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Stasera al Festivaletteratura di Mantova spazio al fermento culturale tra i giovani scrittori italiani

Un cantiere pieno di esperimenti letterari e grandi aspirazioni. Parliamo di ''Scritture Giovani'', la sezione primaverile del progetto dedicato ai potenziali nuovi talenti della narrativa. Al Festivaletteratura incontrano Giovanni Montanaro, autore di ''Tutti i colori del mondo''...

Giovanni Montanaro, relatore dell’incontro, confessa il particolare rapporto che lo lega alla kermesse di Mantova e spiega come la letteratura in Italia sia oggi una realtà virtuosa, che da maggiori possibilità ai giovani rispetto ad altri campi

MANTOVA – Un cantiere pieno di esperimenti letterari e grandi aspirazioni. Parliamo di “Scritture Giovani”, la sezione primaverile del progetto dedicato ai potenziali nuovi talenti della narrativa, grazie alla quale dieci giovani “non ancora autori” avranno la possibilità di confrontarsi con alcuni esperti del mondo editoriale. Al Festivaletteratura incontrano Giovanni Montanaro, autore di “Tutti i colori del mondo”. A poche ore dall’inizio, abbiamo intercettato il relatore dell’incontro.

 

GIOVANI SCRITTORI – Montanaro stasera nel corso di “Cantiere Scritture Giovani” darà vita a una sorta di lavoro di scrittura dal vivo insieme ai giovani autori.  “Rispetto alla mia partecipazione, adesso l’evento è aperto anche agli scrittori italiani d’interesse non pubblicati. La serata s’incentra sui ragazzi, cercherò di metterli in rilievo, facendo da “co-lettore” dei loro racconti e ragionando con loro di letteratura, dando anche qualche consiglio pratico su come dai racconti si passa ai romanzi e alla pubblicazione.” Montanaro spiega il particolare legame che lo lega alla kermesse culturale. “Io sono stato l’autore Scritture Giovani nel 2008. Mantova è stata la mia prima esperienza letteraria, ed è per questo che sono molto affezionato al Festivaletteratura.”

DESIDERIO DI RACCONTARE – L’autore di “Tutti i colori del mondo” spiega qual è dal suo punto di vista la situazione dei giovani scrittori italiani. “Si scrive in tanti e la cosa è bella ma nello stesso momento strana. Ciò significa che la società di oggi, pur avendo un ritmo di vita frenetico dovuto alla velocità dei nuovi mezzi, ha mantenuto la cosa più preziosa che ha l’uomo, ovvero il desiderio di comunicare e raccontare. La mole di manoscritti nei cassetti è spaventosa, sono tanti. Molti ambiscono ad essere pubblicati. C’è poi un grande passo: quello di passare dal racconto al romanzo, il passaggio decisivo per chi vuole essere pubblicato.”

LETTERATURA SPAZIO VIRTUOSO PER I GIOVANI – Un fermento culturale, quindi, che va in controtendenza rispetto all’attualità. “In generale, si legge poco, anche da parte degli stessi scrittori. In un paese paralizzato, in cui i giovani trovano pochissimo spazio, credo che la letteratura rappresenti per loro una grande opportunità: ci sono molti più giovani scrittori rispetto ad altre categorie. Per tanti motivi, anche economici (investire su un autore emergente costa meno rispetto ad investire su uno affermato).” Secondo Montanaro, la letteratura in Italia rappresenta un campo virtuoso rispetto a altri settori come la politica, l’industria, il teatro. “I giovani in letteratura hanno avuto spazio, e io ne sono la prova; lo dimostra, infatti, la mia presenza insieme ad un altro autore emergenze, Marco Missiroli, all’interno della cinquina finalista del Campiello. Questo è un messaggio di speranza per gli autori giovani. Tanti di loro hanno avuto la possibilità di emergere e scrivere, come Mauro Giordano e Silvia Avallone. La letteratura è stata più coraggiosa rispetto ad altri settori.”

OMAGGIO AL FURIOSO – Gli impegni di Giovanni Montanaro al Festivaletteratura non si fermano qui. Venerdì e sabato il giovane autore parteciperà a “Il Furioso in festa”, nel corso del quale ogni autore è chiamato a scegliere un ingresso nel labirinto narrativo del Furioso. “Non posso anticipare di cosa parleremo. Trovo molto bello che si ritorni su questo autore, cardinale per la mia formazione. Il “Furioso” ha questa potenza di aprire parentesi su mondi. E’ un libro pressoché infinito, all’interno del quale c’è un’idea di letteratura che mi piace molto: il Furioso cresce in un ambito in cui lo scrittore non era libero (Ariosto era un uomo di corte) ma al di là di questo lavora su personaggi che non sono suoi. Una lezione di bellezza di letteratura, che mi ha sempre colpito. Personaggi umani, incapaci di realizzarsi, spesso illogici. L’idea di festeggiarlo attraverso questa formula del Festival che lascia libertà agli autori mi piace molto. L’Ariosto introduce proprio un elemento di gioia e velocità che, rispetto alla letteratura di oggi, ritengo sia giusto tenere presente.”

 

L’ESPERIENZA DEL CAMPIELLO – Infine, un commento sulla sua recente partecipazione alla serata finale del Premio Campiello della scorsa settimana . “Partecipare al Campiello è stata per me la cosa più importante che mi è capitata grazie a questo libro. Per un ragazzo di 29 anni ottenere l’attenzione da parte di una giuria così prestigiosa è stata una cosa incredibile. Non posso che spendere parole positive sul Campiello, anche dal punto di vista organizzativo. Siamo stati al centro di un’attenzione bella, che ci ha permesso di parlare di noi, dei nostri libri e di cementare amicizie.”

 

6 settembre 2012

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