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Simonetta Lein, ”Nel mio libro parlo dell’integrazione, un valore supremo capace di arricchire l’uomo”

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L’attrice, scrittrice e personaggio tv ci presenta il suo libro d’esordio “Tutto ciò che si vuole”

MILANO – ‘La felicità non è fare tutto ciò che si vuole ma volere tutto ciò che si fa”. E’ questa la frase di Nietzsche che ha ispirato Simonetta Lein per la stesura del libro d’esordio “Tutto ciò che si vuole”, un romanzo d’amore sul potere dei desideri. Attrice, scrittrice e personaggio tv, firma ufficiale di Vanityfair con il blog Desideriamo, Simonetta Lein ci presenta la sua prima opera, la cui copertina è firmata da Matteo Basilè. Protagonista del libro, con chiari richiami autobiografici, è Sofia, impegnata alla ricerca della felicità, cercandola in maniera più o meno inconsapevole all’inizio per poi trovarla dentro sé stessa, col tempo necessario.

Come nasce l’idea di questo tuo libro?
Nasce da un viaggio. Una riscoperta che ho fatto dell’India quando ho deciso di ritornarci da sola dopo che i miei genitori mi ci avevano portato da bambina. Lì ho potuto ripensare molto alla mia vita poiché l’India è veramente uno di quei luoghi che nel bene o nel male ti conduce dentro di te. E così è nata l’idea di mettere per iscritto quella che è stata parte della mia esperienza di vita decisamente insolita e particolare che ha ispirato in buona parte il mio personaggio, Sofia.

Ci sono riferimenti autobiografici nel personaggio protagonista dell’opera?
Sì, potremmo dire che Tutto ciò che si vuole è tratto da una storia vera. Poi come ogni scrittore scopre, attingi alla tua vita per trarre ispirazione ma poi i personaggi prendono una loro vita propria. E’ per questo che Sofia in molte cose è me e in altre ha fatto le sue scelte autonome che ispirano me e i miei lettori che trovano in Tutto ciò che si vuole una sferzata di energia un libro da comodino da risfogliare al momento del bisogno. Un viaggio tra le parole che tenta in maniera leggera e profonda assieme di divenire molto di più. Un qualcosa di utile.

La cultura occidentale e quella orientale sono così diverse tra loro? E’ possibile incontrarsi, senza rinunciare alla propria identità ed alle proprie origini?
Sì, sono diverse nell’aspetto esteriore, nella cultura e nelle usanze. Lo spirito curioso ti permette di assaporarne le differenze e capire che andandoci in profondità possono essere assolutamente complementari. Spesso noi occidentali ricerchiamo una dimensione orientale e viceversa. Questo libro infatti parla anche dell’integrazione come valore supremo e di quanto ci si possa arricchire gli uni dagli altri. Specialmente quando si è disposti a mettersi un po’ nei panni dell’altro. Potremmo uscirne piacevolmente sorpresi. Oltre all’India, che è un luogo che ho visitato molto, ho potuto cogliere la medesima verità in tutti i miei viaggi. Quelli per me più importanti sono stati a Cuba e negli Stati Uniti. Cerco sempre di non fare la turista e di capire e cogliere le culture del luogo che mi ospita. Per poi riportarmi quella ricchezza a casa, nella mia Italia che amo tanto e che anche se lascio volentieri per esplorare il mondo poi mi richiama sempre a casa.

Qual è la formula per ritrovare la felicità, di cui è alla ricerca la protagonista?
La forza di volontà. Questo libro nasce da una frase di Nietzsche. ‘La felicità non è fare tutto ciò che si vuole ma volere tutto ciò che si fa.’ E sulla volontà Sofia si è impegnata per diverse pagine di questo libro cercandola, in maniera più o meno inconsapevole all’inizio per poi trovarla dentro sé stessa, col tempo necessario. Non esistono formule magiche per la felicità ma c’è la possibilità di reiniziare da noi stessi e dalla volontà di crearci il nostro proprio mondo. E questo è un messaggio che mi piace dare sopratutto in questi tempi di una crisi che sembra attanagliare i nostri sogni. Un giorno un mio lettore ha detto una cosa molto saggi: Di questi tempi il sognatore è il vero rivoluzionario. Perchè ci dicono e ci dimostrano che ciò che vogliamo non possiamo più prenderlo. Quello che Sofia propone è un punto di sospensione e riflessione nelle nostre vite per capire chi veramente siamo e cosa vogliamo. Cosa molto complessa. Spesso quando chiedo ai miei lettori cosa desiderino veramente non lo sanno. Quindi Sofia aiuta il lettore a farsi chiarezza sul dove vuole andare nella propria vita e a credere in sè stesso e nelle proprie potenzialità. Spesso diciamo che anche se crediamo in noi stessi il lavoro non c’è. Mi è capitato di constatare con mano che un atteggiamento positivo e propositivo verso la vita e sicuramente più lucido e meno coinvolto nella paura di non farcela crea miracoli. Ho visto molte persone convinte di non farcela che quando hanno capito cosa vogliono veramente hanno semplicemnte cambiato il focus a cui si rivolgevano e ce la fanno, anche ora. Siamo in un momento di transizione. Ci sono nuove attività in espansione e altre che non sono più necessarie all’uomo d’oggi. Si tratta di capirlo. Non possiamo più cambiare la macchina tutti gli anni. E’ un dato di fatto. Però ci prendiamo più cura di noi stessi. infatti il mondo del Wellness è in netto aumento. Questo dimostra che la crisi non è ovunque ed è bene ricordarcelo invece di guardare solo ciò che non funziona che è necessario cambiare. Ci siamo sempre rialzati da periodi ben peggiori. Basti pensare per esempio alla grande depressione iniziata negli anni ’30 e la seconda guerra mondiale. Ce l’ abbiamo sempre fatta. Perchè non potremmo farcela anche ora? Che là fuori sia un disastro che possiamo e dobbiamo cambiare è un qualcosa di cui sia io che la mia protagonista Sofia siamo profondamente convinte. Sofia infatti ha dato a me l’ispirazione per divenire più concreta nella vita di tutti i giorni ma lei crede che un sogno sia molto più concreto di ciò che pensiamo se ci crediamo veramente e che nessuno abbia il diritto di portarcelo via. E se il sogno non arriva subito non è dettto che non arrivi mai. Sofia impara la pazienza e il riscoprire le cose semplici, arte che è necessaria per ripartire ma la cosa bella di lei è che è disposta a mettersi in gioco. Questo è un libro che accompagna il lettore a ritornare curioso verso sè stesso e la vita, parte attiva della società e deciso a lottare per i propri desideri e sogni. E se lo facessimo tutti siamo in molti a sostenere che le cose cambierebbero radicalmente. La storia ce lo insegna.

Sei impegnata in progetti sociali legati all’arte e allo spettacolo. Di cosa pensi ci sia bisogno per valorizzare il patrimonio artistico italiano?
Di passione e azione. Quando l’arte tocca il denaro perde la necessità, l’urgenza, il messaggio. Il mondo secondo molti ora potrebbe veramente essere salvato dagli artisti, da coloro che con della sana follia ancora credono nella bellezza delle cose. Che non significa non essere concreti. Anzi, un’artista fa pensare, sveglia le coscienze e non c’è nulla di più concreto di quello. E’ per questo che l’arte non viene aiutata. Perché se il popolo pensa si accorge di quello che anni di burocrazie e politiche errate ci hanno fatto. Il patrimonio artistico italiano è immenso, inestimabile. Basterebbe solo lui a farci vivere in ricchezza. Poi però per esempio vieni a sapere che per la burocrazia perdiamo i contributi Europei per sostenere il patrimonio mondiale di Pompei, scopri che i soldi sono stati stanziati ma per le gare di appalto non riescono a mettersi d’accordo. Ecco, questo è inconcepibile. Solo quando ognuno di noi si renderà conto che questo patrimonio è di tutti allora non permetteremo più uno scempio tale. La risposta concreta ancora la sto elaborando poiché la nostra classe politica si è rivelata inefficace, tutta. Ma il primo passo ce l’ho. Prenderci cura di noi stessi e di ciò che ci circonda come fosse nostro perché lo è. E dare valore per primi noi all’arte del nostro paese. I politici non sono altro che una risposta al nostro modo di pensare. Molte cose stanno cambiando perché sempre più persone si stanno accorgendo che eravamo caduti in una sorta di ipnosi. Ora si tratta di rimboccarsi le maniche e lavorare sodo. Ed andare là fuori a realizzare i nostri sogni e a permettere di ricostruire così che potremo dire ai nostri figli che è possibile. La fenice risorge dalle ceneri, ricordiamocelo sempre.

19 febbraio 2014

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