherebbe finalmente dimostrare qualcosa, a sé stessa e agli altri. Dall’altra parte c’è Hayden Anderson, scrittore affermato e premio Pulitzer: brillante, cinico quanto basta, abituato a stare dalla parte di chi viene scelto, non di chi prega per un’opportunità.
Margaret, però, gioca secondo le proprie regole. A ognuno dei due offre solo una parte della verità: episodi, confessioni, ricordi privati che non possono essere condivisi per via di un accordo di riservatezza assoluto. Alice e Hayden, così, si ritrovano a lavorare in parallelo sulla stessa vita senza poterne parlare tra loro, costretti a chiedersi continuamente quanto del racconto della donna sia reale e quanto sia una costruzione, l’ultima performance di una grande manipolatrice del proprio mito.
Intanto, tra discussioni professionali, scontri di ego e cene sull’isola, tra i due nasce una tensione sempre più difficile da ignorare: la loro storia potrebbe essere un mistero, una tragedia o una ballata d’amore, proprio come il racconto che stanno cercando di scrivere. “Great big beautiful life” è un romanzo che mescola romance, family saga e libri sui libri: perfetto per chi ama le storie lente, piene di sottintesi emotivi, segreti di famiglia e sentimenti che crescono a fuoco basso.
“Seppellisci le mie ossa sotto il suolo a mezzanotte” di V. E. Schwab – vincitore Fantasy
Il romanzo segue tre giovani donne in tre epoche diverse, unite da una stessa presenza e da una stessa fame che attraversa i secoli.
Nel 1532, nel nord della Spagna, María vive ai margini, povera e con pochissime prospettive. Sa che il suo destino è essere data in moglie o venduta come merce di scambio. Quando incontra una sconosciuta affascinante che le offre una via di fuga, accetta senza esitazione. Quella scelta la porterà molto lontano dalla vita che conosce, ma la legherà anche a una forma di esistenza che ha ben poco di umano.
Nel 1827, in Inghilterra, Charlotte è cresciuta in una tenuta isolata, circondata da regole e aspettative. Un solo passo falso la rovina socialmente e la costringe a trasferirsi a Londra, dove rischia di finire schiacciata dal giudizio e dallo scandalo. L’incontro con una vedova elegante, che sembra muoversi con disinvoltura tra salotti e margini della società, le apre la porta a una libertà inimmaginabile, ma la trascina in un mondo in cui la sopravvivenza richiede compromessi estremi.
Nel 2019, a Boston, Alice è una studentessa fuori sede che cerca di reinventarsi dall’altra parte dell’oceano. Vuole lasciarsi alle spalle il passato, trovare un posto nel mondo e capire chi è davvero. Una notte, però, qualcosa va storto: un episodio di violenza e di vergogna la spinge a cercare risposte e protezione, finendo per incrociare un filo che la collega, senza che lei lo sappia, alle donne che l’hanno preceduta.
Schwab costruisce un horror gotico e vampiresco a tre voci, in cui si parla di immortalità, desiderio e rabbia, ma anche di potere e di corpi femminili sotto controllo. È un libro adatto a chi ama le atmosfere cupe e stratificate, le narrazioni che attraversano i secoli e i personaggi moralmente complessi, più vicini alla zona grigia che al bianco e nero.
“Onyx Storm” di Rebecca Yarros – vincitore Romantasy e Audiobook
Dopo quasi diciotto mesi all’accademia militare di Basgiath, Violet Sorrengail non è più la cadetta fragile che cercava di sopravvivere al primo anno. È una cavaliere dei draghi, ha già visto morire amici, cambiare alleanze, crollare certezze. E soprattutto ha capito che il vero nemico non è solo oltre i confini di Navarra: è già dentro i ranghi, mescolato ai compagni, nascosto dietro uniformi e giuramenti.
La guerra, ora, è apertamente iniziata. Non c’è più tempo per lezioni o addestramenti teorici: servono eserciti, decisioni rapide, schieramenti chiari. Le deboli difese di Aretia non possono reggere a lungo e Violet è costretta a lasciare la relativa sicurezza di ciò che ha contribuito a ricostruire per cercare alleati pronti a combattere al fianco di Navarra. Il viaggio che intraprende la porta in territori nuovi, tra popoli diffidenti, vecchi rancori e poteri magici che non tutti sono pronti a rimettere in gioco.
La posta in gioco per lei è altissima: non sta difendendo solo un regno astratto, ma i suoi draghi, la sua famiglia, la casa che si sono faticosamente costruiti… e lui, l’uomo che ama, che resta comunque una crepa viva tra le sue lealtà. Violet sa che per tenerli al sicuro dovrà custodire un segreto enorme, capace, se rivelato, di far crollare ogni fragile equilibrio politico e personale.
In questo terzo capitolo la saga si fa ancora più epica: intrighi militari, giochi di potere, magia sempre più complessa e battaglie in cui ogni scelta ha un prezzo. Una vera “tempesta di onice” si prepara all’orizzonte e non tutti i personaggi che abbiamo seguito fino a qui ne usciranno vivi. “Onyx Storm” è il volume perfetto per chi ama i fantasy romantasy pieni di draghi, tensione emotiva e cliffhanger, e vuole ritrovare Violet nel momento in cui il coraggio non basta più: serve anche capire qual è la verità per cui vale la pena rischiare tutto.
“My friends” di Fredrik Backman – vincitore Fition
Fredrik Backman torna a raccontare ciò che gli riesce meglio: le vite ordinarie che, viste da vicino, sono tutto fuorché banali. Al centro del romanzo c’è una tela famosa in tutto il mondo: un quadro di mare, apparentemente semplice, in cui quasi nessuno nota tre minuscole figure sedute in fondo a un lungo molo. Per i più è solo un dettaglio. Per Louisa, giovane artista che sogna di trovare la propria voce, è invece un enigma.
Quando, in circostanze inattese, il dipinto finisce sotto la sua custodia, Louisa decide di scoprire chi siano quei tre ragazzi e perché l’artista li abbia consegnati a quel silenzio d’acqua e luce. Da qui parte un viaggio a ritroso nel tempo: venticinque anni prima, in una cittadina di mare, quattro adolescenti trascorrevano un’estate che avrebbe cambiato tutto. Scappavano da famiglie difficili, cercavano riparo da case piene di urla, passavano le giornate su un molo abbandonato a raccontarsi barzellette stupide, segreti che bruciano, piccoli atti di ribellione.
Quell’amicizia diventa per ciascuno un’ancora: il motivo per alzarsi la mattina, per credere che il futuro possa essere diverso, per scoprire che si può essere amati così come si è. Da quell’estate nasceranno scelte, ferite, separazioni e, alla fine, un’opera d’arte che attraversa gli anni fino a raggiungere Louisa.
Nel seguire le tracce del quadro – e dei ragazzi che ne sono stati l’anima – Louisa attraversa il paese ma anche la propria storia, chiedendosi che cosa significhi davvero avere una “grande vita” e se i lieto fine debbano per forza somigliare a quelli dei romanzi. “My friends” è un inno alla potenza trasformativa dell’amicizia e dell’arte: commovente senza essere ruffiano, ironico e dolceamaro, perfetto per chi ama le storie corali in cui le persone cambiano a piccoli gesti, una scelta dopo l’altra.
“La vita facile” di Aisling Rawle – vincitore Science Fition
Lily ha vent’anni, è bella, apatica e convinta che la vita vera sia sempre altrove. Quando si sveglia in un complesso di lusso nel mezzo del deserto, circondata da sconosciuti e da telecamere ovunque, capisce di essere finita nel cuore di un reality show seguitissimo: un gioco a eliminazione in cui chi resiste più a lungo vince tutto. Champagne, abiti firmati, gioielli, piscine: il set è un paradiso artificiale in cui ogni desiderio materiale può essere soddisfatto, purché i concorrenti continuino a intrattenere il pubblico.
L’unico contatto con l’esterno sono gli incendi che, di tanto in tanto, si vedono bruciare all’orizzonte, oltre il recinto e l’oceano di sabbia. Il mondo fuori sembra andare a fuoco, ma nessuno dei partecipanti ha davvero fretta di tornare alla realtà: la catastrofe è solo uno sfondo spettacolare, utile a rendere lo show ancora più avvincente. Sotto lo sguardo implacabile delle telecamere, però, i rapporti tra i concorrenti si complicano. Le alleanze cambiano con la stessa rapidità con cui vengono serviti i drink al bar, e la linea tra recitare un ruolo e mostrare se stessi diventa sempre più sottile.
Lily, che ha sempre coltivato una certa indifferenza come autodifesa, si ritrova costretta a scegliere cosa mostrare e cosa sacrificare pur di restare in gioco. Il programma la spinge a esplorare parti di sé che non pensava di avere: ambizione, crudeltà, desiderio di essere finalmente vista. Ma mentre l’aria si riempie di fumo e le prove diventano più estreme, la domanda cambia: non più cosa è disposta a perdere per vincere, ma che cosa significhi davvero “vincere” in un mondo che sta letteralmente bruciando.
“La vita facile” usa il formato del reality per costruire una fantascienza lucidissima sul voyeurismo, sul capitalismo dello spettacolo e sulla nostra capacità di guardare l’apocalisse come se fosse solo un altro contenuto da binge-watchare.
“L’alba sulla mietitura” di Susan Collins – vincitore Young Adult Fantasy & Shi-Fi
Siamo all’alba dei cinquantesimi Hunger Games, l’Edizione della Memoria: per celebrare l’anniversario del massacro, Capitol City decide di raddoppiare i tributi. Nei distretti è il panico. Nel Distretto 12, però, Haymitch Abernathy cerca solo di tirare sera, lavorare quanto basta e passare il resto del tempo con la ragazza che ama. Non è un eroe, non è un ribelle: è un ragazzo che sogna una vita normale ai margini dell’Impero.
Quando il suo nome viene estratto, ogni illusione si spezza. Strappato alla famiglia e agli affetti, Haymitch viene portato a Capitol con gli altri tre tributi del 12: una ragazza che è per lui quasi una sorella, un tipo scaltro che vive di scommesse e una coetanea abituata a sentirsi la migliore. È in quell’arena nuova, studiata per essere ancora più spettacolare e crudele, che Haymitch capisce di essere stato scelto per fallire: le regole sono truccate, gli sponsor guidati dal pubblico, ogni angolo è pensato per schiacciare i più deboli.
Invece di arrendersi, comincia a usare ciò che ha: intelligenza, ironia, capacità di leggere le persone e le crepe nel sistema. La lotta per la sopravvivenza diventa una partita di astuzia contro i Gamekeeper e contro la narrazione stessa che Capitol vuole imporre. Collins intreccia l’azione febbrile dei Giochi con la nascita di un odio lucidissimo per il potere e mostra come un unico ragazzo, costretto a diventare un simbolo contro la sua volontà, venga segnato per sempre.
Chi ha amato la trilogia ritroverà qui l’origine del mentore disilluso di Katniss e capirà, pagina dopo pagina, perché l’alcol, il sarcasmo e il disprezzo per Capitol sono l’unico modo che Haymitch ha imparato per restare vivo.
“How to Kill a Witch: The Patriarchy’s Guide to Silencing Women” di Zoe Venditozzi e Claire Mitchell – vincitore History & Biography
In “How to Kill a Witch: The Patriarchy’s Guide to Silencing Women” Zoe Venditozzi e Claire Mitchell partono da un punto preciso nello spazio e nel tempo – la Scozia del 1563, anno del Witchcraft Act – per raccontare una storia che, in realtà, attraversa i secoli e arriva fino a noi. In quell’epoca di carestie, paure religiose e tensioni politiche, trovare un “nemico comune” serviva a tenere insieme una società sull’orlo del collasso: le streghe diventano così il bersaglio perfetto. Se eri una donna povera, sola, troppo schietta o semplicemente sfortunata, c’era un’ottima probabilità che qualcuno ti accusasse di avere stretto un patto con il diavolo.
Attraverso registri processuali, testimonianze, documenti d’epoca e una narrazione viva, le autrici – che molti conoscono per il podcast Witches of Scotland – ricostruiscono come funzionava, in concreto, la macchina delle persecuzioni: chi veniva accusato, chi accusava, quali interessi si muovevano dietro ogni processo. Non c’è solo l’orrore del rogo: c’è tutta una burocrazia dell’odio fatta di interrogatori, confessioni estorte, pareri teologici e sentenze scritte “per il bene dell’anima”, che in realtà servivano a disciplinare il corpo delle donne e a controllare le comunità.
Il libro però non è solo un saggio storico: è anche una lettura dichiaratamente femminista, che mette in parallelo quelle cacce alle streghe con i meccanismi – meno spettacolari ma ancora attivi – con cui oggi si tenta di zittire chi alza la voce contro il potere. Venditozzi e Mitchell mostrano come le stesse logiche di paura, capro espiatorio e moralismo possano riemergere nella politica, nei media, perfino nei social. Con uno stile che mescola ironia nera e indignazione lucida, “How to Kill a Witch” invita a non archiviare le streghe come “un errore del passato”, ma a riconoscerle come il simbolo di tutte le donne punite perché rifiutano di stare al loro posto.
“The House of My Mother: A Daughter’s Quest for Freedom” di Shari Franke – vincitore Memoir
Per la categoria Memoir, il Goodreads Choice Awards premia “The House of My Mother: A Daughter’s Quest for Freedom” di Shari Franke, il memoir della primogenita della famigerata famiglia YouTube “8 Passengers”. Per milioni di follower, i Franke erano il prototipo della famiglia perfetta: sei figli, una casa ordinata, un severo codice morale raccontato in video patinati. Dietro le quinte, però, Shari viveva una quotidiana lotta per la sopravvivenza emotiva e fisica.
Nel libro l’autrice ricostruisce la doppia faccia della madre Ruby, rigorosa paladina dei “valori tradizionali” in pubblico e, in privato, figura tirannica ossessionata dalla disciplina. L’ascesa del canale, alimentata anche dal rapporto con la life coach Jodi Hildebrandt e dal suo programma pseudo-spirituale ConneXions, radicalizza ulteriormente l’ambiente domestico: regole sempre più crudeli, punizioni disumane, isolamento sociale. Shari racconta come, da adolescente, inizi a intuire che ciò che la sua famiglia chiama “amore” è in realtà controllo e abuso.
Il memoir arriva fino al 2023, quando Ruby Franke e Hildebrandt vengono arrestate per maltrattamenti aggravati. Shari descrive il momento in cui pubblica la foto della volante fuori casa con una sola parola – “Finally” – gesto che sancisce la rottura definitiva e l’inizio di una lenta ricostruzione di sé.
“The House of My Mother” non è solo la cronaca di un abuso domestico, ma anche un atto d’accusa verso la cultura degli influencer, che può trasformare la sofferenza reale in intrattenimento e normalizzare dinamiche violente in nome dei “contenuti”. Con una voce lucida e vulnerabile, Shari Franke racconta il proprio percorso verso la libertà, la terapia e un’idea diversa di famiglia, fondata sul consenso e sulla cura, non sulla paura.
“Everything Is Tuberculosis: The History and Persistence of Our Deadliest Infection” di John Green – vincitore Nonfiction
In questo libro l’autore di “Colpa delle stelle” abbandona il romanzo per raccontare una malattia che accompagna l’umanità da millenni: la tubercolosi. Non è un manuale medico, ma un ibrido tra memoir, reportage e saggio storico. Il punto di partenza è l’incontro di Green, nel 2019, con Henry Reider, un ragazzo affetto da tubercolosi in un ospedale della Sierra Leone. Da quell’amicizia nasce il desiderio di capire come una malattia oggi curabile e prevenibile continui a uccidere più di un milione di persone ogni anno, soprattutto nelle aree più povere del pianeta.
Capitolo dopo capitolo, l’autore ricostruisce la storia culturale e scientifica della TBC: da quando era il “male di petto” dei poeti romantici ai sanatori di inizio Novecento, fino alla scoperta degli antibiotici e alle campagne di eradicazione che non hanno mai raggiunto davvero tutti. Green intreccia dati, studi e testimonianze con riflessioni personali sulla fragilità del corpo, sulle disuguaglianze sanitarie e sul modo in cui la paura del contagio modella le società.
Al centro c’è sempre Henry: il suo percorso clinico, l’accesso difficoltoso alle cure, l’effetto che la malattia ha sulla sua famiglia e sulla comunità. Seguendo la sua storia, il lettore comprende perché la TBC sia ancora oggi definita “la malattia dell’ingiustizia”: prospera dove mancano infrastrutture, diritti e investimenti, e rivela quanto il luogo in cui si nasce conti nella possibilità di guarire.
“Everything Is Tuberculosis” è quindi sia un atto d’accusa contro le disuguaglianze globali, sia un invito concreto all’azione: mostra come scelte politiche, economiche e individuali possano cambiare il futuro di una malattia che, nonostante tutto, resta curabile.
“Fake Skating” di Lynn Painter – vincitore Young Adult Fiction
Per la categoria Young Adult Fiction, il premio va a un romanzo che mescola rom-com, nostalgia e primi amori con una leggerezza solo apparente. Al centro c’è Dani, che da bambina non si staccava mai da Alec, il figlio della migliore amica di sua madre: lui era il ragazzino un po’ nerd e tenero che la seguiva ovunque, dalle giostre del parco alle fughe di nascosto al cinema. Poi Dani è stata costretta a trasferirsi, e Alec le ha promesso che sarebbero rimasti in contatto. Non è successo: i messaggi hanno smesso di arrivare, le chiamate si sono interrotte, e il loro legame è rimasto sospeso in un silenzio pieno di domande.
Anni dopo, l’ultimo anno di liceo, Dani torna nel Minnesota, ospite del nonno insieme alla madre dopo un divorzio doloroso. Nel caos familiare, spera quasi di ritrovare il “vecchio” Alec, una presenza rassicurante a cui chiedere conto della sua sparizione. Ma il ragazzo che incontra non è più l’amico timido di un tempo: Alec è adesso la star della squadra di hockey, idolatrato in una piccola città che vive per quel sport. Al suo fianco non c’è più Dani, ma una scia di fan adoranti che lo circondano ovunque.
Determinata a tenerlo a distanza e a non lasciarsi ferire di nuovo, Dani decide di “congelare” i sentimenti. Finché una serie di circostanze impreviste non li costringe a fingersi una coppia. Nella finzione, però, riemergono la complicità dell’infanzia, le battute che solo loro capiscono, i ricordi di ciò che hanno perso. Tra allenamenti, serate allo stadio e segreti di famiglia che riemergono, Dani e Alec devono fare i conti con il passato e con ciò che provano davvero l’uno per l’altra, inclusa la vera ragione per cui lui l’ha allontanata per tutti quegli anni.
“Witchcraft for Wayward Girls” di Grady Hendrix – vincitore Horror
Siamo in Florida, estate del 1970. Al Wellwood Home vengono mandate le wayward girls: ragazze “sbandate”, rimaste incinte troppo presto e spedite lì dalle famiglie per partorire lontano da occhi indiscreti, dare il bambino in adozione e fingere che non sia mai successo nulla. Tra loro arriva Fern, quindicenne terrorizzata e sola, che viene immediatamente inghiottita da una routine rigidissima: ogni boccone, ogni parola, ogni gesto è sorvegliato dalla severa Miss Wellwood e da adulti convinti di sapere cosa sia meglio per loro.
Nel dormitorio Fern conosce altre ragazze nella sua stessa situazione: Rose, hippie che sogna di scappare in una comune con il suo bambino; Zinnia, musicista che vorrebbe tornare a casa e sposare il padre del figlio; Holly, appena quattordicenne, muta e incinta di un uomo che nessuno osa nominare. Tra vergogna imposta, silenzi forzati e ricatti emotivi, il Wellwood Home è una prigione mascherata da istituto “correttivo”.
Tutto cambia quando Fern incontra una bibliotecaria che le mette in mano un libro proibito: un grimorio di stregoneria. Per la prima volta, le ragazze intravedono la possibilità di avere potere sulle proprie vite e sui propri corpi. Ma la magia, avverte Hendrix, non è mai una scorciatoia innocua: può liberare o distruggere, e la linea tra giustizia e vendetta si assottiglia a ogni rituale.
Tra atmosfera da casa stregata, horror corporeo e rabbia femminile, “Witchcraft for Wayward Girls” è insieme un racconto di fantasmi, un manifesto contro le istituzioni che vogliono “aggiustare” le ragazze e una storia di alleanze feroci, in cui il vero terrore è ciò che gli adulti sono disposti a fare in nome del decoro.
