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Tagli alla cultura, chiude l’ICCU. Nasce su twitter l’hashtag #salvatesbn sostenuto dalle case editrici

Dopo anni di costanti tagli alle spese da parte del Ministero per i Beni e le Attivitร  culturali, a fronte dei quali si รจ dovuto da un lato ridurre il livello di servizio offerto, dallโ€™altro cercare finanziamenti al di fuori del bilancio dell'ICCU, appare ormai inevitabile nel breve periodo lโ€™interruzione del servizio...

L’Istituto Centrale per il Catalogo Unico non dispone più dei finanziamenti necessari alla gestione del Servizio Bibliotecario Nazionale (SBN)

 

MILANO – Dopo anni di costanti tagli alle spese da parte del Ministero per i Beni e le Attività culturali, a fronte dei quali si è dovuto da un lato ridurre il livello di servizio offerto, dall’altro cercare finanziamenti al di fuori del bilancio dell’ICCU, appare ormai inevitabile nel breve periodo l’interruzione del servizio. I tagli colpiscono pesantemente anche il personale dell’Istituto e di tutto il MiBAC. Da anni i pensionamenti non vengono compensati da nuove assunzioni, ma soltanto provvisoriamente e in misura minima da collaborazioni esterne. Per l’occasione, su twitter diverse case editrici stanno sostenendo l’hashtag #salvatesbn per destare l’attenzione sul tema.

PASSAGGIO DI SAPERI – Si interrompe così il passaggio di saperi ed esperienze che da sempre ha completato la formazione dei colleghi più giovani: è tutto il bagaglio di conoscenze tecnico – scientifiche relativo al materiale antico e manoscritto, alla catalogazione e alla gestione dell’informazione che si perde, nella totale indifferenza di chi ha responsabilità di governo.

L’UTILITA’ DEL CATALOGO – Chiunque svolga un’attività di studio o di ricerca, e più in generale chiunque, in Italia o all’estero, sia interessato ad ottenere in lettura un documento nell’immenso patrimonio delle biblioteche italiane, conosce il Servizio Bibliotecario Nazionale e ha sperimentato l’utilità del catalogo collettivo nazionale consultabile via internet (opac.sbn.it). Ad esso accedono oggi più di 2 milioni e mezzo di visitatori l’anno, con circa 50 milioni di ricerche bibliografiche e più di 35 milioni di pagine visitate. Vi sono presenti 14milioni di titoli con 64 milioni di localizzazioni.

MANIFESTRO DELLA CULTURA – E’ passato poco più di un anno da quando il Sole 24 ore ha pubblicato il “manifesto della cultura,” dove si individuava nella valorizzazione dei saperi e della cultura il necessario presupposto per lo sviluppo e la strategia per guidare il cambiamento; più di recente, nell’ambito del Salone Mediterraneo della responsabilità sociale condivisa, tenutosi questo mese a Napoli, si è riproposto come obiettivo: “di concorrere alla definizione di strategia e strumenti per valorizzare la cultura e il patrimonio storico artistico come motore di crescita e di rilancio dell’economia alimentando la collaborazione tra pubblico e privato, profit e no profit”.

L’SBN – Il Servizio Bibliotecario Nazionale da più di venti anni si fonda sul decentramento territoriale e sulla cooperazione tra Stato, Regioni (che hanno costituito 83 poli regionali) e 20 Università al fine di valorizzare le iniziative locali e far convergere verso un obiettivo comune l’impegno delle 5.000 biblioteche che fino ad oggi hanno scelto di aderire. La cooperazione nazionale e la condivisione delle risorse hanno determinato l’abbattimento dei costi della catalogazione, consentendo alle biblioteche di ottenere in pochi anni risultati non perseguibili con la gestione tradizionale; hanno innalzato il livello dei servizi all’utenza in un ambito di continuo confronto tra soluzioni sempre più avanzate sia nel trattamento dell’informazione bibliografica sia nella fruizione dei documenti.


I RISCHI
– E proprio in quanto basata sulla condivisione delle risorse la rete SBN, nata come realizzazione all’avanguardia, è stata presa a modello di buona pratica a livello internazionale. Cessare la manutenzione e rendere insostenibile l’incremento di una tale risorsa, nella solita logica di tagli indiscriminati, è , a nostro avviso, l’ennesima offesa del diritto allo studio, alla ricerca e alla crescita culturale e pertanto riteniamo doverosa questa denuncia.

20 maggio 2013

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