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Via dalle biblioteche di Verona libri a tema gender

Il Neo-eletto sindaco di Verona vuole ritirare i libri a tema gender dalle biblioteche delle scuole - compresi gli asili nido. La risposta del Presidente dell'AIE non si è fatta attendere

MILANO – Il tema del gender e delle unioni civili arriva anche nell’universo dell’editoria e delle biblioteche. A dare un pretesto per parlarne  è il neoeletto sindaco di Verona, Federico Sboarina nel cui programma compare appunto un punto in cui si parla di “contrasto alla diffusione delle teorie del gender nelle scuole” e di “respingere ogni iniziativa (…) in contrasto con i valori della vita della famiglia naturale o del primario diritto dei genitori di educare i figli secondo i propri principi morali e religiosi”. Inoltre, si legge ancora del ritiro “dalle biblioteche e dalle scuole comunali o convenzionate (nidi compresi) dei libri e delle pubblicazioni che promuovono l’equiparazione della famiglia naturale alle unioni di persone dello stesso sesso…”

LA RISPOSTA DELL’AIE – Ricardo Franco Levi, presidente dell’Associazione Italiana Editori (AIE) ha scritto una lettera che poi ha inviato alla neo presidente dell’Associazione Italiana Biblioteche, Rosa Maiello sostenendo per l’appunto che “Le parole “ritiro dei libri dalle biblioteche” dalle scuole e persino dai nidi di infanzia non sono mai accettabili per nessuna ragione”. E questo è solo l’inizio. Il presidente si è detto strettamente vicino agli editori italiani e anche ai bibliotecari del paese ed è principalmente questa la motivazione che l’ha spinto urgentemente ad agire subito.

DIALOGO INTERCULTURALE – “Mi auguro che il sindaco di Verona riveda il suo programma” continua Levi. “Invece del ritiro dei libri, potrà impegnarsi a fornire le risorse per arricchire le collezioni delle biblioteche, comprese quelle scolastiche. (…) A chi reagisce di fronte a libri che giudica sbagliati pensando di ritirarli, nasconderli o bruciarli, sarà nostra responsabilità spiegare come sia più utile, e anche più gratificante leggerli e anche scriverli, pubblicarli, distribuirli, venderli, sceglierli, prestarli, conservarli”. Un’azione che incoraggia, in un certo senso, ad incoraggiare un dialogo interculturale e a proteggere le diversità culturali ma anche civili.

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