Sei qui: Home » Libri » “Sinner Una faccia pulita”, il libro che racconta l’uomo oltre il tennis

“Sinner Una faccia pulita”, il libro che racconta l’uomo oltre il tennis

Il libro restituisce al lettore il ritratto fedele di Sinner, l'uomo, oltre il campione di tennis che sta facendo appassionare il pubblico italiano e non solo

Chi è Jannik Sinner, il campione della porta accanto che sta cambiando il tennis mondiale?

Nel libro Sinner Una faccia pulita , edito per Minerva, Leonardo Iannacci, con la sua penna sagace, traccia un ritratto brillante e anche fuori dagli schemi del ragazzo dalla “faccia pulita” come cantava Claudio Baglioni negli anni Settanta.

Per Baglioni, che ha prefato il libro, il giovane talento del tennis è “Un’eccellente cronistoria. Essenziale, documentata, puntuale, ragionata. Appassionata e anche appassionante. Leonardo Iannacci è un ritrattista più fotografo che pittore”.

Il tennista esplosivo in campo e riservato nella vita privata, restituisce al pubblico, l’immagine di un ventiduenne dai gesti atletici precisi e potenti che lo hanno portato al successo anche grazie al sacrificio e all’impegno costante.

“Sinner Una faccia pulita” di Leonardo Iannacci

Sinossi del libro

Jannik Sinner è davvero una faccia pulita del nostro tennis. È il campione che sta cambiando il suo sport, diventato con le sue vittorie e il suo modo di essere un fenomeno di costume. Il libro racconta l’evoluzione tennistica e la crescita di Sinner in un mondo, quello del tennis, che lo ha accolto come il fuoriclasse del nuovo millennio, l’erede di Federer e Nadal.

Con preziose testimonianze di Paolo Bertolucci, Omar Camporese e Paolo Canè, questo ritratto dell’uomo e del campione si arricchisce di racconti inediti da parte dello staff che segue Jannik nel suo percorso da fenomeno.

Nel libro, dietro l’atleta, c’è però anche l’uomo. La sua infanzia a Sesto, in Val Pusteria, tra il ristorante del papà, lo sport – non solo il tennis, ma anche lo sci – e la scuola.

E poi le sue passioni. Sapevate, ad esempio, che Sinner adora i tortellini che gli cucina la mamma di Giacomo Naldi, il suo fisioterapista bolognese? Che gioca a burraco con la stessa attenzione che mette nel tennis? Oppure che il cuoco che lo segue in tutto il mondo, durante i circuiti, è proprio Hanspeter, papà di Sinner?

Jannik Sinner nelle parole di Leonardo Iannacci

Jannik ricorda un po’ “Richie Cunningham, il ragazzo saggio e già adulto di Happy Days, maturo rispetto ai suoi amici buffi e bambinoni, Ralph Malph e Potsie Weber, così provvisori e perplessi, instabili prigionieri dei loro vent’anni”, come fa notare lo stesso Leonardo Iannacci.

Per Sinner il mantra è il lavoro e grazie al talento e agli allenamenti ci sta insegnando che si possono “rovesciare partite che sembrano già perse perché il suo tennis è una metafora della vita”, come fa notare l’autore. “Jannik è uno, nessuno e centomila. È il ragazzo che avremmo sempre voluto come amico e, più in là negli anni, come figlio. Un esempio e un modo di vivere”.

L’autore

Leonardo Iannacci nasce a Bologna l’8 luglio del 1962. Sbuca dagli anni Sessanta e cresce felice. Si laurea in Giurisprudenza ma realizza di essere in grado di fare solo una cosa nella vita: il giornalista.

Muove i primi passi nella redazione sportiva de “L’Unità”, poi diventa inviato speciale per “Giganti del Basket”, “Guerin Sportivo”, “Autosprint”, “AM-Corriere dello Sport”, “Auto”.

Verga articoli per “Il Giorno”, “Il Messaggero”, “La Stampa” e per “Libero”, il cui fondatore è Vittorio Feltri. In quattro decenni va per il mondo e riferisce di Olimpiadi, Mondiali ed Europei di calcio, basket e pallavolo. Anche di mille eventi motoristici e altrettanti musicali.

Ha la fortuna di fare l’inviato in un’epoca in cui non si copiavano le notizie dal web ma si lavorava “andando-vedendo-raccontando-incontrando”.

In pensione (dribblata) continua a scrivere perché non sa fare e non vuole fare altro. Ha già scritto libri e, forse, il mondo non aveva bisogno di quello che avete tra le mani. Lui sì.

© Riproduzione Riservata