Gli scrittori giapponesi sono autori da sempre: dalle sacre scritture, ai romanzi, fino agli Haiku, i componimenti poetici formati solamente da 17 versi. Eppure, da qualche anno, sembra che in libreria ci siano solo romanzi giapponesi con gatti come protagonisti, librerie e caffetterie popolate da gatti, ma è davvero così? La narrativa del Sol Levante perché si concentra solo sui felini? Scopriamolo analizzando la letteratura giapponese.
I pilastri della letteratura giapponese
Tre solo i pilastri della letteratura giapponese: Natsume Sōseki, Jun’ichirō Tanizaki e Yukio Mishima.
Natsumi Sōseki è stato uno dei primi a fondere influenze occidentali con la sensibilità giapponese, ha scritto Io sono un gatto (Wagahai wa Neko de Aru), un romanzo satirico narrato dal punto di vista del felino che osserva con ironia la società della fine dell’era Meiji. Questo libro è stato fondamentale per introdurre il gatto come figura letteraria capace di rappresentare tanto il quotidiano quanto il filosofico.
Jun’ichiro Tanizaki, invece, ha esplorato temi legati alla sensualità e alla bellezza tradizionale del Giappone. il suo amore per i dettagli estetici e simbolici è affine alla delicatezza con cui i gatti vengono rappresentati nella letteratura.
Yukio Mishima, noto per i suoi romanzi complessi e drammatici, ha incorporato elementi della cultura giapponese classica in opere che esplorano il conflitto tra modernità e tradizione.
Gatti e scrittori giapponesi
Il gatto, nella cultura giapponese, è molto più di un semplice animale domestico. Fin dai tempi antichi, è stato associato al mistero, alla saggezza e alla fortuna. Il maneki-neko (il gatto portafortuna con la zampa alzata) è un simbolo onnipresente nei negozi e nei templi, rappresentando prosperità e protezione.
Nella letteratura, i gatti incarnano una duplice natura: sono al contempo ordinari e enigmatici, capaci di vivere in un mondo umano ma con uno sguardo che sembra trascenderlo. Questo li rende perfetti protagonisti per storie che esplorano il quotidiano con un tocco di magia o introspezione.
Negli ultimi decenni, il tema del gatto è diventato un vero e proprio fenomeno nella narrativa giapponese contemporanea. Autori come Haruki Murakami, Hiro Arikawa e Takashi Hiraide hanno reso il gatto una figura centrale o simbolica nelle loro opere:
Haruki Murakami, uno degli autori giapponesi più noti a livello internazionale, ha inserito spesso i felini nei suoi romanzi, come in Kafka sulla spiaggia, dove un personaggio comunica telepaticamente con loro. Nei romanzi di Murakami, i gatti sono spesso un ponte tra realtà e dimensioni alternative.
Hiro Arikawa ha conquistato i lettori con Il gatto che voleva salvare i libri e Cronache di un gatto viaggiatore, romanzi che usano i felini per affrontare temi profondi come la perdita, la memoria e l’amore.
Perché in Giappone piacciono così tanto i gatti?
Il successo di queste opere non è casuale. I gatti rappresentano una metafora perfetta per la sensibilità giapponese: discreti, indipendenti, misteriosi e profondamente legati al mondo che li circonda. Questo si riflette anche nella popolarità dei gatti nella cultura visiva del Sol Levante, dai manga agli anime, come in Neko no Ongaeshi (La ricompensa del gatto) dello Studio Ghibli.
Sebbene i gatti siano una presenza ricorrente, la narrativa giapponese è ben più vasta e diversificata. Autori come Banana Yoshimoto, Kenzaburō Ōe e Ryū Murakami affrontano temi che spaziano dalla famiglia alla società, dalla memoria storica alla psicologia umana. Ogni autore aggiunge un tassello unico al mosaico letterario del paese nipponico, mostrando che la narrativa del Paese del Sol Levante è molto più di un’ossessione per i gatti: è un viaggio attraverso la vita e l’anima umana.
Quindi, è vero che i giapponesi scrivono solo di gatti? Ovviamente no. Ma il fascino di questi felini nella letteratura nipponica deriva da un legame culturale profondo e da una capacità unica di trasformare il quotidiano in qualcosa di straordinario. Per chi ama le storie che uniscono introspezione e magia, questi romanzi, con o senza gatti, restano una scelta imperdibile.