Sei qui: Home » Libri » Su Repubblica, l’addio di Paolo Mauri al grande giornalista e intellettuale Nello Ajello

Su Repubblica, l’addio di Paolo Mauri al grande giornalista e intellettuale Nello Ajello

LA CRITICA QUOTIDIANA – È morto ieri Nello Ajello, grande giornalista e scrittore italiano, e su Repubblica Paolo Mauri gli dedica l'addio suo e di tutta la redazione, ricordandone la figura e ripercorrendone l'opera e il lavoro...
Firma dell’Espresso e della Repubblica, Ajello è stato anche raffinato scrittore e saggista
LA CRITICA QUOTIDIANA – È morto ieri Nello Ajello, grande giornalista e scrittore italiano, e su Repubblica Paolo Mauri gli dedica l’addio suo e di tutta la redazione, ricordandone la figura e ripercorrendone l’opera e il lavoro.
IL GIORNALISMO – Originario di Napoli, Ajello lasciò la sua città e si trasferì a Torino, dove si dedicò sempre a coltivare “la forza delle idee che possono contribuire ad un solido cambiamento”, intervenendo “nel mondo degli studi accademici ma anche nel dibattito politico e culturale”. Sempre attento all’accuratezza e alla completezza di quanto scriveva, sapeva coniugare queste qualità a quella di una grande piacevolezza. Seppe far valere queste sue doti innanzi tutto nel campo del giornalismo – lavorò all’Espresso, e lo diresse anche per qualche tempo, e poi a Repubblica, dove Scalfari gli affidò l’inserto culturale “Mercurio”, pubblicato nel 1989-1991, negli anni della caduta del Muro di Berlino, quando in Italia si dissolse il Pci. 
L’OPERA STORICA – Svolse anche l’opera di storico, e proprio alla storia del Pci dedicò varie pubblicazioni, tra cui “Il lungo addio – Intellettuali e Pci dal 1958 al 1991”, uscito nel 1997. Di questo, a dimostrazione della qualità non solo di grande intellettuale, ma anche di grande comunicatore di Ajello, Mauri scrive: “Chi si trova tra le mani ‘Il lungo addio’ può ben sentire la storia che si muove, si articola, torna ad essere cronaca per poi riacquistare la solidità di un percorso preciso”.
GLI SCRITTORI E IL POTERE – In generale dedicò molte delle sue energie a studiare il rapporto tra gli intellettuali e il potere, argomento cui dedicò il libro-inchiesta “Lo scrittore e il potere” del 1974. Nel 1978 esce la sua “Intervista sullo scrittore scomodo” dedicata ad Alberto Moravia, “che racconta la sua vita, i suoi viaggi, il suo rapporto con il sesso e con la politica”. Ci sono anche racconti divertenti, come quello di Moravia che, occupandosi di cinema per l’Espresso ma essendo un po’ sordo, doveva sempre avere qualcuno accanto a sé in sala che lo aiutasse a seguire la trama del film. 
L’ADDIO AD AJELLO – Ajello era anche “battutista formidabile”, ed ebbe in questo per maestro Mino Maccari. “I bersagli cambiavano, ma identica era la capacità di sintetizzare un modo di essere in una caricatura fulminante”. Insomma, l’Italia oggi piange un intellettuale di grande caratura, “un giornalista elegante, un analista raffinato con il gusto per l’aneddoto mai fine a se stesso. Un maestro di stile”.
12 agosto 2013
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© Riproduzione Riservata