Sei qui: Home » Libri » “V13”, il grande ritorno di Emmanuel Carrère in libreria

“V13”, il grande ritorno di Emmanuel Carrère in libreria

É tornato in libreria con quello che si preannuncia già un grande successo Emmanuel Carrère, scrittore e sceneggiatore francese diventato un caso letterario con "L'Avversario" e "Limonov". Nel nuovo "V13", Carrère racconta il processo all’unico sopravvissuto fra gli autori degli attentati terroristici avvenuti a Parigi il 13 novembre 2015.

Emmanuel Carrère, autore francese fra i più amati e tradotti del nostro tempo, ritorna oggi in libreria con “V13“, un’intensa cronaca giudiziaria incentrata sul processo all’unico superstite fra gli attentatori delle stragi di Parigi del 2015. “V13”, che sancisce l’interesse di Carrère per le cronache processuali e la non-fiction novel, raccoglie gli scritti dell’autore parigino apparsi sui vari quotidiani francesi per raccontare il processo all’attentatore di Parigi. Un’occasione unica per addentrarsi in un fatto di cronaca recente che ha sconvolto gli equilibri nazionali francesi e conoscere più da vicino un autore amato come Carrère.

Emmanuel Carrère

Emmanuel Carrère è uno scrittore, sceneggiatore e regista francese, nato a Parigi il 9 dicembre 1957 da Louis Carrère e da Hélène Carrère d’Encausse, terza donna ad essere eletta nell’Académie française. Carrère studia presso la facoltà di Sciences Po di Parigi e nel frattempo si afferma come critico cinematografico lavorando per la rivista Télérama.

Il suo esordio in narrativa risale al 1983, ma il successo arriva dopo il 2000, con la pubblicazione de “L’avversario”, il libro che racconta, attraverso una prospettiva personale, la storia di Jean-Claude Romand, un criminale francese cresciuto nella menzogna di cui lo scrittore francese ricostruisce la vita, le intenzioni e la psicologia intervistandone gli amici, intrattenendo con il criminale una fitta corrispondenza ed assistendo ad ogni punto del suo processo.

Con quest’opera, Carrère diventa un caso letterario. Con “Limonov”, il romanzo che narra la storia del leader dissidente russo Ėduard Limonov, lo scrittore francese afferma la sua concezione della scrittura ed entra nell’Olimpo degli autori contemporanei più amati al mondo. Dopo aver collezionato un successo dopo l’altro nel corso degli anni, Emmanuel Carrère torna in libreria con “V13”, un’irresistibile cronaca giudiziaria incentrata sul processo all’unico attentatore sopravvissuto agli attacchi terroristici avvenuti a Parigi il 13 novembre 2015.

La presentazione a Roma e Milano

Carrère presenterà il suo “V13” anche in Italia, dove si fermerà con due date esclusive alla fine del mese di marzo. In particolare, l’autore francese sarà ospite della presentazione del nuovo libro a Roma, in occasione di un evento con posti riservati ai prenotati, all’Auditorium Parco della Musica, in Sala Petrassi (Via Pietro de Coubertin, 30), giorno 25 marzo, a partire dalle ore 17, intervistato dalla giornalista e scrittrice Francesca Mannocchi.

A Milano, invece, Carrère verrà accolto negli spazi del Piccolo Teatro Strehler (Largo Greppi, 1) il prossimo 27 marzo alle 18.30, nel corso di una presentazione curata da Daria Bignardi. L’evento è aperto al pubblico fino ad esaurimento posti.

“V13”, la sinossi

Scandito in tre parti – «Le vittime», «Gli imputati», «La corte» –, V13 raccoglie, rielaborati e accresciuti, gli articoli (apparsi a cadenza settimanale sui principali quotidiani europei) in cui Emmanuel Carrère ha riferito le udienze del processo ai complici e all’unico sopravvissuto fra gli autori degli attentati terroristici avvenuti a Parigi il 13 novembre 2015 – attentati che, tra il Bataclan, lo Stade de France e i bistrot presi di mira, hanno causato centotrenta morti e oltre trecentocinquanta feriti.

Ogni mattina, per quasi dieci mesi, Carrère si è seduto nell’enorme «scatola di legno bianco» fatta costruire appositamente e ha ascoltato il resoconto di quelle «esperienze estreme di morte e di vita» – le testimonianze atroci di chi ha perduto una persona cara o è scampato alla carneficina strisciando in mezzo ai cadaveri, i silenzi e i balbettii degli imputati, le parole dei magistrati e degli avvocati –, e lo ha raccontato, come solo lui sa fare, senza mai scivolare nell’enfasi o nel patetismo, e riuscendo a cogliere non solo l’umanità degli uni e degli altri (sconvolgente, ammirevole o abietta che fosse), ma anche, talvolta, la quasi insostenibile ironia dei discorsi e delle situazioni.

Da questo viaggio al termine dell’orrore e della pietà, da questo groviglio di ferocia, di fanatismo, di follia e di sofferenza, Carrère sa, fin dal primo giorno, che uscirà cambiato – così come uscirà cambiato, dalla lettura del suo libro, ciascuno di noi.

© Riproduzione Riservata