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Su La Stampa, una riflessione sul perché, dai video ai libri, oggi trionfi il Pop Porn

LA CRITICA QUOTIDIANA – Che cosa sono diventati il sesso, l'erotismo e l'amore nella nostra epoca? A questa domanda, sulle pagine culturali de La Stampa, cerca di dare una risposta Marco Belpoliti...
Attraverso la lettura dei saggi di Di Marino, Bauman, Byung Chul Han, lo scrittore e critico letterario Marco Belpoliti ci illustra come nella nostra epoca il sesso e la ricerca del piacere abbiano preso il sopravvento su erotismo e amore

LA CRITICA QUOTIDIANA – Che cosa sono diventati il sesso, l’erotismo e l’amore nella nostra epoca? A questa domanda, sulle pagine culturali de La Stampa, cerca di dare una risposta Marco Belpoliti, che ricostruisce in un’interessante riflessione, attraverso la lettura dei libri di studiosi come Bruno Di Marino, Zygmunt Bauman e Byung-Chul Han, come il sesso si sia ridotto oggi a merce.

IL DILAGARE DEL POP PORN, DAL VIDEO AI LIBRI
– L’argomento trattato non è qui la prostituzione, tutt’altro. Il nodo della questione riguarda tutti noi, l’intera nostra società. È cambiato infatti il modo culturale di intendere, e dunque di vivere, esperienze fondamentali come il sesso, l’erotismo e l’amore – tra aspetti strettamente collegati tra loro. Di Marino, studioso dell’immagine in movimento, esperto in nuovi media e rapporti tra il cinema e gli altri ambiti artistici, sottolinea nel saggio “Hard media. La pornografia nella arti visive, nel cinema e nel web” il dilagare del Pop Porn, anche tra il pubblico femminile. Di Marino evidenzia che un terzo di coloro che consumano i prodotti visivi porno, i filmati che circolano sempre più grazie al web, sono donne. Un fenomeno che riguarda soltanto i video? Nient’affatto. Basti pensare, suggerisce Belpoliti, a quanto accaduto nell’universo delle letture la scorsa estate, quando le “Cinquanta sfumature” di E.L. James hanno completamente stravolto il panorama editoriale scalando le classifiche di vendita di tutto il mondo.

IL SESSO COME PRODOTTO DI CONSUMO
– Qual è la premessa di questa dilagante mercificazione? L’appiattimento di amore ed erotismo sulla sola dimensione del sesso, risponde Belpoliti. Anche Byung-Chul Han, docente di filosofia e teoria dei media in Germania, nel libro “Eros in agonia” afferma che l’amore si è appiattito sempre più sulla sessualità. Questa, dal canto suo, viene chiamata nella nostra società ad adeguarsi al modello dell’efficienza e della prestazione. In altre parole, spiega il sociologo Zygmunt Bauman nel saggio “Gli usi postmoderni del sesso”, il sesso, da esperienza complessa che era, viene a identificarsi con il mero orgasmo. La sessualità umana si è caratterizzata nel corso della sua evoluzione per il legame sempre più forte con l’idea della riproduzione, della continuità e anche dell’immortalità, oltre che con la sfera dei sentimenti e dell’amore. Oggi invece la sessualità ha perso questo significato complesso e si è ridotta a puro piacere, divenendo, in questa forma, un prodotto del mercato. “Non si parla più neppure di amore e morte, fratelli gemelli, poiché la morte è stata espulsa dal sesso”, scrive Belpoliti. Ovvero, la sessualità si è voluta liberare da tutti i suoi aspetti dolorosi.

IL MALE DELLA NOSTRA EPOCA – Ma, ci insegnano Bauman e Byung-Chul Han, ciò che viene espulso dalla porta rientra dalla finestra: il mito dell’efficienza e della prestazione genera ansia, che è la malattia della nostra società, e in alcuni casi si tramuta anche in depressione. Inoltre, se da un lato siamo spinti a considerare sempre più l’erotismo un prodotto di consumo, dall’altro le regole sociali ci vietano di trattare l’altra persona come un oggetto. In pratica, siamo divisi tra due imperativi contrapposti, con esiti non proprio positivi sulla nostra salute mentale. “Il destino, cui ci affida il sesso postmoderno”, conclude infatti Belpoliti, “è quello della nevrosi psichica, con vantaggi inevitabili per tutti gli addetti alla nostra psiche, che oramai sono tanti”.

3 luglio 2013

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