Ursula K. Le Guin è stata molto più di una scrittrice di fantascienza. È stata una rivoluzionaria. La sua opera ha dimostrato che la letteratura d’immaginazione poteva essere anche politica, filosofica, ecologica, femminista. Nata nel 1929 a Berkeley, figlia dell’antropologo Alfred Kroeber, Ursula K Le Guin ha respirato fin da piccola racconti di culture lontane e mondi sconosciuti. Quella formazione la porterà a creare universi narrativi complessi, dove ogni società ha usanze, linguaggi e contraddizioni proprie, ma sempre capaci di parlare del nostro presente.
Il suo modo di scrivere fantascienza ha aperto strade a intere generazioni di autori e autrici, e molti dei suoi libri oggi sono considerati testi imprescindibili per capire la letteratura del Novecento e il dibattito contemporaneo su identità, genere, ambiente e potere.
Ursula K Le Guin: la madre della fantascienza che ha insegnato a immaginare mondi diversi
Ursula K. Le Guin ha trasformato la fantascienza in uno spazio di domande radicali e mondi possibili. Nei suoi romanzi non ci sono solo alieni o viaggi spaziali: ci sono culture complesse, società alternative, interrogativi universali. Leggerla oggi non è solo un atto di memoria verso una delle più grandi scrittrici di sempre. È, più che mai, un esercizio di immaginazione e di pensiero critico sul nostro presente.
Capolavoro assoluto e libro manifesto del pensiero di Ursula K. Le Guin. Pubblicato nel 1969, La mano sinistra del buio è ambientato sul pianeta Gethen, dove gli abitanti sono esseri androgini che assumono caratteristiche maschili o femminili solo in alcuni momenti del ciclo biologico. Questo mondo affascinante e straniante è visto attraverso gli occhi di Genly Ai, un emissario terrestre che deve convincere il governo di Gethen ad aderire a un’alleanza interplanetaria. Ma ciò che Genly dovrà davvero imparare è mettere in discussione la propria visione del genere, del potere e delle relazioni umane. Un romanzo profondo, politico, che indaga il senso stesso dell’identità.
Le Guin con questo romanzo non vuole solo raccontare un mondo alieno, ma scardinare i nostri pregiudizi sul genere, su cosa significa essere uomo o donna, su quanto la diversità ci spaventa e al tempo stesso ci arricchisce.
Pubblicato nel 1974, I reietti dell’altro pianeta è un potente romanzo utopico che mette a confronto due società speculari e opposte: Urras, un pianeta ricco, capitalista e patriarcale, e Anarres, un pianeta desertico dove si è sviluppata una società anarchica fondata sulla condivisione e sull’assenza di proprietà privata. Il protagonista, Shevek, è un fisico di Anarres che decide di superare l’isolamento e confrontarsi con il mondo esterno. Il suo viaggio diventa così una riflessione sul prezzo della libertà, sulla difficoltà del cambiamento e sulla necessità di costruire ponti tra mondi diversi.
Il suo viaggio è un’esplorazione delle possibilità di costruire società alternative, ma anche un’amara consapevolezza: nessun sistema è perfetto. La vera libertà è fatta di compromessi, fatica, dialogo. Shevek incarna l’uomo che cerca sempre di superare muri e confini, anche interiori.
Uno dei romanzi più inquietanti e originali di Le Guin, pubblicato nel 1971. La storia si svolge a Portland, in un futuro distopico, e ha per protagonista George Orr, un uomo apparentemente normale che scopre di avere un potere terrificante: i suoi sogni, quando sono “efficaci”, modificano la realtà stessa. Per gestire questa capacità, George viene affidato a uno psichiatra, il dottor Haber, che cercherà di usare i sogni del protagonista per plasmare il mondo secondo la propria visione. Ma ogni tentativo di “correzione” produce conseguenze imprevedibili e catastrofiche. Un romanzo visionario che parla di manipolazione, controllo e responsabilità.
Qui Le Guin ci mette in guardia sulla pericolosità delle utopie calate dall’alto, sul rischio di chi vuole “aggiustare” la realtà senza comprenderla davvero. George è un antieroe potente proprio per la sua umanità disarmata.
Esordio narrativo di Le Guin nel 1966, Il mondo di Rocannon è un romanzo che mescola sapientemente fantascienza e fantasy. Il protagonista, Rocannon, è un antropologo inviato su un pianeta remoto per studiare civiltà arcaiche e mitologie locali. Quando il pianeta viene attaccato da forze ostili, Rocannon si troverà a guidare una rivolta tra creature alate, cavalieri primitivi e popoli nomadi. Un’avventura epica che affronta anche temi di colonialismo, identità e ribellione.
Pubblicato nel 1972, Il mondo della foresta è un violento atto d’accusa contro la colonizzazione e lo sfruttamento dell’ambiente. Ambientato su Athshe, un pianeta coperto da foreste abitate da una popolazione pacifica e in profondo contatto con la natura, il romanzo racconta lo scontro devastante con i terrestri, che vogliono disboscare e saccheggiare le risorse del pianeta. Ma i locali, spinti all’estremo, impareranno anche la violenza per difendersi. Un romanzo ecologista e anticolonialista di straordinaria attualità.
Selver, il protagonista, è un nativo che imparerà a usare la violenza per difendere il suo popolo. Un gesto che gli costerà caro, perché porterà con sé dolore e perdita di innocenza.
Le Guin mette al centro la devastazione ecologica e lo shock culturale, ma senza romanticizzare le vittime: anche i popoli pacifici, se costretti, imparano a combattere.
Scritto nel 1966, Il pianeta dell’esilio è la storia di Werel, un pianeta inospitale dove convivono, con sospetto e ostilità reciproca, gli umani terrestri rimasti in esilio e i nativi del luogo. La minaccia di un’invasione esterna costringerà però i due popoli a collaborare. Un romanzo sul tema della diffidenza e della possibilità di superare i confini tra culture.
Terrani e nativi si odiano e si temono da secoli. Ma Agat, un terrestre, e Rolery, una donna nativa, si innamorano sfidando ogni barriera.
Il romanzo racconta con delicatezza una storia d’amore impossibile che diventa metafora di incontro tra culture, di superamento della paura dell’altro. La minaccia esterna renderà necessario ciò che sembrava impensabile: la cooperazione.
Una preziosa raccolta di racconti che esplora l’universo letterario di Ursula K Le Guin in tutta la sua varietà. Storie brevi che spaziano dal fantasy alla fantascienza, dal realismo magico alla favola filosofica, sempre con una profondità rara. Perfetto per chi vuole scoprire la scrittura elegante e penetrante di Ursula K Le Guin in pillole narrative.
Questo volume raccoglie pensieri, saggi e riflessioni di Ursula K Le Guin sulla scrittura, l’immaginazione, la società, il femminismo e l’ecologia. È un libro che mostra il volto più diretto e intimo dell’autrice: ironico, lucido, appassionato. Leggerlo è come entrare nel suo laboratorio creativo, dove la letteratura è sempre un atto di libertà e di visione.