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Su Repubblica, l’intervista ad Emmanuel Carrère, protagonista al Festivaletteratura di Mantova

LA CRITICA QUOTIDIANA - Dalle pagine di Repubblica, Fabio Gambaro propone una interessante intervista ad Emmanuel Carrère, romanziere noto per il suo grande successo ''Limonov''...

L’autore del noto romanzo “Limonov” in questa intervista parla dei suoi libri e del mestiere dello scrittore, narratore e guida per il lettore all’interno del complesso dedalo della storia

LA CRITICA QUOTIDIANA – Dalle pagine di Repubblica, Fabio Gambaro propone una interessante intervista ad Emmanuel Carrère,  romanziere noto per il suo grande successo “Limonov”. L’autore sarà ospite il prossimo 8 settembre al Festivaletteratura di Mantova, che inaugura oggi la sua diciassettesima edizione.

L’AUTORE ALL’INTERNO DEI SUOI ROMANZI – Emmanuel Carrère è uno dei più noti scrittori francesi, amatissimo in patria e, grazie alla traduzione delle sue opere, anche in tutto il mondo. Anche in Italia è molto nota la sua fama, che lo ha visto per molte settimane in cima alle classifiche con il suo romanzo “Limonov”. Caratteristica peculiare del romanziere è la sua predisposizione nel “mettersi a nudo nei libri, rivelando le proprie debolezze e le proprie contraddizioni”. La sua presenza costante in prima persona in tutti i testi che scrive è stata definita dallo stesso Carrère nell’intervista come mutevole. L’autore spiega come soltanto ne “La vita come un romanzo russo” la sua presenza sia realmente autobiografica, mentre negli altri testi le storie raccontate siano lontane dalla vita vissuta, ma in grado comunque di smuovere esperienze e sentimenti personali.

LA FIGURA DELL’AVVERSARIO – Parlando in modo più specifico de “La vita come un romanzo russo”, l’autore spiega come l’attrazione per follia ed orrore siano state a lungo presenti nella sua vita per ragioni familiari, e che la scrittura del romanzo sia stato un modo per esorcizzarle. Per quanto concerne invece “L’avversario” ed il suo protagonista, Romand, Carrère spiega come si tratti di una sorta di immagine stereotipata che raccoglie caratteristiche che tutti portiamo con noi: la doppiezza, la menzogna, la paura di deludere gli altri. L’autore ci tiene a precisare che non esiste un vero e proprio “avversario” dello scrittore, ma questo sia mosso dalle stesse paure di tutti gli esseri umani.

L’AUTORE COME NARRATORE E CICERONE PER IL LETTORE – Per quanto concerne la presenza dello scrittore all’interno dei suoi scritti, Carrère spiega come questo intervento sia a suo avviso necessario per “condurre il lettore all’interno di dilemmi esistenziali”, e come questa presenza non sia una forma di narcisismo, ma riconducibile più invece a quella di maestro e Cicerone, che accompagna il lettore alla scoperta di un nuovo mondo. Per quanto concerne invece la sua presentazione in modo negativo all’interno dei romanzi, l’autore spiega come “mostrare la propria debolezza è sempre giusto, giacché al lettore fa bene sapere che uno scrittore non è certo un essere superiore solo perché scrive dei libri”.

4 settembre 2013

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