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Vincenzo Jacomuzzi di SEI, ”Proponiamo narrativa e saggistica, sempre fedeli ai valori di Don Bosco”

Una casa editrice erede della Tipografia Salesiana fondata da don Bosco. Il responsabile di SEI, Vincenzo Jacomuzzi, ci parla della storia della casa editrice...
Il responsabile di SEI Frontiere ci presenta l’identità della casa editrice e le principali proposte e linee editoriali
MILANO – Una casa editrice erede della Tipografia Salesiana fondata da Don Bosco. Il responsabile di SEI Editrice, Vincenzo Jacomuzzi, ci parla della storia della casa editrice, attiva da oltre un secolo, delle principali collane e ci anticipa qualche novità in uscita. La casa editrice è inoltre promotrice del concorso letterario “In primis” che intende premiare la creatività letteraria degli aspiranti autori under 45.
Come e con quali modalità è nata la casa editrice? 
La SEI nasce come “figlia” diretta di Don Bosco, evoluzione editoriale della Tipografia Salesiana fondata appunto dal grande santo sociale. Ha celebrato nel 2008 il suo centenario, e da sempre ha seguito la vocazione pedagogica del suo fondatore, collocandosi fra le case editrici storiche in ambito scolastico: qui tuttora svolge la sua principale attività. Ai testi scolastici ha sempre affiancato collane di saggistica e narrativa, e ha annoverato tra i suoi autori storici personaggi quali Martin Luther King, Enzo Biagi, Sergio Zavoli, Folco Quilici e in tempi più recenti Vittorio Messori e Ruiz Zafón.
Quali sono i principi guidi della linea editoriale?
A partire dagli ultimi anni del ‘900 la produzione di narrativa e saggistica ha assunto il nome di SEI Frontiere, continuando a ispirarsi nelle sue diverse collane a principi di divulgazione culturale nei più vari ambiti della realtà sociale, alla luce e alla ricerca di valori esistenziali ed etici.
Ci può presentare le collane principali e qualche titolo esemplificativo?
La collana più diffusa è quella denominata “Sestante”, che raccoglie testi tanto narrativi quanto saggistici e in cui è possibile individuare alcuni filoni principali e ricorrenti: 
-riflessioni e discussioni di argomento religioso e più genericamente spirituale in attivo confronto con la realtà sociale (possiamo ricordare il “classico” Ipotesi su Gesù di Vittorio Messori, il recente Di che Dio sei?, a firma di Giovanni Filoramo e Flavio Pajer, la raccolta di interviste Perché credo con le testimonianze fra gli altri di Giuliano Amato, Vito Mancuso e Gabriella Caramore e in collaborazione con il Festival Torino Spiritualità di Torino, il racconto Morte e vita di Lazzaro di Gino Nebiolo); 
-saggi e documenti di preziosa unicità di storia del Novecento, particolarmente attenti ai temi dei totalitarismi e della Shoa: tali sono i titoli Nelle tenebre di Norimberga, diario del medico e psicologo che assistette i gerarchi nazisti durante il celebre e omonimo processo; La notte dei poeti assassinati, atti del processo agli artisti sovietici sotto il regime di Stalin commentati dallo storico Francesco Maria Feltri; Non c’è ritorno a casa, libro memoriale del neuropatologo Davide Schiffer;
-la narrativa giovanile, aperta e tuttora guidata dal classico Momo di Ende e proseguita con il  primo Ruiz Zafón (Il principe della nebbia) con altri romanzi quali in particolare il racconto di mistero Le lacrime di Shiva di César Mallorquí, il racconto vichingo La rocca di Is di Elia Barcelò, il racconto “gotico” La figlia della notte di Laura Gallego; 
-testi di argomento sportivo, caratterizzati dall’intenzione di riscattare ed evidenziare i significati storici e umani delle passioni agonistiche (tra gli altri, L’ultimo avversario di Giorgio e Paolo Viberti, Storia delle Olimpiadi di Stefano Jacomuzzi e di Giorgio e Paolo Viberti, D’oro e d’azzurro di Giorgio Barberis); 
-libri di ambiente e problematiche scolastiche ( e ricordiamo qui Bulli di carta di Enrico Badellino, Il primo giorno di scuola di Luciana Pasino e Pompeo Vagliani in collaborazione con lo splendido Museo della scuola e del libro per l’infanzia). Alla collana Sestante si aggiungono altre due collane: “Scuola e vita”, che accoglie testi di pedagogia scolastica rivolti in prima battuta a un pubblico specialistico ma che in realtà affrontano tematiche di interesse generale (da quello della “obbedienza” a quello delle “generazioni digitali”); e “Teoria e Storia dell’educazione”, che tratta fenomeni e tematiche storiche e di attualità nell’ambito della ricerca educativa: dalla storia dell’educazione popolare e nazionale ai nuovi modelli e immaginari giovanili.
Ci può anticipare qualche novità in uscita?
Tra i titoli in uscita, ci  piace segnalare:
-due titoli “sportivi”: la Storia delle Olimpiadi invernali che va a completare in “cofanetto” quella già pubblicata (e sempre rinnovata con successo) sulle Olimpiadi estive; e in particolare un testo dal titolo provvisorio Il pallone del dittatore che traccia attraverso vicende calcistiche una storia del rapporto fra lo sport e le grandi dittature europee del Novecento (nazismo, fascismo, stalinismo e franchismo);
-il titolo “religioso”: Il mondo che verrà, racconto e riflessione sull’immaginario dell’oltremondo nelle diverse culture e religioni; 
-il titolo storico 1915 (titolo provvisorio), in occasione del centenario della Prima Guerra Mondiale: un percorso in dieci tappe-capitoli lungo gli eventi del conflitto che determinò l’intero Novecento, a cura dello specialista Marco Scavino.
Vuole presentarci il concorso letterario In Primis e commentare la vittoria di Aldo Dalla Vecchia?
Il premio letterario In Primis si colloca con personalità e originalità nella pletora spesso indifferenziata (comunque meritoria quando non ispirata da bassi istinti e intenzioni) dei premi letterari. In Primis intende infatti offrire una possibilità di riconoscimento e di vita editoriale a chi non sia mai riuscito a ottenerla, nei limiti di una dignitosa “giovinezza” (il premio è riservato ai minori di 45 anni). Non a caso l’idea è nata da due realtà culturali, economiche e sociali “sane” quali la Banca di Cherasco e la società di comunicazione Proposte. La SEI, che da sempre è attiva in questo ambito  (ricordo che fu la promotrice originale e anch’essa “sana” del Premio Grinzane Cavour, e poi del premio scolastico “Rotoflash”), ha aderito con entusiasmo all’iniziativa, tanto più in considerazione del fatto che si rivolga appunto a un pubblico giovanile. Non mi sembra un caso che il racconto-romanzo Rosa Malcontenta di Aldo Dalla Vecchia abbia trovato subito d’accordo noi della casa editrice come primi selezionatori e poi la giuria specializzata nell’indicarlo come vincitore del premio In Primis: si tratta di una storia “piccola” in cui però si riflette un intero ambiente storico, sociale e sentimentale, tanto più significativo se lo misuriamo con l’attuale realtà di quegli stessi spazi e ambienti, l’operoso Nord-est italiano. Ma chi aprirà questo libro noterà immediatamente l’originalità e l’efficacia della scrittura al servizio di una reale novità di sentire: e tutto nel segno della semplicità, che è grande e raro merito.
10 aprile 2013
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