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Tutto pronto a Milano per il primo Festival dei beni confiscati alle mafie

Il 9-10-11 novembre il Comune di Milano, in collaborazione con Libera e ANBSC, promuove il primo Festival dei beni confiscati alle mafie. Per tre giorni, saranno aperti al pubblico 19 immobili, ex appartamenti, laboratori ed esercizi commerciali un tempo utilizzati per il traffico di stupefacenti, il riciclaggio di denaro sporco, l'usura, lo sfruttamento della prostituzione e altre attività illecite...

Dal 9 al 11 novembre più di novanta eventi per conoscere gli immobili appartenuti alla criminalità organizzata, ora assegnati a enti e associazioni per finalità sociali

MILANO – Il 9-10-11 novembre il Comune di Milano, in collaborazione con Libera e ANBSC, promuove il primo Festival dei beni confiscati alle mafie. Per tre giorni, saranno aperti al pubblico 19 immobili, ex appartamenti, laboratori ed esercizi commerciali un tempo utilizzati per il traffico di stupefacenti, il riciclaggio di denaro sporco, l’usura, lo sfruttamento della prostituzione e altre attività illecite, a sottolineare l’impegno di Milano nella restituzione alla legalità e ai cittadini di beni appartenuti e usati dalla criminalità organizzata.

I DATI DELL’ANBSC SU LOMBARDIA E MILANO – La Lombardia si colloca al quinto posto in Italia per numero di beni confiscati alla mafia, con 807 immobili attualmente confiscati. Secondo i dati dell’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati (ANBSC), nella sola città di Milano si contano circa 300 beni, tra immobili e aziende, sottratti alla criminalità organizzata, e 130 sono già stati trasferiti dallo Stato al Comune che li ha destinati a finalità sociali. I prossimi immobili saranno tre appartamenti situati in viale Sarca, viale Monza e viale Majno. Questi spazi rappresentano una ricchezza per la città e per le associazioni che vi operano. Sono la prova tangibile dell’Antimafia che prevale sulla mafia.

I PARTECIPANTI – Il Festival si svolge sotto la direzione artistica di Barbara Sorrentini. Agli eventi saranno inoltre presenti Mariagrazia Guida, vicesindaco, Marco Granelli, Assessore alla Sicurezza e Coesione Sociale, Polizia Locale, Protezione Civile, Volontariato, Chiara Bisconti, Assessore Benessere, Qualità della Vita, Sport e Tempo Libero,  e Stefano Boeri, Assessore alla Cultura, Moda e Design. Parteciperà anche il Consigliere Comunale Marco Cormio.

IL PROGRAMMA – In programma più di novanta eventi culturali con spettacoli musicali, cinema, teatro, presentazione di libri (dodici titoli dedicati alle mafie), incontri e intrattenimento per i bambini, che saranno anche protagonisti, con le scuole, delle visite guidate organizzate dall’Associazione Libera. I beni, alcuni dei quali al centro di vicende che risalgono agli anni ’90, sono stati assegnati in comodato d’uso gratuito a enti e associazioni del no profit. In essi ci si occupa di anziani, di adulti in difficoltà, di famiglie, di giovani, di ragazze vittime della tratta, di persone con disabilità.

 

LA FINE DELLA COMPLICITÀ CON LE MAFIE – “Questo primo Festival dei Beni confiscati”, ha detto l’assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino, “rappresenta per la città e per i milanesi l’opportunità di una mobilitazione corale intorno al tema della legalità e delle mafie che, anche a Milano, hanno accresciuto la propria presenza e i propri interessi, complice la negazione e la sottovalutazione del fenomeno da parte di istituzioni e non solo. È finito il tempo di questa complicità che, sottovalutando le infiltrazioni e la ramificazione sul territorio delle organizzazioni criminali, ne ha di fatto alimentato la presenza”. “Credere che le mafie non possano esistere a Milano” ha ammonito Majorino, “è una tragica idiozia. Si deve chiudere definitivamente il tempo in cui Milano ha fatto finta di niente pensando di essere immune alla presenza della criminalità organizzata. Nessuno è immune e gli ultimi fatti di cronaca ce lo hanno ancora una volta drammaticamente ricordato”.

 

I LUOGHI – I beni confiscati che saranno aperti al pubblico e alla iniziative culturali per il Festival sono diciannove,  localizzati in tutta la città, e tre (via Cenisio 25, via Canonica 87, via Baldinucci 13) saranno inaugurati in occasione del Festival. Saranno aperti anche due beni simbolo della lotta alla ’ndrangheta a Milano: la discoteca della Sogemi all’Ortomercato, chiusa nel 2009 dopo la relazione annuale antimafia e il Centro sportivo comunale Iseo, parzialmente danneggiato un anno fa da un incendio doloso. Nell’ex locale delle cosche si esibiranno tra gli altri Giulio Cavalli, con l’anteprima dello spettacolo “Duomo d’Onore”, Manuel Ferriera nel monologo “Lezione di Tango all’Ortomercato” e Vinicio Capossela. Al Centro sportivo Iseo domenica 11 ci saranno per tutto il giorno attività ed esibizioni: tornei di calcio e una staffetta che toccherà alcuni dei beni aperti per il Festival. Il Festival con le sue iniziative coinvolgerà anche lo Spazio Ansaldo, con la mostra “Il mio sguardo libero. Volti per la legalità” e la Manifattura Tabacchi, con la proiezione del film “Convitto Falcone” di Pasquale Scimeca.

 

L’APERTURA DEL FESTIVAL – Il Festival sarà aperto oggi alle 18.00 da un incontro dibattito sul tema della legalità in un luogo simbolo della città, l’aula consiliare di Palazzo Marino, con gli interventi del Presidente del Consiglio comunale Basilio Rizzo, dell’assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino e del Procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso. Con loro il Presidente del Tribunale di Milano Livia Pomodoro, il Presidente onorario di Libera Nando dalla Chiesa e il direttore artistico del Festival Barbara Sorrentini.

 

LO SLOGAN DEL FESTIVAL – La tre giorni di Festival è il risultato della volontà e del lavoro di tanti: Comune di Milano, Associazione Libera, Agenzia nazionale per i Beni sequestrati e confiscati, Fondazione Milano, Sogemi, Radio Popolare e Naba – Nuova Accademia di Belle Arti Milano. Sono stati proprio quattro studenti del Naba a ideare e realizzare il soggetto della campagna di comunicazione del Festival: su sfondo bianco spicca una scritta nera “La Mafia non esiste.” Sotto in corsivo una firma inequivocabile: “La Mafia”. Lo slogan della campagna nasce da una frase più volte sentita e ripetuta nella storia e nei libri che hanno descritto e raccontato negli anni il fenomeno mafioso in Sicilia e nel nostro Paese. I ragazzi l’hanno voluta riprendere in tono provocatorio, mettendo nero su bianco la verità spesso negata.

 

9 novembre 2012

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