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Su La Stampa, Paolo Di Paolo riflette sul perché oggi ci si dedica sempre meno a letture impegnative

LA CRITICA QUOTIDIANA - Dalle pagine de La Stampa di oggi, Paolo Di Paolo, il giovane autore entrato nella cinquina dei finalisti del Premio Strega spiega che cosa significa l'esperienza della lettura. L'autore si è concentrato in particolar modo sulla difficoltà, al giorno d'oggi, di affrontare quei testi definiti ''pesanti'', prediligendo invece letture meno impegnative...
L’autore, finalista al Premio Strega, esprime il suo personale punto di vista sulla lettura al giorno d’oggi, con particolare attenzione alla diffusa difficoltà nell’accostarsi a testi di spessore
 
LA CRITICA QUOTIDIANA – Dalle pagine de La Stampa di oggi, Paolo Di Paolo, il giovane autore entrato nella cinquina dei finalisti del Premio Strega, spiega che cosa significa l’esperienza della lettura. L’autore si è concentrato in particolar modo sulla difficoltà, al giorno d’oggi, di affrontare quei testi definiti “pesanti”, prediligendo invece letture meno impegnative. 
 
POCO TEMPO DA DEDICARE A LIBRI IMPEGNATI – Paolo Di Paolo, nella sua riflessione sull’esperienza della lettura, parte da una osservazione importante, sovente dimenticata: spesso si afferma che, nella società contemporanea, si legge poco, ma in realtà leggiamo di continuo, dalle notizie ai messaggi sul cellulare. La grande differenza sta nel tempo in cui ci si sofferma a riflettere su quanto letto. I ritmi frenetici portano a chiedere ai libri, nel momento in cui siamo  disposti a dedicarci a qualche pagina, di essere leggeri, di affrontare argomenti piacevoli, con un linguaggio semplice e di facile fruizione. La lettura non ha perso di valore ed interesse, ma sono i ritmi dettati dalla vita moderna a rendere difficile l’accostarsi a testi di un certo spessore. 
 
SI IMPARA ANCHE DALLA NOIA – Di Paolo fa sua una riflessione di David Foster Wallace “Non c’è niente di male a leggere o a guardare roba leggera(o robaccia) per un po’; in fondo è un modo per prendersi una breve vacanza da sé stessi. Ma siamo sicuri di riuscire a limitarci alle piccole dosi?” La lettura impegnata, al contrario di quella di facile fruizione, richiede una vera e propria immersione all’interno del testo, un  totale isolamento psicologico. Di Paolo spiega come, da adolescente, spesso abbia rischiato di perdersi sulle lunghe descrizioni di Walter Scott o Tolstoj ma, grazie alla grande forza di volontà, di aver vinto la sfida, portando a termine la lettura. E’ come vincere una sfida, fatto possibile perché la sfida stessa la si è accettata. “Si impara anche dalla noia, da ciò che non capiamo. Si impara anche da ciò che ai nostri occhi resta opaco, da ciò che non è a portata di mano”. La lettura di determinati testi deve essere intesa come l’incontro con una persona, a cui è necessario dedicare attenzione e tempo. 
 
18 giugno 2013
 
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