Tornato in libreria lo scorso otto ottobre, Sandro Veronesi ci regala un nuovo, imperdibile romanzo che vede protagonista un dodicenne “qualsiasi” nel momento della sua fioritura. Scopriamo insieme tutta la bellezza di “Settembre nero”.
“Settembre nero” di Sandro Veronesi
La sinossi del libro
Il fiore non sa di essere un fiore finché non fiorisce. Settembre nero racconta la fioritura di un ragazzo di dodici anni, Gigio Bellandi, durante un’estate in Versilia nel 1972: la scoperta della musica, della lettura, dell’inquietudine, del desiderio, dell’amore – e poi di tutto questo l’impensabile, fulminea interruzione.
Ricostruisce con plastica precisione le immagini, gli odori, i colori e i suoni che animavano quella vita andata perduta, e con vaghezza, invece, perché subìto senza tante spiegazioni, l’evento irreversibile che la travolge.
Intorno a Gigio, vittime e colpevoli mescolati insieme, in una costellazione di personaggi struggenti e indimenticabili: il padre-tritone, la madre-leonessa, l’eroica sorellina e i due principali responsabili del suo improvviso sbocciare: lo zio Giotti, misterioso, timidissimo e purissimo Maestro della Forza, e Astel Raimondi, la ragazzina dalle treccine “nere come onice nera”, che fa in tempo a marchiarlo col segno indelebile dell’amore.
Ma è anche un romanzo sul potere evocativo delle parole – muflone muflone muflone muflone muflone – e su quello seduttivo e salvifico della lingua, perché racconta l’esplosione di un talento puro e sorprendente, anch’esso destinato a durare per sempre: quello per la traduzione.
La voce narrante è dello stesso Gigio, dal monte ventoso dei suoi sessant’anni, perché evidentemente ce l’ha fatta a risanare la ferita e ad andare oltre, cioè a “tradurre” alla fine anche se stesso, diventando così l’ultimo degli “eroi normali” tanto cari a Veronesi.
Perché “Settembre nero” è speciale
Il protagonista di “Settembre nero”, Gigio, ha un nome che suscita immediatamente una certa tenerezza in chi legge. Ha dodici anni. Lo impariamo a conoscere lentamente, attraverso il filtro della famiglia, delle prime scoperte personali, delle passioni che germogliano come piante ben irrorate d’acqua dalle piogge improvvise.
Il romanzo, che fino a un certo punto potrebbe sembrare appartenere al genere di formazione, è un’opera che mira a raccontare, attraverso gli occhi di un bambino che impara a crescere, un pezzo della storia del nostro paese. Sandro Veronesi riesce a rievocare le atmosfere di un tempo servendosi dell’amore di Gigio per Linus, delle sue scoperte musicali – alla fine del libro, c’è persino una playlist per assaporare la lettura ascoltando le stesse canzoni che hanno accompagnato il percorso del protagonista -.
Ma poi, dietro “Settembre nero” c’è molto di più: Sandro Veronesi scrive un romanzo che narra la fioritura, il primo amore, la forza del destino, il trauma, ma che ci ricorda anche che, nonostante la bufera, si può mirare alla rinascita, se i suoi semi si sono radicati nel nostro cuore.
Insieme a Gigio, che illumina, intenerisce e a volte preoccupa il lettore, si muovono una schiera di personaggi potenti: sono la sorella e la ragazzina amata, Astel, che infondono la forza necessaria alla maturazione del giovane protagonista.
È grazie ad Astel, bellissima ragazzina di origini straniere, che Gigio scopre la sua passione per la traduzione e per la lingua. Un libro da leggere, per assaporare il gusto di un tempo passato, per ricordare che ciò che viviamo non tornerà più e per scoprire, ancora una volta, il talento di Sandro Veronesi.
Chi è Sandro Veronesi
Nato a Firenze nel 1959, Sandro Veronesi è un importante scrittore e giornalista italiano laureato in Architettura, che oggi costituisce una delle voci più importanti della letteratura italiana contemporanea. Ha esordito nel mondo della narrativa nel 1988 con il romanzo “Per dove parte questo treno allegro”.
Da allora, ha scritto diciannove romanzi (con “Caos calmo” ha ottenuto il Premio Strega nel 2006 e con “Il Colibrì” nel 2020), una raccolta poetica, quattro opere giornalistiche e diversi saggi.