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Suggerimenti e riflessioni per un calcio autentico nel libro postumo di Agostino Di Bartolomei, ”Il manuale del calcio”

Il calcio? E' semplicità il calcio. Un mondo di semplicità. Lo asseriva Agostino Di Bartolomei, grande e serissimo campione, capitano della Roma di Liedholm, Falcao, Conti, Pruzzo, Prohaska, che nella stagione 1982-83 conquistò il secondo scudetto della sua storia...

Pubblichiamo la recensione di Mimmo Mastrangelo per la capacità con cui riesce a riportare alla memoria il ricordo di Agostino Di Bartolomei, che con questo libro postumo, scritto per il figlio Luca, insegna ai giovani l’amore per un calcio pulito, nel rispetto per le regole e l’etica del gioco

Il calcio? E’ semplicità il calcio. Un mondo di semplicità. Lo asseriva Agostino Di Bartolomei, grande e serissimo campione, capitano della Roma di Liedholm,  Falcao,  Conti,  Pruzzo,  Prohaska,  che nella stagione 1982-83 conquistò il secondo scudetto della sua storia.  Di Bartolomei (che molti chiamavano solo Ago o Diba)  militò anche nel Milan e nel Cesena e chiuse la carriera nella Salernitana che ritornò nei cadetti nel giugno del 1990, dopo oltre un ventennio di inferno nella  serie C di un tempo. Chi ha seguito il calcio degli anni settanta ed ottanta non può  aver dimenticato quel ragazzo taciturno e  dai modi gentili, nato nel 1955 nel quartiere romano di Tor Marancia. Non può non ricordare  l’elegante e dotato numero dieci giallorosso (riconvertito sul finire del carriera a libero) che in campo imbastiva ordini, puntellava le giuste geometrie di gioco e quando  arrivava in zona tiro sembrava che dal suo piede  esplodesse dinamite. Di Bartolomei  nel 1994 si tolse la vita con un colpo di pistola al cuore, lasciando scritto in un biglietto: “Mi sento chiuso in un buco”.

La sua tragedia è rimasta una ferita non rimarginata, che ha lasciato  sospese tutte le domande su quell’ atto estremo, sicuramente malevole ma a cui va riconosciuto rispetto. A Diba hanno continuato a volergli bene in tanti, anche dopo la morte: in sua memoria  i comuni di Roma e San Marco di Castellabate (dove si era trasferito a fine carriera) gli hanno dedicato una strada, Antonello Venditti l’ha omaggiato in una canzone, il personaggio Antonio Pisapia, nel film di Paolo Sorrentino “L’uomo in più”, è ispirato a lui,  mentre dallo scorso febbraio anche il centro sportivo della Roma a Trigoria porta il suo nome.

Amava i bambini Diba, piaceva stare con loro, trasmettergli la sua  passione per un calcio pulito che fosse divertimento e, in egual misura,  avviamento alla vita. Quello che pensava dell’arte di rincorrere la palla lo comunicava direttamente ai ragazzi della sua scuola calcio, ma volle riportarlo anche in scrittura, tant’è che un suo carteggio articolato di storia, regolamenti, schemi di allenamenti, principi sani sullo sport è rimasto per anni in un cassetto e che, grazie alla volontà del figlio Luca e alla disponibilità della casa editrice Fandango, è diventato da poco un volume.

“Il manuale del Calcio” di Agostino Di Bartolomei è un’opera da suggerire ai maestri-educatori delle tante scuole calcio, ai piccoli atleti e ai loro genitori  in quanto ha pagine che sono un inno ad un calcio fuori dai clamori (e dalle porcherie)  del professionismo,  invitano al rispetto per le regole e a maturare un’etica del gioco. Un volume che è un piacere leggere anche per le belle (e toccanti)  prefazione firmate da due maestri del giornalismo sportivo. “Quando morì – scrive nel suo testo Gianni Mura di Repubblica – mi venne in mente di quanto Di Bartolomei amasse la vita: la famiglia, il mare, la buona tavola, l’ironia, il senso della misura, l’arte, la musica, le partitine a poker. Di quanto non gli piacessero le sceneggiate, l’indisciplina, i personalismi, i giudizi superficiali, la frenesia spacciata per velocità, il volume alto spacciato per autorevolezza, la cialtroneria per intelligenza…”. Invece secondo il cronista Rai Marino Bartoletti: “Ago vive e soprattutto sorride in questo manuale di impagabile e giudiziosa semplicità. E’ l’ultima lezione che ci ha voluto  dare: ancora una volta col pudore di non volercelo far pesare”.

I proventi del libro  saranno destinati a “Calciosociale”, un progetto improntato sul metodo della “peer education” (educazione alla pari) e finalizzato al recupero dei ragazzi gravati da disagio sociale.

 

7 ottobre 2012

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