Pubblicato in Italia da Marsilio con il titolo “Butterfly”, il romanzo d’esordio di Martta Kaukonen è stato uno dei casi editoriali europei più interessanti degli ultimi anni. È uno di quei noir dove il crimine si insinua tra le fessure dell’impensato, e nel caso specifico tra le mura di quello che si dovrebbe considerare un posto sicuro: la sala di una terapista.
Un thriller psicologico bestseller tra Finlandia, Germania e Regno Unito
Martta Kaukonen, scrittrice e critica cinematografica finlandese che ha conquistato pubblico e critica a livello internazionale, mette in scena due donne: Ida, una serial killer che prende di mira uomini colpevoli di molestie, e Clarissa, una celebre psicoterapeuta pronta a scavare nel passato della sua paziente.
La critica e le classifiche
In Germania “Butterfly” ha raggiunto le vette delle classifiche, diventando un bestseller assoluto e ricevendo elogi da testate come il Literary Review, che lo ha inserito tra i migliori romanzi crime del 2024, definendolo “uno studio affascinante su colpa, vergogna, responsabilità e le storie che ci raccontiamo per sopravvivere”. L’efficacia del romanzo sta tutta lì: nel modo in cui ogni personaggio cerca di riscrivere la propria verità, come se raccontarsi meglio potesse cancellare la colpa.
Ma “Butterfly” non è un semplice romanzo di suspense, è una riflessione disturbante sulla vendetta, sul potere terapeutico della parola, sulla manipolazione.
In uno scenario dove la vittima e il carnefice si confondono, Martta Kaukonen costruisce un dialogo serrato tra Ida e Clarissa che, per citare il Times, risulta come “un brillantissimo gioco del gatto e del topo tra autore e lettore…” dove “i pezzi […] si incastrano con l’ingegno di una scatola cinese”.
Ciò che colpisce non è solo la tensione narrativa, ma la capacità di rendere credibile l’incredibile. Ida, la protagonista, è una figura sfuggente: giustiziera solitaria, donna tormentata, paziente inquieta. Clarissa, invece, rappresenta l’ordine, la razionalità, la fiducia cieca nella psicoterapia – finché il passato non bussa alla sua porta. Le due si osservano, si sfidano, si raccontano bugie. E in mezzo, il lettore, coinvolto in una spirale di sospetti che non lascia scampo.
La struttura è raffinata. I capitoli brevi, incalzanti, alternano passato e presente, riflessioni intime e colpi di scena, lasciando che l’inquietudine si insinui lentamente, come un veleno. Non sorprende che The Irish Independent abbia scritto: “Dopo una lenta accensione iniziale, questo racconto cupo colpisce con esplosioni rivelatrici nel suo gioco mortale di cacciatore e preda”.
Nonostante sia un debutto, Martta Kaukonen mostra una padronanza del genere invidiabile. Con un passato nel mondo della critica cinematografica e della sceneggiatura, la scrittrice finlandese riesce a trasformare ogni dialogo in un sotto-testo, ogni gesto in un messaggio ambiguo. Il risultato è una tensione costante, che cresce sotto pelle.
Come osserva The Big Thrill, rivista dell’International Thriller Writers, “Butterfly” è “un thriller psicologico in cui il crimine e la cura mentale si confondono fino a diventare un’unica forma di controllo”. Il successo del romanzo non si è limitato alla Finlandia o alla Germania: “Butterfly” è stato tradotto in più di dieci lingue, pubblicato in Inghilterra, Stati Uniti, Danimarca, Egitto, Italia e altri paesi europei, raccogliendo consensi un po’ ovunque. In un’intervista rilasciata al sito dell’editore Pushkin Press, Kaukonen ha raccontato di aver scritto il romanzo in un momento di crisi personale, e di aver voluto esplorare il confine tra rabbia e giustizia, tra trauma e identità.
Anche la costruzione simbolica del titolo ha un suo significato. La farfalla è fragile ma imprevedibile, seducente ma legata all’idea di trasformazione. Ida, infatti, è un personaggio che cambia continuamente forma: vittima, assassina, paziente. Ma è davvero chi dice di essere?
Quando il male si nasconde dietro uno sguardo analitico
“Butterfly” è il romanzo perfetto per chi ama i thriller che si muovono sul filo del rasoio. Non ci sono detective né indagini classiche, ma due donne che si affrontano in un duello verbale e mentale che si fa sempre più pericoloso. Martta Kaukonen riesce a raccontare la vendetta in modo originale, sfuggendo ai cliché, e lo fa con uno stile preciso, elegante, disturbante. Il New York Times non lo ha (ancora) recensito, ma tra Times, Irish Independent, The Big Thrill e Literary Review, il romanzo ha già trovato il suo posto tra i titoli più potenti del thriller contemporaneo europeo.