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Simone Perotti, ”Nel mio libro le donne spiegano perché sono scomparsi i veri uomini”

Le donne hanno raccolto in quest'epoca il frutto di un'antica lotta per l'emancipazione: oggi, finalmente più libere, sono ovunque loro le protagoniste del consesso sociale. E gli uomini? Dove sono finiti? Se lo è chiesto Simone Perotti, che nel suo nuovo libro, ''Dove sono gli uomini?'', ha cercato una risposta a questa domanda nei racconti delle donne, che da anni lamentano la scomparsa del maschio. Al termine dell'articolo, un estratto del libro in anteprima...
L’autore del best seller del 2009 “Adesso basta” presenta il suo nuovo libro, “Dove sono gli uomini?”

MILANO – Le donne hanno raccolto in quest’epoca il frutto di un’antica lotta per l’emancipazione: oggi, finalmente più libere, sono ovunque loro le protagoniste del consesso sociale. E gli uomini? Dove sono finiti? Se lo è chiesto Simone Perotti, che nel suo nuovo libro, “Dove sono gli uomini?”, ha cercato una risposta a questa domanda nei racconti delle donne, che da anni lamentano la scomparsa del maschio. Giovedì 31 gennaio l’autore sarà a Milano per la presentazione del libro, che si terrà alle ore 18 in Feltrinelli Duomo.

Da dove nasce l’idea del suo nuovo libro “Dove sono gli uomini”?
Da una constatazione misteriosa: sono scomparsi: dovunque si vada a occupare tutto il campo sono le donne. Basta guardarsi attorno al corso di salsa, o a quello per sommelier, o a quello di vela, di free-climbing… Ma anche altrove. Il consesso sociale è occupato dalle donne, piene d’energia e di ottimismo, di voglia di fare, divertirsi, imparare, testarsi, condividere. Come mai? E gli uomini? Quelli che sono sempre stati al centro della piazza, della società, delle idee, con l’energia tipica maschile? I promotori del sogno, del progetto, gli avventurieri, gli apripista, quelli che dicevano “andiamo, di là!” e tutti li seguivano? Insomma, va bene che un certo ridimensionamento dei ruoli ha cambiato le carte in tavola, ma da qui a sparire ce ne corre. Mi pare incredibile, volevo capire cosa stesse accadendo. Chiedere agli uomini però non era la via migliore. Gli uomini non parlano, tanto meno sinceramente. Le loro “cose” non te le dicono. Non le dicono neppure al loro miglior amico. Per sapere se le stanze dell’albergo sono buone del resto, non si può chiedere all’albergatore, bisogna domandare ai clienti, andare su trip advisor. E allora ho chiesto alle donne. Loro, le “utilizzatrici finali”, dovevano avere certamente un’opinione. Sono stato travolto dalle loro storie. Avevano una straordinaria voglia di parlare, di cercare di capire insieme la risposta alla domanda: “Dove sono gli uomini?”

Quali sono, secondo lei, le cause che hanno portato all’inversione dei ruoli che lei analizza nel suo libro?
Sono tante. Troppe. Certo, le donne di questa epoca sono il risultato, il frutto, di una semina antica. Negli anni Sessanta e Settanta, nella contestazione, uno dei temi chiave è stato la richiesta delle donne di una nuova condizione. Hanno urlato, manifestato, hanno preteso, per decenni, che le si considerasse persone. E lo sono diventate. Non tanto quelle che manifestavano, ma le loro figlie, che oggi vivono non senza difficoltà, ma più libere, emancipate, decidono se e quando fare figli, sposarsi, lavorare, non temono il giudizio sociale, sono autonome economicamente, psicologicamente, leggono, viaggiano, lavorano, sono su piazza, per le vie. Vivono. Hanno energia e sogni.
L’uomo, forse perché quella rivoluzione del suo genere non l’ha fatta, è privo di slancio, privo di creatività, non rappresenta più la società. Non seminare è il miglior modo per non avere frutti. È questa, credo, l’ossatura del discorso. A fronte del cambiamento radicale delle donne, l’uomo tra 30 e 50 anni non ha un nuovo modello da opporre. Non ha una nuova frontiera.

Quali sono i consigli che lei indica agli uomini per riconquistare, o per conquistare sarebbe meglio dire, un ruolo che in questo momento sembra abbiano perso?

Non ho consigli da dare. Non potrei. Sono anche io un uomo tra 30 e 50 anni di questa generazione. Però le storie che le donne hanno raccontato a me, e che io ho scritto nel libro, sono tutte vere, tutte attuali, e sono una mappa chiara su come ci vedono, e in larga parte su come siamo veramente. Basta ascoltare. Ecco un consiglio, questo sì: ascoltiamo le donne. Può darsi che quello che dicono non ci piaccia. Ma è utile.

In quali categorie in Italia è più accentuato questo "comportamento"? Siamo lontani se ci viene in mente l’attuale classe politica?
Certo che no. Non è un caso, credo, che questo mondo, questo sistema economico e politico, pensato, ideato, e rappresentato dagli uomini… è in crisi. Per cambiare le cose, per sovvertire l’ago dell’indicatore, servirebbe un mondo nuovo, da pensare e tentare con coraggio, creatività, slancio, ottimismo. Ma l’uomo che dovrebbe far questo, il maschio e la femmina di quarant’anni, non c’è. Soprattutto non c’è l’uomo, che è sempre stato il protagonista dei grandi mutamenti. Il sistema siamo noi, ed è in crisi per riflesso del nostro disagio interiore.

Quali sono i suoi progetti futuri? È al lavoro su un nuovo libro?

Sto studiando da molti anni i pirati del Cinquecento nel Mediterraneo. Ho in mente di scrivere un grande romanzo, epico e romantico, storico eppure estremamente attuale. I pirati e i corsari del Cinquecento nel Mediterraneo erano uomini straordinari, duri, efferati, ma anche sognatori, liberi, capaci di slanci straordinari. Tutto il contrario di oggi.

22 gennaio 2013

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