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Scuola Holden, l’istituto che insegna a padroneggiare i diversi generi letterari con un’unica tecnica di narrazione

La Scuola Holden nasce a Torino nel 1994 da un'idea di Alessandro Baricco e di altri tre soci, e da allora la sua proposta didattica non ha mai smesso di convincere e suscitare gli entusiasmi di apprendisti e artigiani della scrittura. ''Il proposito era quello di creare una scuola che insegnasse le tecniche di narrazione, prima ancora che a scrivere un romanzo, una sceneggiatura o qualsiasi altro 'prodotto' letterario'', spiega Gianluca Pallaro, direttore didattico della Holden...

Il direttore didattico Gianluca Pallaro illustra le diverse attività e spiega gli obiettivi della scuola al servizio degli artigiani della scrittura

 

MILANO Insegnare a padroneggiare i diversi generi letterari attraverso un’unica tecnica di narrazione. Con questo obiettivo nasce nel 1994 a Torino  da un’idea di Alessandro Baricco e di altri tre soci la Scuola Holden, e da allora la sua proposta didattica non ha mai smesso di convincere e suscitare gli entusiasmi di apprendisti e artigiani della scrittura. “Il proposito era quella di creare una scuola che insegnasse le tecniche di narrazione, prima ancora che a scrivere un romanzo, una sceneggiatura o qualsiasi altro ‘prodotto’ letterario”, spiega Gianluca Pallaro, direttore didattico della Holden. “Il cuore del nostro progetto è ancora oggi educare al racconto incrociando diverse discipline: si può decidere di raccontare una storia in un romanzo, in un film, su un sito, in una pubblicità. La denominazione del nostro corso principale, il Biennio della Scuola Holden, era in origine ‘Master in tecniche della narrazione’, da qualche anno si è evoluto in ‘Scrittura e Storytelling’, ma è evidente che la sostanza è la stessa: al centro è sempre la narrazione.”

PADRONEGGIARE DIVERSI GENERI – L’obiettivo di chi pratica oggi la scrittura, si insegna alla Holden, è quello di padroneggiare attraverso un’unica tecnica diversi generi: saper compenetrare e far dialogare varie forme espressive è indispensabile nell’orizzonte contemporaneo della comunicazione, in cui la versatilità è la cifra fonamentale del carattere. “L’unico modo per essere buoni narratori è quello di essere in grado di incrociare una pluralità di stimoli e di competenze”, prosegue Pallaro. “Chi frequenta il Biennio affronta un percorso didattico estremamente vario: si impara a scrivere romanzi, sceneggiature, dialoghi per fumetti, ma si fanno anche esperienze di tutt’altro tipo, dal trekking, al nuoto, al cinema, che apparentemente non hanno niente a che vedere con la scrittura. Noi siamo convinti che tutti questi input sedimentino e contribuiscano a definire l’identità del narratore che esce di qui: una persona formata in differenti generi narrativi attraverso cui esprime un enorme bagaglio di esperienze. Per questo il corso del Biennio non è mai monotematico.”

I NUOVI MEDIA – È da questa prospettiva e con queste convinzioni che lo sguardo della Holden si rivolge anche alle nuove tecnologie: “Sono nuovi media, certo, ma pur sempre di media si tratta: cambiano i mezzi, ma l’artigianato è sempre lo stesso, il punto è sempre saper narrare”, dichiara convinto Pallaro. “Ne parlavo in questi giorni con un nostro ospite internazionale, lo scrittore israeliano Nevo Eshkol, autore di ‘La simmetria dei desideri’: chi racconta storie deve saperlo fare con le stesse tecniche di sempre, nel dialogo tra talento personale, arte e media. Sicuramente però abbiamo un atteggiamento di grande interesse e curiosità verso le nuove tecnologie, e la scuola prevede progetti riguardanti il digitale e i social media.”

SI IMPARA A SCRIVERE LEGGENDO – Infine, Pallaro analizza perché nel nostro Paese si legge così poco rispetto al resto dell’Europa? “Questo dato, più che essere un effetto della congiuntura economica negativa e di una contrazione del mercato, rappresenta secondo me un problema strutturale e storico. A mio parere il nodo della questione sta in come la lettura viene insegnata e quindi recepita dagli studenti delle scuole obbligatorie. Da professionista della didattica, il mio suggerimento è rivolto agli insegnanti: cercate di coinvolgere i ragazzi con un approccio alla lettura divertente e accattivante, fate loro capire che la lettura è un piacere.” E a chiunque ambisca a diventare scrittore il monito è chiaro: “Chi vuole scrivere deve leggere: è un insegnamento fondamentale che inculchiamo nei nostri studenti. Nel nostro Biennio ci sono corsi dedicati esclusivamente alla lettura e alla scoperta dei grandi maestri di ogni epoca: nessun vero scrittore può prescindere dall’incontro con loro.”

 

25 giugno 2012

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