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Sandra Petrignani, ”I libri scritti per necessità dell’autore arrivano dritto all’anima del lettore”

In tempi di crisi, gli scrittori possono diventare un punto di riferimento per la gente, attraverso libri che arrivano dritto all’anima del lettore, confortandolo. Lo afferma Sandra Petrignani, scrittrice di romanzi, poesie, radiodrammi, oltre che firma storica del giornalismo italiano, tra i protagonisti a Gavoi dell’ultima giornata del Festival Letterario della Sardegna...

La scrittrice e giornalista racconta la sua passione per la scrittura e analizza la situazione attuale della letteratura e dell’Italia

 

MILANO – In tempi di crisi, gli scrittori possono diventare un punto di riferimento per la gente, attraverso libri che arrivano dritto all’anima del lettore, confortandolo. Lo afferma Sandra Petrignani, scrittrice di romanzi, poesie, radiodrammi, oltre che firma storica del giornalismo italiano, tra i protagonisti a Gavoi dell’ultima giornata del Festival Letterario della Sardegna.
 
Com’è nata la sua passione per la scrittura?
Ho iniziato a scrivere in età prescolare. Ero piccola e disadattata, vivevo in un mondo fantastico, e ho iniziato a scrivere per farmi compagnia, per capirmi. Sono cresciuta viziata da questa impostazione, ecco perché quando scrivo non penso né al consenso del pubblico né a quello della critica. Anche se poi, una volta pubblicato un libro, ci tengo a sapere cosa ne pensano all’esterno.
 

In Italia si legge poco. Da cosa dipende?
Molto dipende dalla quantità di libri pubblicati, a discapito della qualità degli stessi. Personalmente, non pubblicherei tutto ciò che si vede in giro. Quando si entra in libreria, ci si trova davanti troppe pubblicazioni. Un lettore forte riesce a districarsi avendo già le idee chiare, ma un lettore debole si ritrova il più delle volte disorientato. Un tempo, i librai sceglievano i libri da mettere in evidenza, oggi invece vedono le proprie librerie affollate di novità, con gli editori che pagano gli spazi in vetrina per vedere le proprie pubblicazioni esposte meglio.

Cosa si potrebbe fare per promuovere la lettura?
Partecipare a festival letterari, come quello che si tiene qui a Gavoi, aiuta a creare empatia tra l’autore e il lettore, grazie ad un rapporto più diretto. Incontrando di persona lo scrittore, il lettore si fida di lui, e l’autore si guadagna la sua stima. Come vetrina e per la capacità di creare un rapporto diretto con il pubblico, preferisco questi festival ai premi letterari.

 

Crisi di lettori che oggi va di pari passo con la crisi economica. Come vede la fase storica attuale?
Cerco di essere ottimista. Le crisi e i momenti di difficoltà aiutano a creare un tessuto sociale, a ricompattare la gente. Gli scrittori seri possono dare il loro contributo, diventando dei punti di riferimento attraverso i propri libri. Quando si è più poveri, si diventa più umani, si fa maggiore affidamento alla propria interiorità, alla propria anima. I libri scritti per necessità dell’autore arrivano dritto all’anima del lettore, danno fiducia. I libri basati sull’esperienza degli autori, che parlano della propria vita e di come affrontare le difficoltà, ti fanno sentire meno solo, danno conforto.

 

Ci può dare qualche anticipazione sul suo prossimo libro?
Sono al lavoro su diversi progetti, non tutti con una scadenza. Per Natale uscirà il mio prossimo libro, che parlerà degli intellettuali a Roma tra gli anni 50-60. Nell’opera racconto le loro vite, il rapporto tra i protagonisti delle varie arti. All’interno del libro ci sarà un personaggio inventato, una ragazzina che farà da guida all’interno dei vari ambienti.

 

1 luglio 2012

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