L’autore, scomparso lo scorso anno, tra qualche giorno avrebbe compiuto 70 anni. Per ricordarlo è in uscita il suo racconto inedito, “Per Isabel. Un mandala”, di cui ci parla Paolo Mauri in un suo articolo
LA CRITICA QUOTIDIANA – Dalle pagine di Repubblica, Paolo Mauri presenta il nuovo libro dello scrittore Antonio Tabucchi. Lo scrittore, scomparso lo scorso anno, il 24 settembre prossimo avrebbe compiuto 70 anni. Il racconto inedito, intitolato “Per Isabel. Un mandala” sarà in uscita per Feltrinelli il prossimo 9 ottobre.
“PER ISABEL” – Interessante è la storia che sta dietro la scrittura di “Per Isabel”. Una nota del romanzo rivela che il testo è stato scritto in momenti diversi e poi dettato integralmente nel 1996. Per la sua particolarità non può essere classificato come “un” racconto, bensì come “il” racconto di Tabucchi. Nel romanzo compaiono personaggi già noti agli amanti dello scrittore toscano, come la stessa protagonista Isabel e Tadeus Waclaw Slowacki, già presente in Requiem. Il personaggio, precedentemente defunto, torna nel mondo per inseguire “un altro fantasma”. Se le premesse potrebbero far pensare ad una storia di fantasmi, in realtà si tratta di un racconto totalemente calato nella quotidianità.
IL MANDALA, FIGURA RIVELATRICE DI TANTI DILEMMI NASCOSTI – Tabucchi è stato in grado di trasportare nella realtà tutta la vicenda, trasformandola in una sorta di nuova investigazione, basata sulla tecnica del mandala: si tratta di un cerchio sapienziale che via via si restringe intorno a ciò che si cerca. Per trovare Isabel infatti Tadeus dovrà investigare, scavando tra le conoscenze del suo passato, mettendo insieme i frammenti di una vita tutt’altro che usuale.
VIVERE ED ASSAPORARE LE STORIE RACCONTATE – La sapiente maestria dell’autore nella stesura del suo racconto è stata quella di dilatare le storie e viverle, in luoghi geografici a lui famigliari come la sua Lisbona. “Oltre al piacere del testo, di grande compattezza stilistica, il lettore avrà dunque il suo da fare, se lo vorrà, nell’inseguire i mille possibili rimandi e riflessioni che l’autore offre a piene mani mentre incontra i suoi personaggi bevendo o mangiando qualcosa”.
ANTONIO TABUCCHI – Per la sua struttura concentrica, che porta alla scoperta della verità, il racconto può essere identificato come l’immagine simbolo del viaggio dell’autore alla scoperta del suo vero io. Potrebbe essere questo il motivo per cui non accettò mai di pubblicare il racconto in vita. Dell’autore ha parlato anche Ugo Riccarelli, il neo Premio Campiello scomparso qualche tempo fa nel suo “Sosteneva Tabucchi”. Qui Riccarelli parla del suo rapporto personale con Tabucchi che, nonostante le lunghe assenze, si è sempre rivelato forte, profondo e sincero.
19 settembre 2013
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