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Sigitas Parulskis, ”La letteratura è quando un fatto o un evento assumono un valore culturale”

La scrittura e il giornalismo hanno entrambi un elemento di creatività, ma la mia scrittura non è una cronaca, non è un reportage. E' quanto affermato da Sigitas Parulskis...

MILANO – ‘La scrittura e il giornalismo hanno entrambi un elemento di creatività, ma la mia scrittura non è una cronaca, non è un reportage’. E’ quanto affermato da Sigitas Parulskis, uno dei principali autori internazionali protagonista oggi all’Isola delle Storie. Poeta, narratore, drammaturgo, traduttore e critico letterario, Sigitas Parulskis è lo scrittore oggi tra i più popolari in Lituania ed è conosciuto in tutta Europa. Le sue opere sono state tradotte in ben dieci lingue. Conosciamolo meglio in questa intervista.

Come è nata la sua passione per i libri?

Probabilmente nasce dal manuale di ostetricia di mia madre, che era ostetrica, lo avevo trovato su uno scaffale, nascondendomi in un armadio, cosa che è simbolica, perché era come se mi trovassi in un utero protetto. Parlando in senso più vasto nasce dalla solitudine e questa è una cosa comune per chiunque. L’uomo è solo e nella sua ricerca di relazioni con gli altri, usa dei mezzi: il libro lo è. Questa affermazione riguarda anche la creatività, in quanto la scrittura è connessa alla ricerca di una vita complementare. Nella nostra ricerca di legami con altri uomini – ribadendo che l’uomo è solo – cerchiamo un mondo di fantasia, di invenzione. E’ una via di uscita dall’esistenza solitaria.

Quanto c’è di autobiografico nelle sue opere?

La risposta non è facile. La scrittura e il giornalismo hanno entrambi un elemento di creatività, ma la mia scrittura non è una cronaca, non è un reportage. Naturalmente l’autobiografia è sempre una base di risorse, rappresenta il materiale per la costruzione, per l’edificazione di un’opera. Ma nello scrivere vengono elaborati i fatti, bisogna plasmarli, bisogna trasformarli in un’essenza culturale e questo vale sia per la poesia sia per la narrativa, che non rappresentano una comune raccolta di fatti o di eventi vissuti. Ribadisco che il ‘fatto’ deve assumere una valenza culturale. Molte persone viaggiano, accumulano delle esperienze e le raccontano, ma questa non è letteratura dal mio punto di vista: la letteratura è quando un fatto o un evento assumono un valore culturale e questo la distingue dal semplice raccontare.

Qual è la situazione letteraria nel suo paese? Quali sono i punti di continuità e le diversità rispetto all’Italia?

Tutto dipende anche dalla conoscenza delle lingue, infatti gli autori italiani in Lituania non li conosciamo molto e io non conosco la lingua italiana. Tutto ciò è causato anche dalla case editrici. Le case editrici dettano letteralmente la moda e anche se un traduttore propone un’opera di stampo intellettuale e raffinato, ciò che definiamo ‘lettura da camera’, l’editore rifiuta la proposta se non trova lo sbocco sul mercato o la vendita. E anche se vengono pubblicati libri di autori italiani in lituano in questa fiumana di libri che si presentano non è facile trovarli, bisogna cercare un autore, un titolo, insomma, bisogna avere delle conoscenze. Prima del mio viaggio in Sardegna, infatti, ho fatto le mi ricerche, ho trovato un autore sardo Giuseppe Dessì e il libro ‘Il Disertore’ e sono a un terzo del libro. Parlando in generale i lituani conoscono molto bene Umberto Eco, Dante Alighieri e Alessandro Baricco. In realtà possiamo dire che di Baricco abbiamo tutta una serie di libri tradotti, anche ‘Seta’ e tanti altri titoli, ma io personalmente ritengo che la sua opera migliore sia il testo teatrale ‘Novecento’, possiamo chiamarlo una ‘monopièce’. Dai miei ricordi d’infanzia, anche se purtroppo non ricordo l’autore, mi è rimasto in mente un libro su Garibaldi, per questo aspetto romantico della lotta per l’unificazione d’Italia. Da adoloscente ho adorato Italo Calvino, soprattutto il ‘Barone rampamte’. Trovo stroardinaria la metafora del vivere tra i rami di un albero senza mettere i piedi sulla terra. Poi ovviamente Pirandello, Pasolini. Ma nella letteratura il testo vive disocciato e questo vale soprattutto per tutta la moltitudine di libri letti a scuola quando la memoria conserva i contenuti ma non i nomi degli autori. E ovviamente avrà capito che bisogna menzionare, anche se parliamo di letteratura, Fellini ma anche Antonioni e Bertolucci. Nel periodo degli studi è stata significativa soprattutto l’importanza di Fellini. Ho menzionato il cinema, perché il buon cinema è la storia e la storia è la letteratura. Il nesso logico è diretto.

Cosa apprezza del nostro Paese?

(Risponde in italiano) ‘molto bello’. il cielo è particolare, il cibo e le persone gentili.però bisognerebbe viverci almeno qualche mese, bisogna allacciare relazioni personali, altrimenti si scivola su impressioni da turista.

5 luglio 2014

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