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Simona Sparaco, ”I libri hanno il dovere di puntare i riflettori sulle questioni etiche scomode”

La letteratura ha un ruolo fondamentale nella formazione di una persona e gli argomenti tabù sono un ostacolo a questo compito: lo afferma con decisione Simona Sparaco, scrittrice e sceneggiatrice romana, che nel romanzo ''Nessuno sa di noi'', in uscita il 21 gennaio per Giunti, ha il coraggio di affrontare una questione scottante e controversa come quella dell'aborto terapeutico...
L’autrice e sceneggiatrice romana parla del suo ultimo libro, “Nessuno sa di noi”, in libreria dal 21 gennaio

MILANO – La letteratura ha un ruolo fondamentale nella formazione di una persona e gli argomenti tabù sono un ostacolo a questo compito: lo afferma con decisione Simona Sparaco, scrittrice e sceneggiatrice romana, che nel romanzo “Nessuno sa di noi”, in uscita il 21 gennaio per Giunti, ha il coraggio di affrontare una questione scottante e controversa come quella dell’aborto terapeutico. Una gravidanza voluta con ogni forza dalla coppia dei protagonisti, Luce e Pietro, si trasforma infatti in un incubo quando, a una delle ultime ecografie, scoprono che nel loro bambino qualcosa non va. Si trovano così di fronte a una scelta impossibile, a una decisione che cambierà per sempre le loro esistenze e metterà il loro amore a dura prova. Già autrice di “Lovebook” e “Bastardi senza amore”, Simona Sparaco parla qui di questo suo ultimo lavoro.

Perché la scelta di affrontare un tema così complesso e doloroso come quello di "Nessuno sa di noi"?
E’ in realtà un tema attualissimo, che dovrebbe avere molto più spazio, non solo perché coinvolge moltissime donne, ma anche perché, con le nuove frontiere delle indagini prenatali, si aprono anche nuovi scenari e nuove questioni "etiche". Ho sempre provato avversione per tutte quelle scomode faccende etichettate con i termini "Si fa ma non si dice". La cultura ha il dovere di puntare i suoi riflettori: una luce nel buio non solo dona speranza a chi da quel buio viene inghiottito, ma annienta il pregiudizio e l’ipocrisia.

In che modo la letteratura può dare un contributo e spingere l’opinione pubblica a riflettere su questo tema?

La letteratura, il cinema hanno sempre offerto all’essere umano, sin dall’inizio dei tempi, una cosa semplicissima: l’identificazione. Attraverso questo basilare processo, la nostra coscienza trova appagamento e nutrizione. Porsi domande quali: cosa farei se…? Mi comporterei diversamente? è salutare e importante. La letteratura svolge un ruolo fondamentale sulla formazione dell’individuo, e gli argomenti tabù rappresentano un grave limite.

Come ne escono i protagonisti della storia, Luce e Pietro?

L’amore, sconfinato, che questi due personaggi nutrono l’uno nei confronti dell’altro verrà messo a dura prova. L’inferno che attraversano lascerà segni indelebili sulla pelle. Ma sta tutta qui la scommessa del mio romanzo: "cosa può l’amore di fronte a una prova così lacerante?"

Qual è il prossimo tema che le piacerebbe affrontare in una sua prossima pubblicazione?
Sto lavorando a un progetto molto ambizioso, di cui non posso dare anticipazioni perché non sono certa che riuscirò a portarlo a termine.

20 gennaio 2013

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