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Tiziano Terzani, giornalista per passione tra Cina, Giappone e Hong Kong

In occasione dell'anniversario della nascita dello scrittore e giornalista Tiziano Terzani, ripercorriamo insieme la storia di alcune delle sue opere più significative

MILANO – “Diventai giornalista perché alle corse podistiche arrivavo sempre ultimo. Ero studente in un liceo di Firenze e mi ostinavo a partecipare a tutte le campestri che si tenevano alle Cascine. Non avevo alcun successo tranne quello di far ridere i miei compagni. Una volta, alla fine di una di quelle corse in cui ero davvero arrivato quando il pubblico stava già andando via, venne da me un signore sui trent’anni con un taccuino in mano e mi disse qualcosa come: «Sei studente? E allora, invece di partecipare alle corse, descrivile!». Avevo incontrato il primo giornalista della mia vita e, a sedici anni, avevo avuto la mia prima offerta di lavoro: cronista sportivo al «Giornale del mattino». Cominciai con le corse a piedi, passai a quelle in bicicletta e poi alle partite di calcio. Le domeniche, invece che alle feste da ballo, le passai da allora andando a giro per i paesi e le cittadine della Toscana con una vecchia Vespa 98. «Largo, c’è i’ giornalista» dicevano gli organizzatori quando mi presentavo. Ero un ragazzino e di sport me ne intendevo poco o nulla, ma quella qualifica mi dava lì per lì il diritto a un buon posto d’osservazione e il giorno dopo il diritto alla mia firma in testa a un articoletto con tanto di descrizioni e giudizi sulle pagine rosa del giornale della città. A quei due diritti – direi privilegi – son rimasto attaccato tutta la vita.” Queste sono le parole di Tiziano Terzani contenute nella sua celebre “In Asia” (1998). 

IN ASIA – “In Asia” è una raccolta di articoli di giornali e lettere che lo stesso Tiziano ha inviato alla moglie durante il suo viaggio nel continente asiatico e che descrive la sua passione per il giornalismo.La prima volta che Terzani mise piede in Asia fu nel 1965 per l’Olivetti che gli affidò un incarico a Tokyo. Divenne poi collaboratore, prima libero battitore, poi corrispondente del quotidiano tedesco “Der Spiegel”. Risiedette a Singapore, a Hong Kong, in Cina e per finire  in Giappone fino al 1990 (dalla prefazione del volume “In Asia”). “In Asia” dà ai lettori tanti spunti di riflessione e gli permette di scoprire un mondo misterioso e sconosciuto. L’autore fu presente e attento testimone di grandi avvenimenti in diverse nazioni del continente. Nel periodo del suo soggiorno in Asia (circa vent’anni) Terzani descrive l’evoluzione politica degli stati e delle popolazioni attraverso modi d’interpretarli sempre nuovi. Per fare un esempio  fu testimone del passaggio di Hong Kong da ultima colonia europea in Asia alla Cina Rossa: anche in quest’occasione si occupò di descrivere oltre all’evento storico, I sentimenti della popolazione locale e di come la propaganda cinese riportò l’evento. L’opera termina con “L’Orsigna ultimo amore”: Orsigna è il paesino toscano in cui Terzani visse sin da quando era bambino, crebbe e morì a causa di un tumore all’intestino.

DALLE PAGINE AL CINEMA –  Il 7 ottobre 2010 nelle sale tedesche è uscito il film basato sul suo ultimo libro, “La fine è il mio inizio”, con lo stesso titolo. Le scene del film sono state girate nella stessa casa di Terzani all’Orsigna sulla Montagna pistoiese. Il film è stato in tutte le sale cinematografiche italiane a partire dal 1º aprile 2011. Protagonista del film è lo stesso Terzani che rendendosi conto che oramai il tumore lo sta portando vicino alla morte, scrive al figlio Folco, chiedendogli di raggiungerlo a Orsigna per trascorrere con lui gli ultimi giorni di vita. Il ritorno del figlio diventa l’occasione di un intenso dialogo tra i due. Tiziano Terzani racconta a Folco la sua storia di corrispondente in Asia, le sue esperienze spirituali, le sue riflessioni sulla vita e sull’umanità, condividendo anche lo stato d’animo col quale sta affrontando la sua fine. Il giornalista fiorentino riesce a staccarsi spiritualmente dal suo corpo così da combattere meglio la sofferenza della malattia e trasmettere una lucida serenità ai suoi familiari ai quali chiede di non re, bensì di ridere dopo la sua morte che lui non teme più  perché lui ha raggiunto una certa quiete interiore.

UN INDOVINO MI DISSE – In occasione del decennale della morte di Terzani, è stata lanciata sul web la campaign per produrre un film tratto dal suo libro “Un indovino mi disse”. L’idea è del regista Mario Zanot, e descrive l’ultima intervista allo scrittore scomparso nel 2004.Il libro è ambientato nel 1976, ad Hong Kong, in cui Terzani incontra un indovino cinese che gli dice che nel 1993 correrà un grande rischio di morire; per questo gli raccomanda di non prendere mai l’aereo.Giunto alla fine del 1992, Terzani si ricorda della profezia e decide di tenerne conto: trascorrerà quindi l’intero 1993 senza mai utilizzare aerei ed elicotteri. Ottenuto dal giornale per il quale lavora (il settimanale tedesco “Der Spiegel”) il permesso di vivere un anno muovendosi solo per terra e mare (cosa inconsueta per un giornalista), Terzani festeggia il capodanno 1993 in Laos, dove si trova per motivi professionali, e si appresta a trascorrere l’anno rispettando la profezia, ma anche incontrando ogni sorta di indovini e astrologi a cui chiedere conferme su di essa. Il libro inoltre, è ricco di leggende, di descrizioni di vita quotidiana nei paesi asiatici, e delinea il contrasto tra i paesi in fase di sviluppo accelerato (Cina, Thailandia, Singapore) e quelli ancora legati alle tradizioni e al passato (Laos, Birmania).Una parte degli incassi del film verrà devoluta a Emergency, per l’ospedale afghano di Lashkar-gah, intitolato a Terzani.

 

Roberta Nardone

 

 

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