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Simonetta Agnello Hornby, “Tra Jane Austen e la sorella Cassandra c’era un amore saffico”

A Tempo di Libri Simonetta Agnello Hornby ha parlato della scrittrice inglese più amata di sempre, Jane Austen, nell'anno de bicentenario della scomparsa

MILANO – La sala Tahoma, al padiglione 4, qui a Rho Fiera, è gremita. L’affetto per Jane Austen si amalgama alla perfezione con quello per Simonetta Agnello Hornby, giunta a Tempo di libri per parlare dell’amata scrittrice inglese, nel bicentenario della scomparsa. Dopo una breve introduzione di Chiara Valerio, curatrice della fiera, la scrittrice italiana naturalizzata britannica prende il microfono e comincia a fare ciò che le viene meglio: raccontare. “La prima volta che ho letto Jane Austen mi sono trovata immersa in un mondo che non capivo, era così diverso dalla mia Sicilia: un mondo senza tempo che soltanto più tardi scoprii corrispondere all’Ottocento, a quel periodo in cui Napoleone sperava di invadere l’Inghilterra, anche se nel libro non ve n’è accenno”. Un libro che ha letto e messo da parte a lungo. L’ha ripreso solo tempo dopo quando suo marito le disse di leggerlo in inglese: “È l’inglese più bello dopo quello di Shakespeare”.

LEGGERE LA AUSTEN È UNA GIOIA – “Ho letto i romanzi di Jane Austen tante volte e ogni volta è una gioia”, confessa la scrittrice. “Nei suoi romanzi la condizione della donna è straordinaria. E pensare che in Inghilterra fino al 1982 le donne dovevano chiedere al proprio marito di firmare la loro dichiarazione dei redditi”, spiega Simonetta Agnello Hornby, che della cultura britannica ha un’esperienza diretta. E poi c’è la passione, ci sono i balli e gli amori saffici. Ma perché Jane Austen è Jane Austen? Si è chiesta a un certo punto. “Perché ha rivoluzionato il romanzo: nei suoi libri non c’è una trama chiara, lascia che a parlare siano i personaggi, le loro emozioni, anche quando descrive la natura”. Jane sapeva di valere. Il fatto che in vita non ottenne il successo sperato deve averla fatto soffrire parecchio.

JANE E CASSANDRA – Jane adorava sua sorella Cassandra e quest’ultima ricambiava quel grande affetto. Eppure dopo la morte prematura di Jane, Cassandra e il fratello decidono di distruggere tante delle sue lettere. Perché avrebbero dovuto fare una cosa del genere? Perché, secondo alcuni critici, tra Jane e Cassandra c’era un amore saffico. A sostegno di questa ipotesi Simonetta Agnello Hornby ha raccontato di quella volta che Jane si è fidanzata con un uomo ricco, un uomo che avrebbe potuto far molto bene alla tutt’altro che benestante famiglia della scrittrice. “Jane aveva ventisei anni e mezzo – racconta l’autrice – lui era ricco e lei gli risponse di sì. Poi la mattina suguente, dopo aver dormito come sempre con Cassandra, rompe il matrimonio e scappa dalla casa di Bath, con un’irruenza insolita per una donna solitamente molto equilibrata e razionale”. Poi Simonetta Agnello Hornby si è fermata e ha guardato il pubblico e con vigore ha affermato: “Ci metterei la mano sul fuoco, tra Jane e Cassandra c’era un amore saffico”.

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