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Sebastiano Addamo, scrittore e poeta della solitudine

Sebastiano Addamo avrebbe compiuto oggi 90 anni. Scrittore della solitudine, autore e uomo di grande etica e spessore, forse non è ricordato come dovrebbe. Eppure i personaggi oscuri e ingenui o insigni e colti che ha saputo ricreare...

Vogliamo ricordare Sebastiano Addamo, importante scrittore, poeta e pensatore del Novecento

 
MILANO – Sebastiano Addamo avrebbe compiuto oggi 90 anni. Scrittore della solitudine, autore e uomo di grande etica e spessore, forse non è ricordato come dovrebbe. Eppure i personaggi oscuri e ingenui o insigni e colti che ha saputo ricreare con la sua scrittura elegante e asciutta sono assolutamente veri. Sono uomini soli, come solo è lo scrittore in una società di massa che non ha occhi al di fuori di se stessa. Sebastiano Addamo ha tradotto in letteratura la propria solitudine e quella dell’umanità intera angosciosamente invischiata in intrighi e menzogne, folla di attori incompresi sullo scenario della vita, interpreti di parti che non comprendono. In occasione dell’anniversario della sua nascita, vogliamo ricordarlo.

 
LA VITA – Sebastiano Addamo nacque a Catania il 18 febbraio 1925 da una famiglia originaria di Carlentini. Primo di cinque figli, Addamo trascorse in questo piccolo comune del siracusano la propria fanciullezza; si laureò il 12 marzo 1948 in Giurisprudenza nell’Università di Catania, discutendo una tesi su Adriano Tilgher dal titolo “Tilgher Adria­no: il suo pensiero e il suo concetto del diritto”. Dopo la laurea divenne assistente del professore Condorelli, ma a causa delle difficili condizioni economiche della sua famiglia decise di non intraprendere la carriera universitaria. Partecipò alla vita culturale e politica del suo paese, Carlentini, come apprezzato consigliere comunale; divenne in seguito preside di liceo a Lentini.

 
I ROMANZI – Uomo di grande cultura e versatilità, si dedicò con successo alla narrativa: il suo esordio risale al 1963 con “Violetta”, edito da Arnoldo Mondadori Editore, cui seguirono “Il giudizio della sera” del 1974 (edito da Garzanti e ristampato da Bompiani nel 2008); “Un uomo fidato” (1978), ancora edito da Garzanti; “I mandarini calvi” (1978), dato alle stampe dalla casa editrice dell’amico Vanni Scheiwiller; “Le abitudini e l’assenza” (1982), uscito con Sellerio; “Palinsesti borghesi” (1987), tre racconti pubblicati nuovamente da Scheiwiller; “Piccoli dei” (1994), una breve raccolta di racconti uscita per i tipi de Il Girasole di Angelo Scandurra; “Non si fa mai giorno” (1995), ancora con Sellerio.

 
POESIA E SAGGISTICA – Nella sua produzione trovarono spazio a anche la poesia e la saggistica: le sue principali raccolte poetiche sono state “La metafora dietro a noi” (1980), pubblicata da Spirali; “Il giro della vite” (1983) e “Le linee della mano” (1990), uscite presso Garzanti; “Alternative di memoria”, apparsa in veste non definitiva sulla rivista “Poesia” e poi pubblicata da Scheiwiller (1995). Per quanto riguarda la saggistica, firmò “Vittorini e la narrativa siciliana contemporanea”, “I chierici traditi”, “Oltre le figure”, “Racconti di editori”. La sua attività di scrittore lo portò a collaborare con i quotidiani “La Sicilia” e “Il Mattino”, e con le riviste “Nuovi Argomenti”, “Poesia” e “Cronache Parlamentari Siciliane”.

 
IL RICORDO – Godette di un buon successo all’estero: i suoi libri sono stati tradotti in Francia e in Bulgaria. Scomparve il 9 luglio del 2000 a Catania, sua città natale. Lo vogliamo ricordare attraverso le parole di Massimiliano Perrotta: “Amante della sintesi e delle forme brevi, nei suoi versi ha cantato il malumore, l’amarezza, il furore di chi anelando a una qualche forma di chiarezza, finisce per trovare solo verità negative…” A Catania, in sua memoria, gli è stata dedicata una piazza e viene assegnato un premio letterario internazionale a lui intitolato.
 

 

 

18 febbraio 2015

 
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