Sandokan è senza dubbio il personaggio più celebre creato da Emilio Salgari, un “principe perduto”, esule, leader di pirati ribelli, animato da un senso di giustizia, vendetta e libertà.
A lui (e agli amici, su tutti Yanez de Gomera) sono dedicate gran parte delle storie d’avventura “orientali” di Salgari, ambientate fra Malesia, Borneo, India e oceani tropicali.
Il corpus “ufficiale” delle avventure di Sandokan comprende un numero variabile di romanzi, a seconda di come si considerino le opere “originali” rispetto agli apocrifi. Qui prenderemo in considerazione le opere generalmente riconosciute come “di Salgari” nelle sue raccolte principali, quelle più lette e ristampate oggi.
Tutti i romanzi di Sandokan: il pirata leggendario di Emilio Salgari
I romanzi di Emilio Salgari dedicati a Sandokan sono almeno undici e costituiscono uno dei cicli più amati della letteratura d’avventura italiana.
Per chi ama l’avventura, il romanticismo, i paesaggi esotici, le grandi emozioni e la lealtà agli ideali, la saga di Sandokan resta una delle letture imprescindibili. È un invito al viaggio, alla rivolta, alla speranza; un tuffo nella fantasia che sa parlare anche al presente.
I romanzi
I misteri della jungla nera (1895) — anche se il vero protagonista è un altro personaggio, questa storia fa parte del ciclo “indo‑malese” che poi confluirà con le avventure di Sandokan.
Le Tigri di Mompracem (1900) — forse il romanzo più famoso e iconico: qui Sandokan, con Yanez, guida i pirati ribelli di Mompracem.
I Pirati della Malesia (1896) — racconta le avventure successive sull’oceano, con battaglie, amori e tradimenti.
Le due Tigri (1904) — una delle opere che ampliano l’universo di Sandokan, con nuovi conflitti e alleanze.
Il Re del Mare (1906) — nuovo capitolo nella saga, con nuove sfide per Sandokan e i suoi compagni.
Alla conquista di un impero (1907) — continuazione delle vicende piratesche, con intrecci politici, tradimenti e ambizioni.
Sandokan alla riscossa (1907) — ritorno in scena del pirata, in lotta per la libertà e la giustizia.
La riconquista di Mompracem (1908) — titolo che parla da sé: tentativo (e svolgimento) del ritorno al dominio di Mompracem.
Il bramino dell’Assam (1911) — uno dei romanzi “tardivi” del ciclo, ambientato in un contesto diverso ma legato alle sorti dei protagonisti.
La caduta di un impero (1911) — segue le complesse vicende geopolitiche del suo universo narrativo.
La rivincita di Yanez (1913, postumo) — l’ultima delle avventure ufficiali collegate a Sandokan/Yanez, anche se in alcuni volumi l’eroe malese ha un ruolo meno centrale rispetto al suo compagno di avventure.
Alcune precisazioni importanti
Alcuni romanzi inizialmente non venivano scritti specificamente per Sandokan — come I misteri della jungla nera — ma sono stati inclusi nella raccolta complessiva “Sandokan / Pirati della Malesia” perché fanno parte dello stesso universo narrativo.
Dopo i romanzi “ufficiali” di Salgari, nel tempo è nato un nutrito filone di opere apocrife, scritte da altri autori (o dagli eredi) che hanno cercato di proseguire le avventure di Sandokan. Queste però non fanno parte del corpus originale “salgariano” e vengono spesso segnalate come spuria o non canoniche.
Nelle ultime opere del ciclo (da “Il bramino dell’Assam” in poi), il ruolo di Sandokan tende a ridursi a favore di altri personaggi, in particolare Yanez. Tuttavia il nome di Sandokan resta un riferimento forte e l’eroe conserva la propria importanza simbolica.
Perché leggere (o rileggere) Sandokan oggi
Leggere i romanzi di Sandokan vuol dire immergersi in un mondo di avventure, coraggio, lealtà e ribellione. Salgari, con la sua fantasia febbrile e la sua capacità di evocare paesaggi esotici, porta il lettore nel cuore della Malesia, nelle giungle, fra i mari, nelle battaglie per la libertà.
Sandokan significa riscoprire un’idea romantica e d’avventura. Un’idea che parla di riscossa, di dignità, di identità. Il pirata malese non è solo un ladro o un fuorilegge: è un principe esule che non accetta l’ingiustizia e lotta per la sua gente, la sua terra, il suo ideale.
In più: la prosa di Salgari, pur lontana dai canoni di realismo moderni, ha un ritmo e una potenza evocativa che ancora oggi sanno affascinare. Le sue descrizioni delle giungle, dei porti asiatici, delle carene dei vascelli o delle notti tropicali hanno un carisma quasi cinematografico.
Per chi non ha mai letto Salgari, o per chi vuole ripartire dalle pagine originarie, l’ideale è cominciare da “Le Tigri di Mompracem”, forse il racconto più riuscito per costruzione epica e per presentazione del personaggio; poi, gradualmente, seguire l’ordine dei romanzi per rivivere l’evoluzione di Sandokan e dei suoi compagni.
