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Sul Giornale, Luigi Mascheroni presenta il nuovo dizionario flaubertiano ai tempi di Twitter

LA CRITICA QUOTIDIANA - Dalle pagine del Giornale, Luigi Mascheroni presenta il nuovo ''erede'' del famoso ''Dictionnaire des idées reçues'' di Gustave Flaubert. Parliamo di ''In Place of Thought'' del giovane scrittore Teju Cole...

Lo scrittore Teju Cole ha pubblicato, prima su Twitter e poi sul New Yorker “In Place of Thought”, una raccolta dei maggiori stereotipi e delle banalità ricorrenti riguardanti i più disparati argomeni

LA CRITICA QUOTIDIANA – Dalle pagine del Giornale, Luigi Mascheroni presenta il nuovo “erede” del famoso “Dictionnaire des idées reçues” di Gustave Flaubert. Parliamo di “In Place of Thought” del giovane scrittore Teju Cole, già noto per il suo romanzo “Città aperta” divenuto un vero caso letterario negli Stati Uniti. Lo scrittore ha pubblicato prima su Twitter e poi sul New Yorker una breve raccolta dei più diffusi stereotipi, cliché vuoti e privi di ogni veridicità, che non rispettano alcun tipo di confine.

IL DIZIONARIO DI FLAUBERT – “Che noia essere tutti d’accordo, avere le stesse identiche idee, ragionare con pensieri automatici, parlare per frasi fatte. Non c’è nulla di peggio dei luoghi comuni”. Era proprio questa l’idea che mosse Gustave Flaubert a scrivere il suo “Dictionnaire des idées reçues”, pubblicato postumo nel 1913, il cui intento era quello di fare una vera e propria satira delle opinioni ritenute dei veri e propri cliché, “conformismi intellettuali” vuoti e privi di significato.

COLE, L’EREDE DI FLAUBERT – Ora, accanto all’opera del grande maestro francese, campeggia quello dello scrittore trentottenne nigeriano-newyorkese Teju Cole. Strenuo sostenitore della narrativa atipica, ha redatto questo dizionario, il diretto erede di quello flaubertiano, come dimostrazione del suo profondo odio nei confronti delle banalità, degli stereotipi e della stupidità. Si tratta infatti di un fenomeno dilagante, che non vede confini e che anzi, attraverso i nuovi mezzi di comunicazione è destinato a diventare ancor più diffuso. Nel suo “In Place of Thought”, pubblicato nella sezione “Page-turner” del New Yorker, Cole ha raccolto una settantina di voci riguardanti la banalità di alcuni cliché dilaganti. Questi erano stati prima anticipati via Twitter.

3 settembre 2013

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