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Sandro Bonvissuto, ”Scrivere un libro per un grande editore è peggio di una riunione di condominio”

DAL NOSTRO INVIATO A TERNI - Sandro Bonvissuto e Filippo La Porta incontrano a Terni il pubblico di Umbrialibri per raccontare la genesi e le curiosità che stanno dietro la realizzazione di Dentro, un libro che Filippo La Porta definisce “l’esordio italiano più bello degli ultimi mesi”...

L’autore di Dentro, l’esordio letterario più atteso dell’anno, si presenta a Umbrialibri in compagnia del critico Filippo La Porta

 

TERNI – Sandro Bonvissuto e Filippo La Porta incontrano a Terni il pubblico di Umbrialibri per raccontare la genesi e le curiosità che stanno dietro la realizzazione di Dentro, un libro che Filippo La Porta definisce “l’esordio italiano più bello degli ultimi mesi”.

 

ESPRESSIVITA’ STRAORDINARIA – Secondo La Porta Dentro è “un libro potente scritto con una lingua intensa, una espressività straordinaria, una specie di diario raccontato in prima persona in cui si riconosce la voce dell’autore”.  “Dietro questi racconti – prosegue La Porta – c’è un buon ragionamento sulla maturità, sulla formazione, su quando si inizia a crescere, sul perché si cresce e in che modo. La letteratura è fatta di idee e sono le idee a sostenere la narrazione. Nel caso di Bonvissuto le idee le ritrovi nei personaggi, in quanto formulate dai personaggi. Lo stile del libro è paratattico, dunque segmentato composto da frasi molto brevi, che si oppone allo stile ipotattico o coeso. La paratassi porta al rischio che le frasi si trasformino in aforismi. Bonvissuto non corre questo rischio perché nel suo romanzo le frasi hanno tutte una grande acutezza. L’editoria italiana è povera di intelligenza, si chiede agli autori di essere buoni intrattenitori a discapito dell’intelligenza. La letteratura italiana diventa una letteratura cabaret, mentre in Dentro si riconosce l’intelligenza insita nel testo.”

 

IL CONFRONTO CON L’EDITOR – “Scrivere un libro per un grande editore – commenta Sandro Bonvissuto – è molto impegnativo. Peggio di una riunione di condominio. Lo stile paratattico è una mia cifra stilistica e vorrei difendere questa mia posizione. Utilizzando questo stile, inoltre, sono anche riuscito a “blindare” il mio libro dall’eccessivo intervento dell’editor. E’ difficile intervenire su frasi molto brevi. Possono essere eventualmente rimosse, ma non modificate. La mia scommessa è stata quella di consegnare il periodo estremamente concentrato e sintetizzato. Quando forma e sostanza si sintetizzano in una locuzione perfetta nessun editor può intervenire se non decurtando del tutto. Ci sono stati litigi e confronti accesi. Ho comunque preferito delle rimozioni piuttosto che delle forme modificate.” “Durante la realizzazione del romanzo – continua Bonvissuto – ho tentato di volgere tutto alla terza persona e questo è un passaggio che non mi è riuscito. Bisogna essere molto bravi per mantenere quell’impatto potente che ti dà la prima persona. Mi sono reso conto che il mio libro perdeva in quella logica di avvicinare il lettore alla percezione del mondo. La prima persona mi sembra la bacchetta magica per far diventare tutto vero.”

 

FINALE RICCO DI SPERANZA – Parlando del suo lavoro con l’editor Bonvissuto prosegue: “Il libro all’inizio aveva un indice che era l’inverso rispetto a quello che è oggi. Le mie tre editor mi hanno chiamato un giorno proponendomi di invertire l’indice. Io inizialmente mi sono opposto, ero molto contrario, ma è stata comunque fatta questa scelta. Il finale ora, quello dell’episodio in cui il bambino impara ad usare la bicicletta col padre, è un finale arioso ricco di speranza, mentre se il libro si fosse concluso con la storia del carcere il finale sarebbe stato sicuramente molto più buio, difficile. Le mie editor, forse perché donne, hanno avuto questa sensibilità e mi hanno consigliato la scelta che alla fine si è dimostrata vincente.”

 

CHIUNQUE E NESSUNO – Bonvissuto, infine, conclude :”Io vorrei che chi leggesse il mio libro non si identificasse in me. Il protagonista deve essere chiunque e dunque nessuno. Non volevo parlare di me, ma è ovvio che lo sguardo sulle cose è uno sguardo dal basso, perché tutto è partito da lì. Il mio è un libro onesto, sui generis e coraggioso”. L’ultima parola al critico Filippo La Porta: “Dentro è un libro che si distingue dagli altri. Nasce da una ossessione. Se io sento che chi scrive si è confrontato con i propri demoni, anche il lettore li percepisce ne viene coinvolto. Questo porta alla nascita di un grande libro. La lettura di Dentro non è una perdita di tempo.”

 

Laura Scolari

4 novembre 2012

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