Sei qui: Home » Libri » Scontro Amazon-editori, secondo il giornalista Matthew Yglesias ”Le case editrici oggi non hanno un ruolo”

Scontro Amazon-editori, secondo il giornalista Matthew Yglesias ”Le case editrici oggi non hanno un ruolo”

Nell'era del digitale e del self-publishing, le case editrici oggi non aggiungono nessun valore in piรน al mercato librario. Eโ€™ questa la teoria portata avanti in un recente articolo da Matthew Yglesias. Secondo il giornalista economico americano e blogger politico di Vox, lโ€™industria editoriale del libro...

 

MILANO – Nell’era del digitale e del self-publishing, le case editrici oggi non aggiungono nessun valore in più al mercato librario. E’ questa la teoria portata avanti in un recente articolo da Matthew Yglesias. Secondo il giornalista economico americano e blogger politico di Vox, l’industria editoriale del libro, in particolare le case editrici, non hanno motivo di esistere, e la polemica nei confronti di Amazon è totalmente inutile, ‘con vantaggi sia per gli scrittori sia per i lettori”. Matthew Yglesias non è d’accordo con giornalisti e saggisti che etichettano Amazon come monopolista all’interno del mercato. “Ciò che è indiscutibilmente vero è che Amazon è sulla buona strada per distruggere le storiche case editrici. Ma i molti autori e intellettuali che sono stati convinti che i loro interessi sono identici a quelli degli editori sono sulla strada sbagliata”.

I GRANDI EDITORI – Il giornalista di Vox fa notare come l’industria editoriale del libro non sia un affare per sprovveduti. “Il mercato è dominato da quattro grandi editori, che sono essi stessi controllate di conglomerati molto più grandi: Simon & Schuster è di proprietà di CBS, HarperCollins è di proprietà di NewsCorp, Penguin e RandomHouse sono di proprietà congiunta di Pearson e Bertelsmann, e Hachette è parte di una grande società francese denominata Lagadère. Non si tratta di piccole imprese indifese, ma di realtà interessate al futuro dei libri e dell’editoria, che potrebbero investire il denaro necessario per fare il proprio e-reader ed i propri e-book store, rendendo la presenza sul mercato di Amazon oggi del tutto superflua”.

 
AMAZON E LA CONCORRENZA – Secondo Yglesias, è vero che Amazon ha una quota molto ampia del mercato degli e-book, mentre è falso che l’azienda che la società americana deve affrontare una mancanza di concorrenza nel mercato del libro digitale. “Barnes & Noble – una società che sa qualcosa sui libri – vende e-book, e lo fa in partnership con un “piccolo abito” chiamato Microsoft. Apple vende e-book e così fa Google.  Queste non sono aziende sconosciute. E poiché si tratta di aziende che sono in realtà molto più grandi e redditizie di Amazon, non c’è assolutamente alcun modo per cui Jeff Bezos può cacciarli fuori mercato con prezzi predatori.”

GLI EDITORI SONO SUPERFLUI – Yglesias sottolinea come la presenza nel mercato digitale delle case editrici sia oggi superflua. “Nel paradigma tradizionale dell’acquisto di un libro, quando un lettore compra un libro in libreria, esistono due figure intermediari prima che il denaro arrivi all’autore: l’editore ed il venditore-libraio. L’editore, in questo paradigma, svolge un lavoro fondamentale all’interno di questa catena: trasformare il manoscritto in un libro e poi organizzarlo per essere spedito in quantità appropriate per negozi fisici in tutto il paese è un compito non banale. Nell’editoria digitale ciò non è così. Trasformare le parole di uno scrittore in un prodotto e-book leggibile può essere fatto con una combinazione di software e con una parte minima di formazione. Gli editori di libri non hanno alcuna competenza sostanziale nello sviluppo di software, ma Amazon ei suoi principali concorrenti (Apple, Google, e il B&N in partnership con Microsoft) lo fanno. Gli editori vorrebbero che gli scrittori credano che la pressione che arriva da Amazon riguardi anche loro. Ma c’è una grande differenza: anche nel nuovo mondo dell’e-publishing, gli autori stanno ancora dando un contributo fondamentale per l’industria editoriale, scrivendo libri, mentre gli editori vengono  tenuti fuori perché non danno alcun valore aggiunto in ambito digitale. 

23 ottobre 2014

© RIPRODUZIONE RISERVATA

ยฉ Riproduzione Riservata