Sei qui: Home » Libri » Simone Sarasso, ”Nei miei libri indago il lato oscuro del potere”

Simone Sarasso, ”Nei miei libri indago il lato oscuro del potere”

Desiderio, potere, ribellione, violenza: sono questi gli ingredienti che Simone Sarasso mescola mirabilmente nel suo ultimo romanzo ''Colosseum'' (Rizzoli, 2012), un misto di storia e fiction per narrare la costruzione dell'Anfiteatro Flavio, dal punto di vista di chi l'ha vissuto da vicino...
Dagli esordi letterari agli ultimi progetti editoriali: in quest’intervista l’autore di “Colosseum” si racconta, anticipando il progetto del suo prossimo romanzo, previsto per marzo 2013

MILANO – Desiderio, potere, ribellione, violenza: sono questi gli ingredienti che Simone Sarasso mescola mirabilmente nel suo ultimo romanzo “Colosseum” (Rizzoli, 2012), un misto di storia e fiction per narrare la costruzione dell’Anfiteatro Flavio, dal punto di vista di chi l’ha vissuto da vicino, di chi ci ha combattuto. Sarasso, che con “Invictus. Costantino, l’imperatore guerriero” (Rizzoli, 2012) ha inaugurato un nuovo modo di raccontare la Storia, in quest’intervista racconta dei suoi esordi letterari, regalandoci qualche anticipazione sulla trama del suo ultimo lavoro e sul romanzo in lavorazione, l’ultimo episodio della Trilogia Sporca dell’Italia, in programma per marzo 2013.

Come è nata la sua passione per la letteratura? Quando e come ha iniziato a scrivere?
Il primo racconto l’ho scritto per caso nel 2003, dietro proposta di Fernando Quatraro, titolare della storica casa editrice Effequ, il mio primo editore. Quel racconto piacque a Fernando, che mi commissionò subito un romanzo. E fu così che scrissi “Confine di Stato” (Marsilio Editore, 2007), il primo volume della Trilogia Sporca dell’Italia.

Le sue prime pubblicazioni erano da annoverare tra il genere del noir contemporaneo, penso ad esempio a “Confine di stato”, oppure al suo sequel “Settanta” (Marsilio Editore, 2009). In che modo è avvenuto il passaggio al romanzo storico?
Mi occupo da sempre di Storia con la “S” maiuscola. Fino a “Invictus” ho scavato nel cuore nero della contemporaneità tricolore, ma mi sono accorto, proprio durante questa indagine sul lato oscuro del potere, che le dinamiche peggiori vengono da lontano. Così ho intrapreso un lungo viaggio attraverso i secoli, fino alla Roma Imperiale.

Come è nato “Colosseum”? Può fornirci qualche anticipazione?
“Colosseum” è nato dalla mia volontà di raccontare una storia gladiatoria e proletaria, di narrare l’Impero dal basso, nel momento del suo massimo splendore. La realizzazione dell’Anfiteatro Flavio vista con gli occhi di Vero e Prisco, due schiavi che diventano dei dell’arena, diventa una chiave di lettura dei fasti e delle miserie della Città Eterna e dei domini dell’Aquila.

In che modo ha deciso di trattare la materia storica? A quale tecnica descrittiva si è affidato? A quali precedenti si ispira?
Linguaggio crudo e diretto à la James Ellroy, con un pizzico di Don Winslow, atmosfere à la Manfredi, effetti speciali hollywoodiani.

Lei è presente anche in rete con un blog, “Confine di stato”. Quali potenzialità ha questo mezzo per un autore e soprattutto con quali finalità è nato?
Confinedistato.com nacque ormai diversi anni or sono per permettere ai miei lettori di sbirciare nella mia officina artigiana di narratore. Nel tempo si è creata una piccola ma fedele comunità di lettori e lo scambio di informazioni e pareri riguardo al mio lavoro è rimasto costante. Il blog, così come i social network (Facebook su tutti) è un’ottima finestra sulla Repubblica dei Lettori.

Quali saranno i suoi prossimi progetti editoriali?
A marzo consegnerò a Marsilio il terzo volume della mia Trilogia Sporca dell’Italia. In questo romanzo, che s’intitolerà “Il paese che amo”, parlerò dei misteri italiani dal 1981 al 1994.

15 novembre 2012

© Riproduzione Riservata