C’era una volta una famiglia che profumava di latte, composta da una mamma, un papà e una bambina.
Un giorno, però, la piccola, vittima di un incantesimo sopraggiunto inaspettato, subì una mutazione e i genitori, in breve tempo, si accorsero di essere anch’essi diversi da poco prima. La strega, appellata Crescita, con al seguito i suoi fedeli seguaci, i temibili Ormoni, aveva compiuto la propria missione: la principessina rosa divenne, così, Sua Maestà l’Adolescente e gli altri due protagonisti del racconto vennero appellati, rispettivamente, Mater e Pater.
L’Adolescente era una strana creatura: si esprimeva in suoni gutturali o urla da giungla; sbatteva le porte; aveva una protesi come proseguimento della mano, con cui essere sempre in contatto con i suoi simili tramite un linguaggio segreto; vestiva con indumenti improbabili; colorava le labbra con rossetti forse più improbabili; si nutriva di nutella e nutriva una profonda avversione per le cose riposte in armadi e cassetti; si calava dalla torre in barba ai draghi, agitando la treccia come una lancia; faceva strage di aspiranti principi azzurri con piuma sul cappello e brufoli sulle guance.
Pater riuscì ad adeguarsi al kaos cosmico, essendo gemello astrale della creatura; Mater, invece, ebbe un attimo di smarrimento che decise di superare escogitando la fondazione di un circolo di Fate, all’occorrenza Streghe, che si incontravano nei luoghi paralleli al reale, i medesimi frequentati dagli adolescenti, per trovare un antidoto. Fra code di rospo e occhi di gufo gettati nel pentolone, le Fate si sentivano meno sole e più felici, perché le strane creature, in fondo, erano straordinariamente meravigliose e, soprattutto, si ricordarono di aver anche esse conosciuto, in un tempo lontano, la fantomatica “Crescita” e i suoi artigli.
Ben presto, con soddisfazione, Mater scoprì di avere super poteri che le erano finora ignoti: apprendeva facilmente idiomi e lemmi senza neppure un manuale di grammatica per aspiranti adolescenti stagionati; regolava la sua voce e le sue reazioni senza che i battiti del cuore impazzito si palesassero; disquisiva di amore ai tempi dei social (che non è il colera, ma può essere virulento); sonno, fame, freddo e caldo non potevano più fermarla, perché Sua Maestà non contemplava che Mater e Pater potessero avere diritti personali e bisogni fisiologici.
“Social Mum”, scritto da Giulia La Face ed edito da Graphofeel nel 2016, è un romanzo semi-autobiografico in cui l’autrice, attraverso uno stile fresco ma ricco di rimandi e citazioni, dimostra intelligenza, ironia e spirito critico, raccontando l’adolescenza della propria figlia senza demonizzare né santificare, ma, semplicemente, comprendendo e amando. Proprio nell’educazione sentimentale, infatti, si trova la chiave per aprire lo scrigno di un nuovo mondo, quello di una generazione che farà il futuro e che, per farlo al meglio, ha bisogno di imparare i codici della comunicazione e della relazione affettiva attraverso uno scambio proficuo, dove i ruoli di insegnante ed alunno si scambiano fino a fondersi in un abbraccio.
Una lettura coinvolgente che vi farà ricordare chi eravate e riflettere su chi siete.
Ho ricordato una sedicenne con la giacca sfoderata in pelle nera, la mini e la zeppa 12 anche in gennaio, con il vocabolario di greco liso e il “cioè” intonso sulla scrivania, divisa fra infinte conversazioni telefoniche (proprio al telefono, non al cellulare, impedendo ad una famiglia intera di essere reperibile finché non si fosse sviscerato il concetto seisicuracheleinonabbiadettocheluihadettocheleiforseeracarinaallafesta) e canzoni sotto le stelle con la divisa da scout.
Mi sono riconciliata con un mondo alieno che per anni mi ha fatto sospirare, nel silenzio segreto della coscienza: “Fai che non mi tocchi una supplenza in una terza media!!!”, perché , da amante delle fiabe, so come finirà anche questa.
L’Adolescente un giorno si sveglierà e sarà Donna: spogliatasi della pelle squamosa di creatura ibrida, libererà le sue ali variopinte e spiccherà il volo.
Saremo tutti felici e contenti, ma una lacrima di commozione ce la concederemo.
Ps: l’immagine che affianca la copertina del libro è la vincente di un contest organizzato nel gruppo facebook di Social Mum inerente allo stato delle camerette dei figli adolescenti: niente effetti speciali, Signori. Solo la verità, senza fotoritocchi!
.
Emma Fenu
.
Bellissima sorpresa! La fotografia dell’autrice come “volpe” di Pinocchio è di Maurizio Puato. http://www.mauriziopuato.it